Anche oggi nel mondo e anche in Italia si è data notizia "dell'ennesimo successo americano contro il terrorismo"....
In due parti del mondo, in Libya e in Somalia, le truppe americano avrebbero catturato un pericoloso terrorista legato ad Al-Qaeda che si aggirava per le strade di Tripoli (a cui tra l'altro era stato dato asilo politico nel Regno Unito negli anni '90). Oltre a questo, sempre le truppe americane, avrebbero distrutto una base dei militanti Al-Shabaab in Somalia, in risposta a quanto avvenuto in Kenya non più di una settimana fa.
Bene... nonostante questo basti a far pensare all'opinione pubblica che da oggi il mondo è più sicuro e che la lotta al terrorismo procede bene (sembra di leggere 1984 di Orwell e io spero di non fare la parte del Signor Winston), cerchiamo di vedere questi fatti sotto un'ottica leggermente diversa e soprattutto cercando il punto di osservazione di chi subisce le aggressioni altrui....
L'attuale governo libico si è in effetti lamentato dell'ingerenza militare americana. L'azione di cattura del così definito terrorista islamico in territorio libico è avvenuta senza preavviso e senza il preventivo consenso delle autorità nazionali libiche, proprio come era avvenuto per l'omicidio di Osama Bin Laden in Pakistan.
Considerando che gli Stati Uniti si trovano ad almeno 9 ore di aereo dalla Libya, questo la dice lunga su quanto sia versatile "la falange armata di Obama" e quanto essa sia immune dal rispetto di qualsiasi legge e di qualsiasi confine.
Diciamo pure che fino a quando c'era Gheddafi, la Libya era immune dai movimenti estremisti islamici, infatti le porte verso l'Europa erano protette proprio dal leader non allineato della Libya che teneva a bada movimenti tribali avversi al suo potere, ma anche eventuali alleanze con estremisti e gruppi radicali fondamentalisti islamici.
Poi l'Occidente ha avuto la brillante idea di giustiziare senza processo il leader libico perché ci faceva pagare troppo caro il suo petrolio (la protezione dei diritti umani non centra niente, la Libya di Gheddafi era uno dei paese africani con il reddito pro-capite più altro e il paese africano a cui tutti i paesi occidentali e orientali avevano venduto armi a non finire).
Crollato il potere forte in Libya, rimpiazzato da un governo riconosciuto dall'Occidente ma che di fatto non governa il proprio territorio, è subentrato il problema terrorismo islamico che attecchisce in maniera impressionante dove non ci sono autorità fortemente radicate (e noi lo avevamo già preannunciato). Con l'insediamento del terrorismo, si rende anche necessario un intervento arbitrario americano che dimostra l'inefficacia del nuovo sistema di potere instaurato in Libya, ma che tristemente dimostra quanto il terrorismo si espanda proprio in conseguenza delle guerre occidentali.
Teniamo presente che un leader terrorista catturato, non significa che i terroristi in Libya se ne sono andati, l'azione americana era mirata a quella singola cattura, non a debellare cellule terroristiche insediate in Libya.
C'è una considerazione ulteriore da fare: nessuno vorrebbe essere vittima dei terroristi islamici, gente senza scrupoli che pur di creare danno all'occidente sarebbe disposta a farsi esplodere.
Ma chi vorrebbe essere vittima di un'aggressione militare americana non autorizzata da nessuno? Svegliarsi a casa propria con la canna di un fucile in bocca e circondato da militari americani non sarebbe sicuramente presagio di una buona giornata...
Eppure tutto questo succede. Non una volta sola: questo succede a seguito di attività costanti di spionaggio, che una volta ogni tanto si tramutano in una notizia "quasi" certa, che scatena un'azione militare arbitraria autorizzata da Obama.
In modo meno marcato, anche le precedenti amministrazioni americane fomentavano guerre (Iraq, Afghanistan, solo per citarne due scatenate da J.W. Bush) e alimentavano movimenti ribelli per destabilizzare governi non allineati alla politica del petrolio americana, o contrari al concetto di "sicurezza interna" degli USA (ad esempio la Syria).
Erano mosse che politicamente ci si potevano aspettare da un repubblicano come Bush, finanziato e autofinanziato dalle multinazionali del petrolio. Manovre mirate al controllo delle risorse petrolifere anche se mascherate dalla protezione dei diritti dei popoli.
Un incremento nel numero delle manovre militari segrete, l'uso smoderato di droni e la totale assenza di un coordinamento internazionale (neanche in ambito NATO) come quello degli ultimi anni ad opera di un democratico, premio Nobel per la Pace, come Obama, fanno pensare a scopi meno materiali come ad esempio il controllo del petrolio. Fanno più pensare all'auto proclamazione dell'America a protettore del mondo e all'elevazione di Obama a custode della pace e della sicurezza dell'America e di tutti i paesi che ad essa si assoggettano.
Fanno pensare a una percezione del rischio da parte americana molto più spasmodica rispetto al passato, ad una necessità di proteggere i propri interessi guardando a confini troppo lontani come quelli della Macedonia di Alessandro Magno, della Francia di Napoleone o della Germania del Terzo Reich; oltre ad un'assunzione di poteri sovrumani, senza controlli ulteriori, quasi "divini", da parte di Obama.
Scordiamoci per un attimo di essere in un paese alleato o comunque nell'area di influenza americana. Mettiamoci per un secondo nei panni dei così detti paesi non allineati: tutti quei paesi islamici che non praticano il terrorismo e neppure approvano il terrorismo islamico, mettiamoci anche nei panni della Korea del Nord, di tanti paesi cento e sud americani e di altri paesi che rivendicano la propria indipendenza in politica interna e nei rapporti con gli altri Stati...
In quest'ottica qual'è la differenza tra l'azione dei terroristi islamici e quella delle truppe di Obama? Entrambi tentano di annientarsi a vicenda, entrambi sparano e colpiscono con i mezzi che hanno a disposizione, entrambi credono di essere dalla parte della ragione, entrambi non concepiscono un modo di pensare diverso dal loro.
Obbiettare che gli americani non si fanno esplodere in mezzo a folle di civili non è sufficiente, dal momento che quando si tratta di attacchi di droni o bombardamenti, anche gli americani accettano un discreto numero di "danni collaterali" (si legga vittime civili) pur di raggiungere il loro scopo.
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Nel frattempo in Italia piangiamo le vittime di Lampedusa. Oltre 200 morti (destinati ad aumentare e che non contano tutti i morti di precedenti viaggi della speranza), tutti immigrati clandestini africani, in prevalenza somali, che fuggono da un paese ancora lontano dal trovare un assetto democratico; da un paese dove i terroristi di Al-Shabaab (che sembravano annientati, sui mass media lo erano) sono ancora più forti che mai.
Civili che fuggono dalla Somalia dove dopo anni di gestione transitoria supervisionata dalle Nazioni Unite, siamo ancora al punto di partenza; dove nonostante la presenza di migliaia di truppe dell'Unione Africana (con mandato ONU), non si riesce a creare un governo che controlli il territorio.
In questi paesi l'intervento si limita alle solite rappresaglie militari americane (senza mandato ONU), dove viene devastata una presunta base dei terroristi, ma dove non si ha intenzione di intervenire per dare sollievo alla popolazione civile, costretta a scappare per poi morire in prossimità delle coste italiane.
Ancora una volta mettiamoci per un istante "dalla parte del torto" e valutiamo se i morti di Lampedusa sono da attribuire alla Legge Bossi-Fini, alla Guardia Costiera italiana, oppure ad un intervento internazionale inefficace e approssimativo, sia che si tratti di intervento umanitario ONU, sia che si parli di intervento armato americano, nei paesi dove questi viaggi della speranza hanno inizio.