"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

lunedì 26 dicembre 2016

Special Forces

Special Forces è scritto con enfasi e spirito patriotico da parte dell'autore.
Sicuramente ha necessitato di una lunga ricerca e documentazione che traspare dai dettagli che descrivono queste truppe americane di elite.
Bel libro per chi è appassionato di preparazione militare, tattiche e tutto quanto riguarda l'addestramento e l'impiego delle truppe più forti e più temute del mondo.

Tra le righe si legge però quell'aspetto inquitante della politica americana, ossia l'interferenza sistematica nella politica di paesi non allineati.
Anche se l'autore descrive il grosso lavoro di training e addestraemento in paesi stranieri (in pratica in tutto il mondo), come un servizio su richiesta del paese ospitante, fa menzione anche della teoria del sistema "stay behind", architettato durante la guerra fredda per arginare una eventuale invasione dell'europa post II Guerra Mondiale, da parte della Russia.

In quel caso nessuno aveva invitato i cugini americani ad addestrare, armare e organizzare un sistema di guerriglia in Italia; o almeno nessuno li aveva invitati ufficialemente, ma oggi sappiamo che tutto questo è accaduto in gran segreto. 

La guerra fredda è ufficialmente finita con il crollo del muro di Berlino, ma di fatto molto poco è cambiato. Nella pratica, quello che veniva fatto durante la guerra fredda, oggi viene fatto su scala molto più ampia e in molti casi in modo esplicito e non più segreto.

In conclusione oltre all'aspetto celebrativo relativo alla selezione durissima, alla preparazione ineguagliabile, ai milioni di equipaggiamenti e tecnologie all'avangardia i uso alle Special forces americane, rimane il dubbio, per chi non è americano, su quale sia l'utilità e lo scopo finale del loro impiego.

Ad oggi sembra che le forze speciali americane siano impiegate in oltre 100 paesi "sovrani" e in alcuni di essi vi risiedono in pianta stabile, fungendo da deterrente per eventuali maleintenzionati, da occhi ed orecchi per il "Big Brother" americano, sempre pronto a "mettersi al servizio" di governi strategicamente rilevanti e/o allineati alla politica di influenza americana.

Un investimento importante, e costante, che evidentemente da i suoi frutti.

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