Erik Priebke, capitano delle SS del Terzo Reich, mai pentito per i crimini commessi e soprattutto per la strage delle Fosse Ardeatine, è morto a Roma alla veneranda età di 100 anni.
Questo è il fatto... ora guardiamolo più da vicino, senza pretese di dire qualche cosa di nuovo, solamente proponendo un punto di vista diverso:
dopo la Seconda Guerra Mondiale, Priebke ha vissuto da uomo più o meno libero in Argentina per 50 anni. L'Argentina ha storicamente ospitato e accolto diversi gerarchi nazisti in fuga dopo il crollo del Terzo Reich.
Per quanto questo rappresenti una colpa dell'Argentina nei confronti dei milioni di vittime in attesa di giustizia, va anche detto che la giustizia sicuramente non l'ha fatta il Processo di Norimberga; un processo amministrato da stranieri e non dai tedeschi, dove tutti i nazisti arrestati e presentati alla corte, erano già considerati colpevoli.
L'argomento meriterebbe una disamina accurata ma per i nostri scopi basta e avanza dire che gli altri ufficiali nazisti, superiori in grado a Priebke, Albert Kesselring e Herbert Kappler, sono stati entrambi condannati ed entrambi morti fuori dal carcere nella loro terra natia.
Dopo 50 anni, negli anni '90, l'Italia ha ottenuto l'estradizione del vecchio Priebke. Dopo altri 4 anni di processo lo ha condannato per i crimini commessi quando era ufficiale delle SS a Roma.
Anche qui non ci addentriamo nei particolari della condanna di Priebke che come dicevamo, non era l'ufficiale più alto in grado tra le SS assegnate a Roma.
Comunque vada, Priebke ha scontato la pena che è prevista dalla Legge italiana. Condannato all'ergastolo, ha vissuto in un regime di libertà limitata a Roma per il resto della sua vita.
Priebke ha quindi scontato la pena prevista.
Alla fine l'unica certezza della vita si è verificata anche per Priebke: all'età di 100 anni, è alla fine giunta la sua ora. Adesso le sue spoglie, volente o nolente, come sono venute dalla terra, alla terra torneranno.
Adesso che è morto, Priebke non lo vuole più nessuno:
l'Argentina che lo ha ospitato per metà della sua vita, rifiuta di seppellirlo;
Di rimandarlo in Germania da dove viene, non se ne parla nemmeno;
A Roma non lo vogliono...
Chi sa cosa pensavano le autorità romane quando lo hanno condannato a scontare l'ergastolo a Roma?
Forse pensavano che Priebke vivesse per sempre?
Va bene non rendergli omaggio in chiesa dal momento che il Diritto Canonico non prevede funerali religiosi per chi non si pente dei peccati commessi in vita... Priebke farà sicuramente i conti con la Giustizia Divina.
Due metri quadrati di terra per seppellire il corpo di un vecchio, credo che non si possano negare a nessuno.
Neanche ad un criminale che ha comunque subito una condanna e ha scontato la pena comminatagli come previsto dalla Legge.
Seppellirlo costituisce solo di un gesto di umanità che ci rende diversi da lui.
Per quanto riguarda il rifiuto di seppellire Priebke a Roma per paura che la tomba diventi meta di pellegrinaggio, a questo riguardo credo che se dovesse succedere un fatto simile, ognuno sia libero di andare in pellegrinaggio dove gli pare e piace, fin quando rispetta la Legge ed è in pace con la propria coscienza.
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