"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

lunedì 1 gennaio 2018

Si vis pacem, para bellum

E' ancora quantomai attuale, nonostante il tempo che passa inesorabile, il detto: 

"Se vuoi la pace prepara la guerra". 

E' quanto ha fatto la Corea del Nord che, non appena garantita la propria sicurezza esterna con l'arsenale nucleare al pari del "solito nemico di sempre", ha subito dimostrato propensione al dialogo con i propri vicini, storicamente pro americani, fratelli della Corea del Sud. 
Cosa c'è di male in tutto questo? 
Niente!
Kim Jong-Un, come del resto suo padre prima di lui, ha rifiutato di prostrarsi alle pretese americane nel sud est asiatico, rivendicando la propria indipendenza. Non tutti nel mondo sono disposti ad accettare l'America come l'autoproclamato custode della sicurezza di tutti. Soprattutto un'America guidata da persone che propendono al conflitto ovunque nel mondo purché non sia in America, come i leader quelli degli ultimi 20 o 30 anni o da un Presidente confuso come quello attuale, che ha amici tra quelli che fino alla precednete legislazione erano nemici.

Viste le campagne mediatiche che hanno sempre infangato la Corea del Nord a favore dell'ipocrisia occidentale e americana, l'unico modo per affermare la propria identità e il diritto alla propria indipendenza, era quello di mostrare i muscoli, cosa che sembra in effetti riuscita. Senza la "spada di Damocle" americana sulla testa, Kim ha finalmente potuto mostrare i primi segni di apertura nei confronti dei vicine della Corea del Sud.


Un segno di pace, un segno di conciliazione con i propri vicini. Pace fatta, preparando la guerra.
Quale miglior proposito per il nuovo anno se non quello di aprire alla pace, di tendere una mano, dopo aver passato l'anno vecchio a ristabilire i propedeutici rapporti di forza?
Cosa ci possiamo aspettare durante questo anno che è appena iniziato?
Sicuramente la solita campagna mediatica di discredito verso Kim e la Corea del Nord ad opera di tutti i media occidentali, aimè compresi i nostri "piccoli" telegiornali italiani.


Nessun commento:

Posta un commento