"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

domenica 31 dicembre 2017

Un libro sulle stragi della strada...

"Strage continua" è un libro che tratta l'argomento degli incidenti stradali. Le ragioni per cui essi accadono, il perché sulle strade muoiono così tante persone, le leggi, le differenze tra l'Italia e gli altri paesi europei in materia di sicurezza stradale, non senza polemica.
Devo fare due considerazioni su questa lettura: 
la prima, di carattere personale, è che se ho letto un libro del genere gli ultimi giorni dell'anno, significa che anche nel 2017 qualche cosa non è andata per il verso giusto. Forse era meglio leggere una fiaba anziché un libro che parla di migliaia di vittime della strada. Ma questa è una considerazione che esula dal merito.
La seconda riflessione, riguarda più da vicino la
lettura. Il contenuto del libro è chiaro, nelle strade ci sono più morti che in molte guerre e altrettanti feriti. L'infortunistica stradale comporta spese assurde per il servizio sanitario nazionale e tempi lunghissimi per la giustizia, con pene che talvolta non sembrano proporzionate al danno fatto .
Bene. Questi sono dati di fatto e spetterebbe al legislatore porvi rimedio. C'è però un aspetto che a mio parere andrebbe considerato: quando io ero piccolo mi veniva insegnato il significato dei segnali stradali alla scuola materna. Avevo non più di quattro anni e avevo già imparato che i segnali triangolari indicavano che c'era un pericolo.
Non mi risulta che questa buona pratica sia ancora in voga al giorno d'oggi.
E' anche vero che quando ero piccolo io non esistevano i telefonini che oggi sono il più grande pericolo per chi guida, sia direttamente, ovvero quando siamo noi ad avere il telefono in mano e tendiamo a distrarci dalla guida, sia indirettamente, quando il telefono lo tiene in mano un autista che proviene dalla direzione opposta, oppure da dietro di noi, oppure giunge al nostro stesso incrocio.
Ecco, proprio l'autista con il telefonino in mano mentre guida, quello è il vero assassino della strada.
Eppure sembra sempre più una cosa normale. 
Sarà anche vero come dice l'autrice del libro che in Italia si fanno meno controlli stradali che negli altri paesi (io non credo che la differenza sia così grande), ma è altrettanto vero che i controlli in Italia sono spesso sbagliati.
L'autovelox a tradimento dietro una curva o dietro ad un albero, per fare un esempio, senza la contestazione dell'infrazione, non serve a far cessare il pericolo della guida ad alta veocità. L'autista colto dall'autovelox, andrebbe fermato subito sia per contestargli la violazione, sia per fare in modo che smetta immediatamente di creare un pericolo alla circolazione. 
Purtroppo l'autovelox delle varie polizia municipali e provinciali, serve solo a far fare cassa alle rispettive amministrazioni.
Soldi che piovono nelle casse di comuni e province e che in molti casi le stesse amministrazioni calcolano nei bilanci preventivi, Incredibile! Sanno già che l'autovelox porterà ad introiti per tot centinaia di migliaia di euro, come se si trattasse di una tassa qualsiasi.
In conclusione voglio quindi dire che, pur non concordando con la polemica sulla correttezza o meno di leggi e leggine fatte tra governi di destra e governi di sinistra, va riconosciuto che la strada è probailmente il luogo di incontro più frequenetato da tutti. Il luogo più sociale, al giorno d'oggi pià delle piazze (almeno da quando esistono i telefoni cellulari ed internet). Le strade sono il luogo più frequentato al pari della rete internet, il posto dove non solo tutti vanno, ma tutti hanno bisogno di andare.
Le regole che ci siamo dati per l'utilizzo della strada sarebbero più che sufficienti per usarla tutti in maniera appropriata. Purtroppo il problema non sono le regole, il problema sta nel metabolizzare le regole stesse, comprenderne la validità e la necessità, nell'usarle e rispettarle in modo appropriato. 
Mentre la rete internet non necessità di regole (almeno per evitare scontri, anche se di regole in altri ambiti ne servirebbero e come), la rete stradale necessita di preparazione prima di essere utilizzata. Significa che la patente non andrebbe data a tutti come avviene al giorno d'oggi ma servirebbe più severità sia nel valutare la preparazione teorica, ma anche la pratica. Non basta saper spingere sul freno o sull'acceleratote, l'autista andrebbe preparato anche a gestire delle emergenze che si possono presentare, non ultima quella di cambiare una gomma forata o sapere quando montare le catene da neve.
Manca, come dice anche l'autrice del libro, un appropriato investimento all'educazione stradale.
Questo è vero, ma in Italia, manca una educazione civica generale. Manca per esempio l'educazione a chiedere lo scontrino del caffé al bar perché non capiamo che quello scontrino nel lungo periodo ci permette di far pagare le tasse a chi le deve pagare e diminuisce la pressione fiscale su tutti. Ci manca la conoscenza di base delle regole che stanno al fondamento della nostra società. Chi tra le nuove generazioni conosce l'articolo uno della Costituzione? 
Una volta si faceva un'ora di educazione civica a scuola, era poco, ma adesso hanno tolto anche quella.
Oggi come oggi chi guida ma anche chi non guida, vive le proprie relazioni sul telefonino, in un mondo virtuale dove non ci sono scontri fisici e lo spazio assume una dimensione nuova rispetto alla realtà. Sul web non ci sono scontri, lo spazio virtuale di un utente non si sovrappone mai a quello di altro utente. 
Su un computer se si sbaglia una cosa, la si cancella e la si fa ripartire da capo. Si spenge e si riaccende il computer e tutto riparte. Purtroppo questo non è previsto in realtà. Se due corpi fisici tentano di occupare lo stesso spazio si verifica uno urto, si provoca uno scontro e molto spesso a seguito di uno scontro ci si fa male.
In conclusione per utilizzare le strade serve disciplina, non basta la spregiudicatezza e la praticità che oramai imperversa sulle strade virtuali di internet. Per strada si deve essere concentrati su quello che si fa altrimenti si rischia di morire o di uccidere qualcuno. 
Tale senso di responsabilità va impresso negli utenti della strada ad opera delle istituzioni appropriate, sia per il rilascio della patente, sia per le successive valutazioni di persistenza dei requisiti per la guida, sia in materia di controlli stradali. 
Significa che per ogni incidente, oltre alla responsabilità maggiore di chi lo ha provocato, una piccola percentuale di colpa andrebbe imputata a chi ha rilasciato la patente del guidatore, a chi ha costruito veicoli che superano agevolmente i limiti di velocità, a chi fa le multe con gli autovelox nascosti ma non investe in sicurezza stradale effettiva, a chi non ripara le buche delle strade, nonostante le multe incassate.
C'è poi la nota dolente dei processi che durano anni e le pene troppo lievi per il danni fatto. Anche su questo si potrebbe parlare per ore, ma oramai l'anno vecchio sta per finire. Speriamo solo che con l'anno nuovo qualche cosa cambi, anche per la circolazione stradale.



lunedì 25 dicembre 2017

Buon Natale


Buon Natale nella speranza che, con la moda che a Natale siamo tutti più buoni, si pensi per un istante anche agli anziani, pensionati INPS, soli e che pagano il ticket e i medicinali, oltre che ai migranti nigeriani di 90 Kg, muscolosi e in età lavorativa, che chiedono l'elemosina davanti ai supermercati, mangiando tre volte al giorno gratis.

Speriamo che qualcuno pensi anche a quei discgraziati italiani che vivono in condizioni precarie, anche con il freddo dell'inverno e l'unico posto dove possono trovare qualche cosa da mangiare è la mensa della Caritas.

Speriamo che qualcuno pensi a chi ha bisogno, tra i nostri connazionali... non solo ai migranti africcani e non solo a Natale. Per chi governa e chi ha a sufficienza per se, Natale dovrebbe essere tutti i giorni... e non solo il 25 dicembre.

Buon Natale.... a tutti.

lunedì 18 dicembre 2017

Seppellire il Re... dove si deve seppellire il Re

Dopo 70 anni dalla morte avvenuta nel 1947, la salma di Vittorio Emanuele III, già Re d'Italia, è rientrata in Italia tra le polemiche di partigiani, Comunità Ebraica e qualche ignorante.
Vittorio Emanuele III era un militare e come tutti i militari deceduti fuori dall'Italia, è giusto che torni in Patria con un volo di Stato. Questo basta per porre fine alla polemica sterile di ebrei e partigiani comunisti, questo deve bastare, perché in Italia questo è previsto indipendentemente dal fatto che piaccia o no e indipendentemente da quale parte e quale colore governi il Paese.

I polemici più attivi sostengono che far rientrare in Patria la salma del Re, sia offensivo per la memoria. Vogliamo veramente parlarne di questa memoria?
Per oltre 70 anni l'Italia ha vissuto nell'onta della vergogna per quanto successo durante la Seconda Guerra Mondiale. Ha pagato e paga le colpe di italiani di altre generazioni così a lungo che a forza di chiedere scusa si rischia che qualcuno, non si senta più così responsabile o colpevole. 

E poi tante polemiche su Vittorio Emanuele III che ha appoggiato Mussolini? Sfido chiunque in quel momento storico ad opporsi a Mussolini! In Italia e anche all'estero!

Anche tanti di quegli ipocriti che oggi si dichiarano fortemente antifascisti, durante il ventennio hanno sicuramente gridato "viva il duce" quando la situazione lo richiedeva, altrimenti non sarebbero qui a lamentarsi. Soprattutto i partigiani dell'ultimo secondo che non hanno sparato un colpo e hanno cambiato fazione in base alla convenienza del momento.

E poi, polemiche a parte, la nostra tradizione cattolica ci suggerisce compassione in morte anche per chi in vita non è stato proprio un santo. In fin dei conti seppelliamo tutti: terroristi rossi, neri, stupratori, ladri (anche quelli istituzionalizzati) e criminali di ogni genere. L'unico a cui è stata negata una sepoltura decente è Erik Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine, ma questa è un'altra storia.

Le "solite vittime", tra ebrei moderni e partigiani di estrema sinistra, avrebbero preferito che la salma di Vittorio Emanuele III rimanesse all'estero. Al contrario spero che, sulla base delle tradizioni e delle consuetudini, del diritto vigente in Italia, che fortunatamente ci fa vivere in un paese libero, democratico e pacifico (a parte qualche eccesso anarchico o di estrema sinistra), Vittorio Emanuele III, a 70 anni dalla sua morte, sia tumulato al Pantheon accanto agli altri sovrani di casa Savoia, come prevede la tradizione e senza che ciò cancelli la memoria dell'ultimo secolo. 

Senza che ci siano ripensamenti verso le vittime dell'olocausto e verso il percorso democratico intrapreso dall'Italia sin dalla fine dell'ultima guerra.

domenica 10 dicembre 2017

Quote of the day - Frase del giorno


La logica vi porterà da A a B.
L’immaginazione vi porterà dappertutto

(Albert Einstein)


sabato 9 dicembre 2017

L'estremismo di destra fa notizia, quello di sinistra no... chi sa perché?

E' di due giorni fa la notizia di una bomba esplosa davanti alla Caserma dei Carabinieri di San Giovanni a Roma. Un episodio rivendicato dai movimenti anarchici e che, a parte le "braking news" delle prime ore, dopo un giorno è scomparso dalle notizie principali su tutti i media. Neanche on-line c'è un posto aggiornato a meno di due giorni fa.

Al contrario, a distanza di giorni si parla ancora della pacifica, se pur arbitraria lettura del comunicato degli Skinheads di Como, all'interno di un circolo culturale di sinistra, con sede in quel capoluogo.

Per quel fatto si trovano continui aggiornamenti anche in rete, quasi ora per ora.

Ma è veramente possibile che la lettura di un comunicato innocuo da parte di un gruppo di estrema destra, di provincia, faccia più notizia di una bomba (vera) fatta esplodere da un gruppo di estrema sinistra, davanti ad un luogo che rappresenta l'autorità dello Stato, nella Capitale?

In Italia non siamo nuovi a questo tipo di "informazione". In Italia fa più notizia la nazionale di calcio che non va ai mondiali che le elezioni amministrative, il terremoto o il terrorismo.

Comunque vadano le cose e indipendentemente dal tipo di notizie che l'italiano medio predilige, dietro l'atto terroristico di Roma di due giorni fa, sembra esserci una vera e propria volontà di non parlarne, mentre sembrerebbe altrettanto chiara la volontà di parlare male, come al solito, dei movimenti di estrema destra che esprimono le proprie idee in maniera sicuramente più pacifica degli anarchici.

Complimenti, avanti così...



venerdì 1 dicembre 2017

The Place


Questo brano fa parte delle colonna sonosra del film "The Place".
Uno dei più belli che ho visto quest'anno e solitamente non sono un appassionato del cinema italiano.

-°-°-°-°-
A proposito del film "The Place":

Fino a dove saresti disposto a spingerti per esaudire i tuoi desideri?
Come ti cambierà ciò che farai per realizre quello che vuoi?
Varrà veramente la pena di fare quello che ti viene chiesto per ottenere ciò a cui aspiri?
Oppure eseguendo ciò che ti viene chiesto in cambio dei tuoi sogni, ti accorgerai che alla fine i tuoi desideri non valgono le azioni che devi compiere.

-°-°-°-°-

"Tutti quanti, prima o poi, siamo costretti a guardare noi stessi allo specchio 
e vedere chi siamo davvero".
Anonimo