"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

lunedì 17 giugno 2013

DEFINIZIONE :

Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone, 
senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita.
boh ??

mercoledì 12 giugno 2013

Kosovo 1998: quanto sono costate agli USA le armi fornite a UCK: La Voce della Russia

Pur tenendo a mente che i mass media non divulgano notizie per il bene di qualcuno o qualcosa, tranne che per il loro interesse di vendere, essere letti o ascoltati, o per mero interesse di una parte politica, di bandiera o di colore; tanto meno scrivono in onore della pura e semplice verità...
ogni tanto, per qualche strana combinazione, ci sono fatti che vengono riferiti proprio per come sono accaduti...
in questi casi vale la pena fare il poco che possiamo affinché vengano letti o ascoltati da più persone possibile.
La verità, per quanto si cerchi di nasconderla, prima o poi viene fuori...



Kosovo 1998: quanto sono costate agli USA le armi fornite a UCK: La Voce della Russia


Il presidente degli USA Bill Clinton non è stato amato nel Congresso USA perché per la disgregazione della Jugoslavia sono state spese ingenti somme di denaro che sarebbero potute essere investite in altri programmi.

Secondo le stime più modeste, la crisi nei Balcani è costata ai contribuenti statunitensi e occidentali 250 miliardi di dollari. Per questi soldi si sarebbe potuto costruire alcune nuove Jugoslavie e creare nei Balcani il paradiso eterno sulla terra. Invece tutti gli ultimi inquilini della Casa Bianca con un’invidiabile ostinazione hanno cercato di creare nella regione “area d’instabilità permanente”. Sono in molti ad aiutarli, ma soprattutto gli albanesi americani, che da tempo sono considerati molto influenti.

Oggi negli USA vivono tra 300 e 500 mila albanesi. Mentre in precedenza tutti loro sostenevano Ibrahim Rugova, all’inizio del 1998 la maggioranza è passata al “gruppo di sostegno” di Hashim Thaci. Sui suoi conti sono stati trasferiti legalmente da oltreoceano quasi 2 miliardi di dollari. Certamente una parte di queste somme è stata spesa per le armi e per la creazione di UCK. Tuttavia una parte – per sostenere l’immagine di Thaci e della sua squadra. I tecnologi politici hanno velocemente trasformato gli ex comandanti in campo in autorevoli e rispettabili leader politici. In primavera del 1998 gli americani, inaspettatamente per il mondo intero, hanno rinunciato alle operazioni per la ricerca di depositi d’armi segreti dei guerriglieri albanesi e al perseguimento dei più “attivi” estremisti.

Guadagnare nel Kosovo, facendosi schermo dei “diritti dell’uomo” (per qualche motivo, soltanto di etnia albanese), era possibile. Se i ricchi “padroni” ordinano questo o quello “scenario balcanico”, allora perché non attuarli? Gli attori erano numerosi, e la stragrande maggioranza di loro ha già imparato da tempo a sparare e a uccidere la popolazione serba. Washington ha semplicemente giocato le “partite combine” con Hashim Thaci e la sua gente che sono riusciti molto presto a ringraziare i loro protettori americani. Gli USA hanno occupato il posto di Tito e, tramite “troiani kosovari” hanno definitivamente messo i Balcani sotto il proprio controllo vigilante – militare, ideologico ed economico.

Certamente non solo gli americani, ma anche i vicini di Tirana, hanno aiutato Thaci. Già dopo la crisi albanese del 1997, quando la popolazione ha distrutto tutti i depositi d’armi appartenenti all’Esercito popolare albanese, era diventato chiaro che in breve tempo tutti i “Kalashnikov” sarebbero andati a finire nelle mani di UCK.

Il business delle armi è stato avviato velocemente e attraverso il confine aperto sono stati inviati regolarmente carichi d’armi per Thaci e uomini al suo comando. Inoltre nel Kosovo si sono precipitati rappresentanti della diaspora albanese da tutto il mondo. Sono confluiti nelle file dei combattenti di UCK. Grazie al commercio delle armi i secessionisti hanno avuto la possibilità di armarsi. Attraverso il confine con la Repubblica Federale di Jugoslavia sono stati forniti non solo i “Kalashnikov”, ma anche armamenti pesanti, proiettili anticarro.Nel corso di qualche anno il Nord dell’Albania era rimasto fuori controllo da parte del governo centrale. Era il territorio dove le bande rivali si contendevano il mercato, ingaggiando le sparatorie e terrorizzando la popolazione. Tutti si sono lanciati nella speculazione delle armi, offrendo a prezzi stracciati i mitra, le bombe a mano, i mortai, le munizioni provenienti dalle caserme depredate in Albania. La domanda era alta: chiunque poteva in un attimo fare una fortuna, rendendosi perfettamente conto che i kosovari pagavamo generosamente per le armi. Gli speculatori sono riusciti a inondare Kosovo con una tale quantità di mezzi militari che sarebbero bastati per armare alcuni eserciti. A volte le forniture d’armi erano in mano alle bande criminali. Nessuno però temeva che al business poteva essere posta la fine. Sono diventati “alleati” degli americani e non si combattono gli “alleati” ma si fa l’amicizia con loro e gli si aiuta. L’importante – è di fare tutto negli interessi di UCK e contro gli interessi della Repubblica Federale di Jugoslavia. Allora l’impunità è assicurata.

Pubblicato il 09-06-2013 su: http://italian.ruvr.ru/

giovedì 6 giugno 2013

Quote of the day - Frase del giorno


When you have eliminated the impossible,
whatever remains, however improbable,
must be the truth.
- - - 
Quando hai eliminato l'impossibile,
qualsiasi cosa rimane, per quanto improbabile,
deve essere la verita'.

Sir Arthur Conan Doyle 
(Edimburgh, 22 May 1859 – Crowborough, 7 July 1930)

mercoledì 5 giugno 2013

Libya: 5 dead in tribal clashes in southern town

Come in precedenza è successo per il Kosovo e per l'Iraq, nei telegiornali e anche sui giornali italiani, non si sente più parlare neppure della Libya. Anche l'Afghanistan sta piano piano scomparendo, tornando attuale ogni volta che c'è una nuova vittima italiana.
La Libya più di tutti è stato un lampo sui media nazionali. Ha riempito le pagine per qualche mese e poi più nulla.
Non pensate comunque che le cose si siano sistemate.
Dopo l'aggressione franco-americana al detentore del potere, Gheddafi, si sono verificate diverse situazioni:

  •  - si è riacceso l'odio tribale che Gheddafi teneva sopito;
  •  - Arrivano in Libya un mare di armi che finiscono in mano a chiunque se le può permettere e a chiunque sia intenzionato a portare avanti la causa dell'estremismo islamico;
  •  - I francesi si sono accaparrati lo sfruttamento delle risorse più che in passato e a prezzi più bassi;
  •  - Al-Qaeda è sempre più libera di agire in territorio libico.


Soprattutto quest'ultimo punto fa riflettere. L'intervento in Libya da parte di francesi e americani, supportato da tutti i paesi NATO interessati (compreso il nostro), è durato il tempo necessario di assassinare Gheddafi. Dopo l'omicidio del leader libico il paese è tornato sotto la guida di un governo di poco peso sul territorio che non riesce neppure a controllare le proprie frontiere nei deserti a sud.

Più recentemente, ancora i francesi hanno fatto la brillante pensata di intervenire militarmente in Mali. Questo è avvenuto a seguito del colpo di stato di marzo 2012, seguito da lotte tribali fomentate o alimentate da gruppi estremisti islamici (i gruppi che convenzionalmente riconduciamo ad Al-Qaeda).
L'offensiva francese ha respinto i "terroristi" verso il Nord-Est del paese, verso il Niger (il paese più povero dell'Africa) e l'Algeria, e da li proprio verso i confini a sud della Libya, che hanno lasciato sguarnita e disorganizzata nell'era post Gheddafi e che potrebbe diventare un vero e proprio arsenale nelle mani degli estremisti islamici. (A guardare la mappa, il deserto del Sahara sembra un ostacolo insormontabile e per noi occidentali potrebbe anche esserlo, ma non dimentichiamo che ci sono popolazioni che li si muovono a loro agio)
.

Di questo passo e con questa "tattica brillantemente architettata" che spinge la lotta islamica sempre più verso il Mediterraneo, noi paesi occidentali riusciremo sicuramente a sottrarre le risorse africane a buon mercato, ma quando i terroristi islamici arriveranno nel nostro paese armi e bagagli (soprattutto armi), non ci meravigliamo perché i motivi già li sappiamo.

Intanto in Libya, la conta dei morti continua...
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News Republic

Libya: 5 dead in tribal clashes in southern town
lunedì 3 giugno 2013 20:46 GMT

PARIS (AP) — A personal feud on Monday sparked clashes between tribes of African and Arab origins in southern Libya, leaving five people dead, according to a security official, in the latest sign of chaos in the country.
The vast, mostly barren southern two-thirds of Libya has largely gone its own way since the rebellion that overthrew longtime dictator Moammar Gadhafi in 2011, but now there are concerns that in addition to local tensions, the area might be drawn into larger regional conflicts involving al-Qaida.
The fight between two men from al-Shourafa Arab tribe and Tabu in Zweila town in the southern Fezzan region escalated to clashes between members of the two rival tribes.
Warring factions fired light weapons and rocket-propelled grenades at each other.
A number of houses and cars were set ablaze, the official said. The official spoke on condition of anonymity because of fear of reprisals.
The African Tabu, the original inhabitants of parts of south Libya, were heavily suppressed under Gadhafi. Successive governments with no unified army or central police force have struggled to impose order.
The situation in southern Libya has been affected by tensions elsewhere in northern Africa.
French troops drove al-Qaida forces out of nearby Mali, and there are concerns that the militants might try to regroup in southern Libya.
On Sunday, Libyan Prime Minister Ali Zidan discussed beefing up security measures in the southern region. He told reporters that the new steps are meant "to prevent the suspected elements from infiltrating." He said that a team of EU consultants will be sent in cooperation with Libya to increase border security.
French Foreign Minister Laurent Fabius said the new measures are in response to concerns that Libya's vast south could become a haven for al-Qaida-linked terror groups.
Fabius told reporters that France was investigating the possibility that south Libya was a staging area for deadly, simultaneous terror attacks in neighboring Niger last week, including one on a French-operated uranium mine.
Jouma Koussiya, a Tabu activist in Libya's Fezzan region, said tribes in the south are worried about random targeting by suspected militants and accused the Libyan government of reluctance to cooperate with the people in protecting the region.
"If the European Union and the government do not coordinate their intervention in the south with the people here, this might result in disastrous mistakes," he said. He said the government has already lost touch with the south by sending military commanders from the capital to direct security in the south.
"They know nothing about the region and they ultimately fail," he said in a telephone interview. "Now tribes are working together to form a unified military council in order to secure the region, instead of the government," he said.
Since the ouster of the Gadhafi regime, former rebel groups have turned into militias, filling a security vacuum. But at the same time, they have contributed to the state of lawlessness in the country.

On Monday, north eastern city of Tobruk military police confiscated large amounts of land mines and anti-tank explosives, said Hani Imargai of the military police, which runs checkpoints in the city located 150 kilometers (90 miles) from the Egyptian border.