Come ci si sente ad avere un missile puntato nel giardino di casa?
La risposta è semplice, ci si sente come tutti quei paesi che fino ad oggi sono stati "sotto schiaffo" dall'amica America e tutti quelli che potenzialmente erano, fino ad oggi, a distanza di tiro dei buoni e democratici americani.
Kim sta evidentemente rivendicando il suo spazio nel panorama internazionale egemonizzato dalle superpotenze dichiarate fino ad oggi. Lo stesso diritto che ha rivendicato l'Iran e che è stato vanificato dal così detto dialogo con i buoni amici americani ed europei.
La politica della Corea del Nord non è niente di più e niente di meno che il rifesso della politica estera americana fino ad oggi, con meno chiachiere e più fatti.

L'aspetto positivo della questione è che da oggi, le chiacchiere e l'idiozia della diplomazia internazionale che ha portato a commettere crimini e disastri come in Libia e in Syria, troveranno un nuovo ostacolo, un nuovo spunto di riflessione e un deterrente alla stupidità spregiudicata.
Il pericolo posto dalle armi di Kim, funzionerà sicuramente da deterrente ad altre iniziative sconsiderate in altre zone della terra e, soprattutto, speriamo che porti a riflettere e pensare che sarebbe meglio dialogare tra pari, senza che quelli con le armi più grosse, pretendano di prevalere e di avere sempre ragione.
Più che una dichiarazine di guerra, quella di Kim è un invito alla riflessione. A seguito delle guerre fomentate negli ultimi anni dalle potenze occidentali, tra Libua, Syria, Yemen, Ucraina, e chi sa quante altre in giro per il mondo, con la connivenza di NATO, ONU e Europa Unita, è arrivato il momento di smettere con l'aggressività indiscriminata e considerare "il prossimo" al pari di noi stessi.
"Saggezza e buon senso si ottengono in tre modi:
con la riflessione, che è la cosa più nobile;
attraverso l’imitazione, che è la cosa più semplice;
e con l’esperienza, che è la cosa più amara di tutte".
(Confucio)
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