"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 29 febbraio 2012

Oggi è il giorno in più... dell'anno bisestile

Nel calendario Giuliano, quello usato da noi, sono bisestili un anno ogni 4, ovvero ogni anno divisibile per 4 è formato da 366 giorni anziché 365.
Questo accorgimento ovvia ad una piccola discordanza tra il calcolo del calendario e la durata dell'anno solare che è calcolabile in 365 giorni e 6 ore, anziché 365 giorni esatti.
In alcune credenze popolari l'anno bisestile è solitamente portatore di disgrazie. 
Quest'anno in particolare dovrebbe essere particolarmente funesto e accompagnare la fine del mondo nel mese di dicembre, come sembra si stato predetto dall'antica civiltà Maya.

lunedì 27 febbraio 2012

Quote of the day - Frase del giorno

LA MIGLIORE RICOMPENSA PER UNA COSA BEN FATTA 
E' DI AVERLA FATTA
R.W.Emerson

THE BEST REWARD FOR A THING WELL DONE
IS TO HAVE IT DONE
R.W.Emerson


sabato 25 febbraio 2012

Peter Gabriel - Red Rain (from "New Blood Live" DVD / Blu-Ray / 3D Blu-Ray)


Peter Gabriel, Red Rain
Fantastic !

Kosovo: i 4 anni di una controversa indipendenza | euronews, mondo

Kosovo: i 4 anni di una controversa indipendenza | euronews, mondo

Il Kosovo celebra l’indipendenza dalla Serbia, dichiarata unilateralmente nel 2008.
Ma se la comunità albanese festeggia, come nel sud di Mitrovica, i serbi del nord del territorio hanno appena ribadito con un referendum il loro no al Kosovo indipendente e denunciato le concessioni fatte da Belgrado, dicono, sotto la pressione di Bruxelles.
Il sindaco del sud, Avni Kastrati, manda loro un messaggio di pacificazione: “Chiedo loro di raggiungerci, di fare parte del nostro governo e chiedo anche alle tre municipalità di far parte delle nostre organizzazioni, di cambiare la loro situazione per poter ricostruire il nostro paese insieme”.
Il presidente Barack Obama in un telegramma plaude al cammino democratico fin qui fatto dal Kosovo, sotto supervisione internazionale dalla fine del conflitto serbo-kosovaro.
Dal canto suo l’Unione europa, che a breve deve pronunciarsi in merito alla candidatura serba, esige progressi significativi nel dialogo tra Pristina e Belgrado.
“Quattro anni dopo l’indipendenza e più di dieci anni dopo la guerra, le ferite non sono ancora rimarginate”, commenta da Mitrovica Michel Santos di euronews, “Sul campo abbiamo constatato che c‘è spazio per una riconciliazione. Tutto dipende dagli uomini politici”.

. . . . . .

Bene bene...

A distanza di quasi 13 anni dalla fine della guerra interna alla Yugoslavia, o per meglio dire il conflitto tra la Serbia e le joint venture kosovara-americana appoggiata dalla NATO, siamo in grado di valutare i risultati del conflitto con un discreto grado di obbiettività e distanza emotiva da quei tragici eventi.

Il 18 febbraio si è festeggiato in Kosovo il quarto anniversario dell'indipendenza unilaterale dichiarata da Pristina. Dopo così tanto tempo e così tanti soldi spesi dalla comunità internazionale, il Kosovo dovrebbe essere un fiorente paese dei Balcani, con un tenore di vita alto e una stabilità economica consolidata. Non solo, lo stato più giovane del mondo dovrebbe essere ad un passo dall'ingresso della Comunità Europea, sia per gli aiuti ricevuti in tal senso, sia per la collocazione geografica (in piena Europa).

La realtà è ben diversa. Ad oggi il Kosovo è sull'orlo della bancarotta e, anche se con meno pubblicità rispetto alla Grevia, il Kosovo si salva solo grazie ai fondi erogati dalla Comunità Europea e prima di questa dall'ONU.

Il Kosovo quindi, un luogo così piccolo e così confuso. Un luogo che l'Europea vorrebbe far entrare nella Comunità, ma che non ha alcun requisito per farlo.
Per contro la Serbia, un paese che cresce più di molti paesi dell'Est, già membri della Comunità, che non può entrare nella EU senza riconoscere la secessione della propria regione del Kosovo.

Ma che gran confusione! A distanza di tutti questi anni si può certamente affermare (noi lo avevamo detto ben prima della dichiarazione di indipendenza, in violazione della Risoluzione ONU 1244 del 1999) che se ci si fosse attenuti al diritto internazionale consolidato e il Kosovo fosse rimasta una provincia a statuto speciale, nell'ìambito dei confini della Serbia, oggi l'Europa potrebbe essere una comunità con meno punti neri al suo interno e con 28 membri, tra cui la Serbia insieme alla provincia autonoma del Kosovo.

Così non è, grazie ai poco lungimiranti politici europei e alla mancanza di una strategia unitaria della Comunità in politica estera.
Così non è soprattutto grazie al volere americano che è sempre riuscito e ancora riesce ad imporre i propri interessi all'Europa. Infatti, anche dopo 13 anni dalla fine della guerra, gli Stati Uniti mantengono in Kosovo la loro base militare più grande al di fuori del territorio statunitense.
Max

venerdì 24 febbraio 2012

Trento e il Lago di Caldonazzo






Il Lago di Caldonazzo con la luce del mattimo... bello!

Eliminare il superfluo... a chi servono i politici ?

Bene bene,
è fuori da ogni dubbio che tutti noi "contribuenti ligi al dovere", siamo chiamati ad onerosi sacrifici "anti-crisi".
E' altrettanto vero che finalmente l'Italia sta cambiando faccia, o meglio sta lentamente riacquistando una faccia, grazie alla lungimiranza del Presidente Napolitano e alla competenza del Premier Monti.

Dopo aver camminato sul bordo del baratro del fallimento per tanto, troppo tempo, finalmente l'Italia come Stato sembra uscire dalla crisi. Per qualche anno in crisi ci saranno alcune categorie di lavoratori e alcune classi sociali più di altre, ma la ripresa sembra una certezza e il futuro più roseo del presente.

Cercando di dare uno sguardo obbiettivo ai recenti fatti di politica economica, va rilevato che Monti si sta muovendo in base ad un piano di ripresa ben preciso e molto elaborato. Non è facile. Per tutti noi cittadini comuni, elettori e contribuenti, le cose non andavano bene e tutti noi avremmo fatto questo o quello per migliorare la situazione.

Tra le chiacchiere da bar e l'agire politico concreto c'è però una bella differenza, quella differenza che corre tra teorie approssimative basate su scarsa informazione e chiacchiere, e una pratica fondata sulla profonda conoscenza della situazione economica del paese e la capacità di mediare tra le varie forze politiche che continuano ad esistere e ad esercitare pressioni verso obbiettivi diversi dalla ripresa economica, tentando di conservare il proprio elettorato in vista di elezioni future.

Ma veniamo all'argomento di queste poche righe:
eliminare il superfluo sembra di per se sufficiente a garantire al paese una discreta ripresa. Bene, alla luce dell'ottimo lavoro portato avanti da Monti, il superfluo si identifica ad esempio e tra l'altro, in un numero eccessivo di parlamentari.
Quante volte abbiamo sentito dire frasi del tipo; "ma che ci facciamo con mille deputati in Parlamento?", "come fanno a trovare un accordo in così tanti?" "ma quanto ci costa tutta questa gente in Parlamento?"
Domande semplici ma legittime, tutte queste persone sono troppe. Sono troppe soprattutto in virtù del fatto che l'assenteismo in Parlamento raggiunge livelli incredibili. 

Proviamo ad immaginare poi: mille politici significa altrettanti stipendi, indennità, benefici, rimborsi milionari, significa un numero imprecisato di raccomandati, la maggior parte dei quali non si rivelano all'altezza di altri più meritevoli. Significa altrettanti "portaborse", "lecchini" e "ruffiani" che galleggiano nell'ambiente politico senza un ruolo preciso. Un numero esagerato di politici non fa il bene del popolo, fa solo il bene dei politici.

Con la metà dei parlamentari si potrebbe fare tutto e molto più in fretta, soprattutto risparmiando un sacco di soldi tra stipendi rimborsi, benefici, indennità e pensioni d'oro.
Superfluo quindi, come superflua sembra la classe politica che continua a percepire fondi per giornali di partito che non legge nessuno o quasi.
Partiti politici che continuano ad esistere nonostante i propri membri siano stati eletti in una coalizione e adesso vagano tra destra e sinistra senza trovare posto. La verità è che tali partiti in cerca di identità cercano freneticamente una propria collocazione, alleanze di comodo per accaparrarsi più voti possibili.

Questa classe politica, in realtà mai cambiata, è quanto di più superfluo ci sia nel nostro Paese.
Politici strapagati di destra, sinistra, centro, ma oramai anche di "sopra", di "sotto", di "fuori" e di "dentro". Voltagabbana in base ai propri interessi, oggi alleati a destra, domani a sinistra, nostalgici di compagini politiche oramai anacronistiche ed estinte. Ferventi sostenitori di bandiere bianche (alcune), rosse (molte), nere (poche), che non capiscono che il mondo è cambiato (per fortuna) e che la gente ha bisogno di un lavoro, di uno stipendio, di una casa, e ne ha bisogno ora, per crescere la propria famiglia e i propri interessi e le proprie aspirazioni. 

Soprattutto la gente ha bisogno di avere certezze: la certezza che lo stipendio basti per arrivare alla fine del mese, basti anche, perché no? Per qualche settimana di ferie. La certezza che in treno non arriverai puntualmente in ritardo, che la posta verrà recapitata regolarmente, che andando all'ospedale troverai personale qualificato e cortese, consapevole che viene pagato con i soldi delle nostre tasse e, soprattutto che quando un cittadino ha bisogno di cure mediche o di analisi diagnostiche, ne ha bisogno subito e non tra un anno.

Il superfluo da eliminare è quindi la classe politica, una banda organizzata, pagata profumatamente perché le cose in Italia vadano bene e i cittadini possano accedere a servizi garantiti anche senza raccomandazioni e senza avere qualche amico che possa "dare una mano". Un compito certo non facile quello di gestire lo Stato e la vita sociale, ma sicuramente un compito non impossibile se espletato con altruismo, disinteresse e senso del dovere. 

Da anni e anni le cose non vanno così. Da sempre ci sono dei cittadini che non riescono ad accedere ai servizi per cui pagano le tasse. Da sempre il paese viene gestito aumentando il debito pubblico e sperperando soldi destinati al benessere comune. 

In una semplice ottica di mercato, comparando il paese ad una impresa, se le spese sono più dei ricavi, ci sono due possibilità: aumentare i ricavi, ma nel caso dell'Italia il fisco è già sin troppo oppressivo, o diminuire le spese e cambiare gli amministratori dell'impresa. I politici, sono loro la parte estremamente superflua, eccessivamente onerosa ed evidentemente incompetente nella gestione dell'impresa "Stato".. 

In questo momento storico anche i politici si sono accorti che per risolvere il problema della crisi economica si deve fare come dice Monti, le decisioni impopolari del governo tecnico sono l'unica via d'uscita. Il ruolo del politico si è ridotto a blande lamentele e a chiacchiere che per tramite dei mass media mirano a convincere il futuro elettorato. 

I politici per come si sono ridotti oggi, a noi contribuenti onesti, non ci servono! Anzi, ci rallentano, ci impoveriscono, ci prendono in giro; come ci prendono in giro tutte le chiacchiere che i TG riportano dal mare di dichiarazioni che ogni politico dispensa ogni giorno. 

Per fare un altro esempio: se in Italia ci sono persone che si permettono di non pagare le tasse, queste andrebbero perseguite con leggi che permettano di recuperare efficacemente i soldi sottratti al fisco. Bene, i nostri cari politici, di destra, di sinistra e senza identità, non sono mai riusciti a fare si che questo potesse accadere. Poi viene fuori che membri di partiti hanno fatto sparire milioni di Euro, altri sono collusi con tangenti su appalti e contratti, altri semplicemente vivono alle spalle della collettività. 

Questi politici non ci servono. Sono superflui e ci arrecano un danno... a noi onesti contribuenti.

Eliminiamo il superfluo, diminuiamo il numero di politici e scegliamoli onesti, disinteressati e altruisti. Tutte qualità che si addicono ad amministratori della cosa pubblica che mirano al bene dei propri elettori, non alla sopravvivenza di una bandiera di partito, o solo ai propri interessi personali e di qualche amichetto. 
E soprattutto, questi politici... paghiamoli di meno.

giovedì 23 febbraio 2012

Bad Toelz

Germania, Baviera, 50 Km a Sud di Monaco...



























bellissimo centro termale circondato dalle montagne e immerso nella neve. Proprio una bella cittadina.
  
Ah... in Germania si viaggia bene anche quando nevica...


lunedì 13 febbraio 2012

Domani referendum nel Nord del Kosovo

E' quindi previsto per domani il referendum indetto dalle municipalità del Nord del Kosovo.
La domanda sarà semplicissima e sarà del tipo: "riconoscete voi le istituzioni della così detta repubblica del Kosovo istituita a Pristina?". La risposta sembra altrettanto scontata...
Come tutto quello che riguarda il Kosovo, anche questo referendum nasce contornato da controsensi:

Dopo anni e anni di tentativi da parte della comunità internazionale, di portare i serbi del Nord alle urne, tentativi sempre falliti, per una volta che i serbi vogliono votare su qualche cosa, è proprio la comunità internazionale a non volere il referendum. 

L'UNMIK, la missione ONU in Kosovo, avrebbe dichiarato che il referendum non avrà alcun valore. Sarebbe da domandarsi quali consultazioni elettorali in Kosovo abbiano avuto effettivo valore legale fino ad ora, sotto la supervisione dell'ONU. Inoltre andrebbe chiarito anche quale valore ha l'autorità dell'UNMIK in questo momento storico. Dopo la dichiarazione unilaterale di indipendenza del 2008, non prevista dalla Risoluzione 1244 dell'ONU ma comunque avallata e l'avvento controverso di EULEX e ICO come rimpiazzo proprio dell'UNMIK, quale autorità riveste ad oggi il Rappresentante Speciale dell'ONU in Kosovo?

La KFOR ha invece dichiarato contro ogni buon senso che non attuerà alcuna misura di vigilanza o sicurezza in concomitanza dell'evento, poiché si svolgerà senza problemi. Beati loro che nonostante tutte le lezioni di questi anni continuano ad avere queste certezze!

Ma questa volta la dichiarazione più incredibile è quella del porta voce del Commissario Europeo per l'allargamento. Tale istituzione avrebbe dichiarato addirittura di "condannare" il referendum. Avrebbe detto che "violenza, barricate e referendum" non sarebbero la soluzione ai problemi del nord, ma la soluzione andrebbe trovata tramite il dialogo. 
Il solito discorso retorico che con tante parole non dice nulla. In questo caso però metterebbe addirittura sullo stesso piano "violenza" e "referendum", un'azione estremamente arbitraria e unilaterale sullo stesso piano di una delle più alte espressioni di democrazia. 
E poi, ma quanto dura questo dialogo che dovrebbe risolvere i problemi dei serbi del Kosovo? Sono dieci anni che nel tentativo di allargare la Comunità Europea verso Est, non si è fatto altro che dividere paesi e tentare di unire popolazioni diverse tra loro per storia e tradizioni. 
Il dialogo funziona quando ci si ascolta a vicenda e ci si capisce a vicenda. Nel caso del Nord del Kosovo c'è la tendenza a non ascoltare e a non voler capire le esigenze dei serbi, quindi il dialogo non c'è o non funziona.

Infine ci sono le dichiarazioni del Governo serbo che nonostante tutto persevera nel tentativo di entrare nella Comunità Europea, (decisione sull'argomento rinviata a marzo 2012) e non può certo avallare decisioni contrarie a quelle di Bruxelles.

Valido o no, riconosciuto o meno, questo referendum sarà l'espressione della volontà di un popolo ben definito che vuole essere ascoltato e non ignorato. 
Ufficiale o no, qualcuno dovrà tenere conto del risultato della consultazione popolare di domani. 
Vedremo ...

domenica 12 febbraio 2012

Felicità in Questo Mondo


"C'è felicità e felicità.
Ce n'è una fuggevole e relativa, perché legata a qualcosa fuori di noi.
E ce n'è una indistruttibile e assoluta, che si trova dentro ognuno.."

venerdì 10 febbraio 2012

SOMALIA: Malnutrizione infantile al 20%

Nonostante i proclami di successo delle Nazioni Unite, i numeri riportati di seguito sono spaventosi.
Milioni di persone, di cui molti bambini che muoiono di fame! 

Cito Martin Luther King dicendo che anche io "ho un sogno..."
Il mio sogno è di vedere i governanti che perorano guerre in giro per il mondo, occuparsi disinteressatamente di far cessare le morti per fame in tutti i paesi.

Disinteressatamente, non per il petrolio, il gas, la politica di ingerenza a scopo di difesa. Disinteressatamente perché chi muore di fame sono persone e potremmo essere noi al loro posto.
Max
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AFRICA/SOMALIA - Il tasso di malnutrizione acuta infantile tra gli sfollati di Mogadiscio supera il 20%.

Mogadiscio (Agenzia Fides) - Il tasso di mortalità tra i bambini sfollati nella capitale somala Mogadiscio rimane al di sopra della soglia della fame, nonostante il recente annuncio delle Nazioni Unite sulla fine della carestia nella regione del Corno d'Africa dilaniata dalla guerra. Un raccolto eccezionale, dovuto alle piogge abbondanti, e la distribuzione di generi alimentari da parte delle agenzie umanitarie, hanno migliorato le condizioni nelle tre aree maggiormente colpite. Tuttavia una nuova ondata di carestia si potrebbe verificare nel prossimo mese di maggio, secondo quanto riportato dalle Nazioni Unite. Oltre 2.3 milioni di persone, circa un terzo della popolazione, hanno ancora urgente bisogno di aiuto. Tra gli sfollati di Mogadiscio il tasso di malnutrizione acuta infantile supera il 20%. Il tasso di mortalità tra i bambini con meno di 5 anni nei campi profughi a Mogadiscio è di 5.46 per 10.000 al giorno. Lo stato di carestia dichiarato nel paese africano lo scorso mese di luglio, ha ucciso decine di migliaia di persone nel sud e nel centro della Somalia, per la maggior parte sono bambini con meno di 5 anni. Circa 325 mila piccoli somali sono ancora gravemente malnutriti e hanno urgente bisogno di cure alimentari specialistiche, soprattutto nelle regioni di Juba e Bakool. I campi di Mogadiscio e Afgoye, il più grande insediamento del mondo per sfollati, a 30 chilometri dalla capitale, rappresentano due delle tre aree che hanno appena superato lo stato di carestia. (AP) (8/2/2012 Agenzia Fides

English version: http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=30951&lan=eng

Source: www.fides.org

giovedì 9 febbraio 2012

SUDAN - Venti di guerra tra Sudan e Sud Sudan

Soldi e guadagni... avidità e potere. 
Le importanti risorse petrolifere al confine tra i due paesi rischiano di pregiudicare un processo di transizione pacifico iniziato con il referendum del 2010, che ha sancito la separazione tra i due paesi.
Una convivenza pacifica nel dialogo non è ovviamente auspicabile, è il luogo comune dei rapporti tra esseri umani dove per forza, una parte deve prevalere sull'altra. 
Alla fine, come di solito succede in queste situazioni, a fare le spese delle lotte tra governi avidi, sarà sempre la popolazione e la gente comune.
Max
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AFRICA/SUDAN - Venti di guerra tra Sudan e Sud Sudan

Khartoum (Agenzia Fides) - "A Khartoum la popolazione segue sui media la guerra di parole tra il governo del Sudan e quello del sud Sudan. Per il momento quindi la situazione è calma, ma non si sa se alle parole poi seguiranno i fatti" dicono all'Agenzia Fides fonti della Chiesa dalla capitale del Sudan, che per prudenza chiedono l'anonimato.
Il Sud Sudan e il Sudan hanno infatti annunciato di aver schierato le rispettive truppe lungo il confine. La tensione tra i due Stati si è acuita dopo che il Sud Sudan ha deciso di bloccare le sue esportazioni di petrolio attraverso il territorio del Sudan, come ritorsione alla confisca da parte delle autorità di Khartoum di un carico di greggio sud-sudanese, ritenuta una forma di risarcimento di tasse doganali non pagate (vedi Fides 16/1/2012). 
Il Sud Sudan inoltre sta cercando vie alternative per esportare il proprio greggio, in modo da evitare il territorio sudanese. Una società texana è stata incaricata di uno studio di fattibilità per un oleodotto che sfoci a Gibuti, mentre rimane sul tavolo il progetto per costruire un'altra pipeline che passi per Lamu in Kenya, al confine con la Somalia. E proprio per proteggere questa futura infrastruttura che l'esercito keniano, secondo alcuni osservatori, ha invaso il sud della Somalia, nella speranza di creare condizioni di stabilità al confine tra i due Paesi. La questione del petrolio sembra quindi essere un elemento comune a queste due importanti aree di crisi africane, al di là di altri fattori, che non vanno comunque sottovalutati. (L.M.) (Agenzia Fides 9/2/2012)

English version: http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=30965&lan=eng

Source: www.fides.org

mercoledì 8 febbraio 2012

Quote of the day - Frase del giorno

Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica Aeronautica, 
il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. 
Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare.
Igor Sikorsky

lunedì 6 febbraio 2012

Zucchero - Il suono della domenica


Bellissima !!

Mani pulite... lavate da chi?

Il 17 febbraio ricorre il 20° anniversario dell'inizio dell'inchiesta così detta "mani pulite". Per l'esattezza il 17 febbraio di 20 anni fa fu arrestato il primo grande indagato di mani pulite Mario Chiesa. Quel preciso momento segnò l'inizio della fine di molti personaggi di spicco della politica e dell'imprenditoria italiana.

Questo in apparenza, dal momento che a distanza di 20 anni non sembra cambiato nulla, a parte i pochi indagati che in quel momento di crollo dei loro imperi, optarono per il suicidio, uscendo definitivamente di scena.

Proprio questo aspetto potrebbe essere interessante. Questa sera ho visto la trasmissione di Fabio Fazio, "Che tempo che fa", su RAI3, Uno degli ospiti in studio era l'ex-magistrato di mani pulite Gherardo Colombo. 
Colombo si trovava in trasmissione per presentare un libro intervista, nel quale egli stesso ripercorre le varie tappe dell'inchiesta più famosa degli ultimi 20 anni.

Tra le varie domande a cui Colombo ha risposto, il conduttore Fazio ha chiesto che tipo di impatto ha avuto la stampa e l'informazione TV sull'inchiesta.

Colombo ha risposto che l'attenzione mediatica sui fatti di mani puliti, ha creato non pochi problemi all'inchiesta stessa, dal momento che i magistrati inquirenti non erano più liberi di muoversi senza essere accompagnati da giornalisti e telecamere. 

Una bella intervista, valutata in un quadro generale. Riguardo alla domanda citata però, sia la domanda che la risposta non sono state completamente esaustive. Come lo stesso conduttore ha ricordato, quello di mani pulite è stato il primo procedimento penale seguito a tempo pieno dai media.

Me la ricordo bene l'inchiesta di mani pulite in televisione. Di Pietro divenne il sostituto procuratore più famoso d'Italia: "tu sei Di Pietro e su di te fonderò... (non la mia Chiesa)... la giustizia suprema". 
Tutti i telegiornali iniziarono di punto in bianco a parlare di corruzione e concussione, di tangenti (non dal punto di vista della geometria), di coinvolgimento dei partiti, degli imprenditori, del registro degli indagati e dell'avviso di garanzia. .

Termini nuovi per la maggior parte delle persone che guardavano i telegiornali. Sono sicuro che la maggior parte delle persone fa ancora fatica a definire i concetti di corruzione e concussione. Pochissimi conoscevano il significato dell'informazione di garanzia e del registro delle persone indagate. 

I mass media in quel momento iniziarono a fare nomi e cognomi di persone indagate, arrestate in via cautelare e soprattutto, senza spiegare la differenza che c'è tra un indagato e un condannato, uno iscritto nel registro degli indagati e uno rinviato a giudizio, iniziarono a produrre decine e decine di servizi televisivi e articoli di giornale, sbandierando nomi e cognomi di politici, imprenditori e amministratori pubblici.

In quel momento, per la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica, essere iscritto nel registro degli indagati equivaleva ad essere colpevole, ben prima di arrivare ad un processo.

In quel periodo fu inventato il processo mediatico. Attività che si è specializzata nel corso degli anni, trasformandosi in quello che vediamo oggi. Per molto tempo l'attore principale, il protagonista del processo mediatico è stato Berlusconi, additato come un criminale ogni volta che veniva iscritto nel registro degli indagati, poi dimenticato ogni volta che veniva assolto. 

I nuovi processi mediatici riguardano l'omicidio di Cogne, l'omicidio Scazzi, il caso di Melania Rea, l'omicidio Meredith, tutti fatti che ad oggi fanno odiens e danno ragione di esistere a molti programmi TV. Tutte inchieste dove sembra che i giornalisti siano più in gamba degli inquirenti. Quasi tutti casi che non arrivano ad una conclusione, o nella migliore delle ipotesi si concludono lasciando molti dubbi e molte ombre, almeno nell'opinione pubblica.

Per tornare all'inchiesta mani pulite, l'attenzione spasmodica che i media dedicarono a quei fatti, senza una adeguata informazione sul significato di quell'inchiesta e sui suoi passaggi, fece si che gli indagati eccellenti, fossero additati come ladri e come colpevoli, ben prima che venisse istruito un processo a loro carico. Alcuni degli indagati eccellenti di quel periodo si suicidarono; ma perché si suicidarono? 

Non riuscirono a sopportare il crollo del loro impero e del loro potere? O non riuscirono a sopportare la distruzione mediatica del loro nome, molto prima di essere giudicati in tribunale? (Magari per poi essere assolti?)

domenica 5 febbraio 2012

EGITTO: All'interno della protesta di Piazza Tahrir si sono infiltrati gruppi violenti

Si complica la situazione in Egitto, adesso diventa difficile capire chi è dalla parte della ragione e chi dalla parte del torto.

La protesta di Piazza Tahir si sta trasformando lentamente da un emblema contro la dittatura ad una protesta violenta senza più ragione di esistere. 

L'entusiasmo e la voglia di protesta per la libertà inscenata in un primo momento, oramai mesi e mesi fa, sta lasciando il posto ad una manifestazione di violenza e a proteste portate avanti da gruppi diversi e per ragioni diverse, che hanno in comune solo il modo violento di manifestare senza fare proposte concrete.

Ci saranno anche gruppi che fomentano la folla, ma il successo di questi gruppi nel creare il caos, è direttamente proporzionale alla mancanza di comprensione dei problemi reali da parte della gente che protesta. 

Con i progressi verso l'elezione di un governo "democratico", l'Egitto inizia a somigliare un po' all'Italia, dove si protesta e si sciopera per i motivi più disparati, con continue infiltrazioni da parte di gruppi anarchici o estremisti, sempre per dire che ciò che viene fatto dalle istituzioni non va bene, ma senza formulare alcuna proposta alternativa, sfociando regolarmente nella violenza.
Max
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AFRICA/EGITTO - All'interno della protesta di Piazza Tahrir si sono infiltrati gruppi violenti

Il Cairo (Agenzia Fides) - "Dopo la preghiera del venerdì si vedrà se vi saranno altri scontri. La sensazione è che purtroppo vi saranno nuovi scontri" dicono all'Agenzia Fides fonti locali dal Cairo, dove ieri ci sono stati degli scontri di fronte al Ministero dell'Interno. Sempre ieri, 2 febbraio, a Suez due manifestanti sono rimasti uccisi e 30 feriti, nel corso della protesta per i 74 morti di due giorni fa a Port Said, al termine di una partita di calcio (vedi Fides 2/2/2012).
"Oggi i giovani di Piazza Tahir non sono più del tutto gli stessi rispetto a quelli che hanno avviato la rivoluzione che ha portato alla caduta di Mubarak, un anno fa" spiegano le fonti di Fides. "Nella protesta di Piazza Tahrir ormai sono associate componenti più violente e disilluse sulle prospettive future del Paese. All'interno dei gruppi che scendono in piazza a protestare vi sono inoltre persone che sono state segnate dalla rivoluzione: chi ha perso dei familiari, altre sono state ferite o hanno subito lesioni gravissime. Si è quindi creata una spirale di vendetta, anche perché coloro che hanno guidato la repressione sono ancora al potere"
"Non si può infine escludere la presenza di provocatori per creare disordine" continuano le fonti. "È un vecchio trucco: più si crea la percezione del caos e più la gente è disponibile ad accettare una restrizione delle libertà civili pur di avere garantita la sicurezza. Questo per permettere l'estensione della legislazione d'emergenza che offre ampi poteri ai militari, che ancora controllano il potere esecutivo".
In questo quadro se i Fratelli Musulmani, che hanno già vinto le elezioni per la Camera Bassa, vinceranno anche al Senato, come probabile, forse vedranno un loro candidato diventare Capo dello Stato, quindi si preparano a governare il Paese. "Guardando il sito dei Fratelli Musulmani - spiega la nostra fonte - si vede che loro si dissociano dalle violenze e tendono di nuovo a riproporre le vecchie interpretazioni secondo le quali i disordini sono provocati da 'mani straniere'. È un modo per dire che chi è contro il governo è un traditore della patria. Comunque la fratellanza, non essendo ancora al governo, si trova in una posizione mediana tra l'esercito e il resto della popolazione" concludono le fonti di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 3/2/2012)


sabato 4 febbraio 2012

La fine dei Templari


Un libro che ripercorrendo la fine del più noto  e tra i più antichi ordini religiosi militari della storia.
I Cavalieri Templari

"Non nobis Domini, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam"
"Non per noi Signore, non per noi, ma per il Tuo nome dai la gloria"


giovedì 2 febbraio 2012

Kosovo: è sloveno il nuovo rappresentante EU...

Dopo il lungo periodo dell'olandese Peter Feith alla guida della missione europea in Kosovo, è venuto il momento di Samuel Zbogar, diplomatico sloveno di lungo corso ed ex Ministro degli Esteri.
Dalle prime dichiarazioni sembra che l'obbiettivo principale del nuovo Alto Rappresentante sia di trovare una soluzione alle tensioni tra i serbi del Nord e il governo albanese di Pristina.

Ottimo, chi meglio di un diplomatico che proviene da un paese della ex Yugoslavia? In particolare dal primo paese a staccarsi dalla Federazione Yugoslava senza peraltro dover ricorrere alla guerra come hanno fatto Bosnia Herzegovina e Croazia?

Chi più di lui può capire il malessere dei serbi nel sottostare ad un governo che non li rappresenta; chi più di lui può comprendere le mille ragioni che non rendono possibile l'accettazione del "dictat" europeo di sottomissione dei serbi del Nord al governo di questo Kosovo così male assortito.
La nomina di uno sloveno alla carica di EUSR (European Union Special Representative) potrebbe segnare una svolta nella risoluzione della crisi se non fosse che per un piccolo neo che noi, "mal pensanti" dobbiamo per forza di cose notare:

Zbogar è stato Ambasciatore sloveno negli Stati Uniti dal 2004 al 2008 e quindi persona nota all'amministrazione americana. Fatto non da pocom visto il coinvolgimento degli Stati Uniti nel Kosovo.
Quale è stato il ruolo e il peso degli Stati Uniti nella nomina di Zbogar a EUSR? Quale è stato invece il ruolo della Comunità Europea?

Si potrebbe dire che "è cambiata l'orchestra ma la musica è rimasta la stessa", molto probabilmente con toni più pacati rispetto alla gestione precedente di Feith. Probabilmente gli USA hanno supportato la nomina di Zbogar perché uomo in linea con le aspettative americane in Kosovo, mentre la Comunità Europea ha accettato passivamente la scelta americana come di solito avviene, non potendo contrastare "la voce del padrone".

In conclusione nulla è cambiato, la linea è ancora quella dell'illogicità e dei controsensi europei e della pratica americana di ingerenza e contrasto alla Serbia. Illogicità e controsensi perché siamo passati da un olandese (Feith) che proviene da un paese non amico con la Serbia a causa dei noti fatti di Srebrenica, a uno sloveno che dovrebbe capire le ragioni della minoranza del Nord del Kosovo, ma che con estrema probabilità perseguirà il target americano di sottomissione del Nord Kosovo al governo di Pristina. 

Se il nostro punto di vista è corretto, Zbogar non sarà l'uomo che risolverà i problemi tra Nord e Sud Kosovo anzi, la crisi sarà destinata a durare ancora a lungo.