"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 12 giugno 2013

Kosovo 1998: quanto sono costate agli USA le armi fornite a UCK: La Voce della Russia

Pur tenendo a mente che i mass media non divulgano notizie per il bene di qualcuno o qualcosa, tranne che per il loro interesse di vendere, essere letti o ascoltati, o per mero interesse di una parte politica, di bandiera o di colore; tanto meno scrivono in onore della pura e semplice verità...
ogni tanto, per qualche strana combinazione, ci sono fatti che vengono riferiti proprio per come sono accaduti...
in questi casi vale la pena fare il poco che possiamo affinché vengano letti o ascoltati da più persone possibile.
La verità, per quanto si cerchi di nasconderla, prima o poi viene fuori...



Kosovo 1998: quanto sono costate agli USA le armi fornite a UCK: La Voce della Russia


Il presidente degli USA Bill Clinton non è stato amato nel Congresso USA perché per la disgregazione della Jugoslavia sono state spese ingenti somme di denaro che sarebbero potute essere investite in altri programmi.

Secondo le stime più modeste, la crisi nei Balcani è costata ai contribuenti statunitensi e occidentali 250 miliardi di dollari. Per questi soldi si sarebbe potuto costruire alcune nuove Jugoslavie e creare nei Balcani il paradiso eterno sulla terra. Invece tutti gli ultimi inquilini della Casa Bianca con un’invidiabile ostinazione hanno cercato di creare nella regione “area d’instabilità permanente”. Sono in molti ad aiutarli, ma soprattutto gli albanesi americani, che da tempo sono considerati molto influenti.

Oggi negli USA vivono tra 300 e 500 mila albanesi. Mentre in precedenza tutti loro sostenevano Ibrahim Rugova, all’inizio del 1998 la maggioranza è passata al “gruppo di sostegno” di Hashim Thaci. Sui suoi conti sono stati trasferiti legalmente da oltreoceano quasi 2 miliardi di dollari. Certamente una parte di queste somme è stata spesa per le armi e per la creazione di UCK. Tuttavia una parte – per sostenere l’immagine di Thaci e della sua squadra. I tecnologi politici hanno velocemente trasformato gli ex comandanti in campo in autorevoli e rispettabili leader politici. In primavera del 1998 gli americani, inaspettatamente per il mondo intero, hanno rinunciato alle operazioni per la ricerca di depositi d’armi segreti dei guerriglieri albanesi e al perseguimento dei più “attivi” estremisti.

Guadagnare nel Kosovo, facendosi schermo dei “diritti dell’uomo” (per qualche motivo, soltanto di etnia albanese), era possibile. Se i ricchi “padroni” ordinano questo o quello “scenario balcanico”, allora perché non attuarli? Gli attori erano numerosi, e la stragrande maggioranza di loro ha già imparato da tempo a sparare e a uccidere la popolazione serba. Washington ha semplicemente giocato le “partite combine” con Hashim Thaci e la sua gente che sono riusciti molto presto a ringraziare i loro protettori americani. Gli USA hanno occupato il posto di Tito e, tramite “troiani kosovari” hanno definitivamente messo i Balcani sotto il proprio controllo vigilante – militare, ideologico ed economico.

Certamente non solo gli americani, ma anche i vicini di Tirana, hanno aiutato Thaci. Già dopo la crisi albanese del 1997, quando la popolazione ha distrutto tutti i depositi d’armi appartenenti all’Esercito popolare albanese, era diventato chiaro che in breve tempo tutti i “Kalashnikov” sarebbero andati a finire nelle mani di UCK.

Il business delle armi è stato avviato velocemente e attraverso il confine aperto sono stati inviati regolarmente carichi d’armi per Thaci e uomini al suo comando. Inoltre nel Kosovo si sono precipitati rappresentanti della diaspora albanese da tutto il mondo. Sono confluiti nelle file dei combattenti di UCK. Grazie al commercio delle armi i secessionisti hanno avuto la possibilità di armarsi. Attraverso il confine con la Repubblica Federale di Jugoslavia sono stati forniti non solo i “Kalashnikov”, ma anche armamenti pesanti, proiettili anticarro.Nel corso di qualche anno il Nord dell’Albania era rimasto fuori controllo da parte del governo centrale. Era il territorio dove le bande rivali si contendevano il mercato, ingaggiando le sparatorie e terrorizzando la popolazione. Tutti si sono lanciati nella speculazione delle armi, offrendo a prezzi stracciati i mitra, le bombe a mano, i mortai, le munizioni provenienti dalle caserme depredate in Albania. La domanda era alta: chiunque poteva in un attimo fare una fortuna, rendendosi perfettamente conto che i kosovari pagavamo generosamente per le armi. Gli speculatori sono riusciti a inondare Kosovo con una tale quantità di mezzi militari che sarebbero bastati per armare alcuni eserciti. A volte le forniture d’armi erano in mano alle bande criminali. Nessuno però temeva che al business poteva essere posta la fine. Sono diventati “alleati” degli americani e non si combattono gli “alleati” ma si fa l’amicizia con loro e gli si aiuta. L’importante – è di fare tutto negli interessi di UCK e contro gli interessi della Repubblica Federale di Jugoslavia. Allora l’impunità è assicurata.

Pubblicato il 09-06-2013 su: http://italian.ruvr.ru/

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