Bene dunque...
in Syria ci sono state le elezioni e ha vinto a larga maggioranza il leader in carica Bashar Al-Assad.
Assad ha ottenuto l'88% dei voti nelle zone dove si è potuto votare, ovvero quelle zone sotto il controllo delle autorità e non in balia dei terroristi islamici e dei gruppi dissidenti.
Assad è stato confermato al potere dalla maggioranza della popolazione siriana.
Come c'era da aspettarsi, il mondo occidentale dichiara che le elezioni siriane sono state una farsa e gli elettori sono stati obbligati a votare per Assad.
Certo la percentuale a favore del leader siriano è alta, ricorda un po' quelle con cui veniva eletto Mussolini in Italia o Hitler in nella Germania nazista.
Se veramente fosse stata una farsa Assad poteva fermarsi al 70% o addirittura al 60%. Sarebbe stato un risultato meno eclatante e comunque sufficiente.
Quindi perchè organizzare una messa in scena e vincere con l'88%?
Non c'è motivo. Sarebbe stato un'altro autogol politico. E poi come fanno tutti i paesi occidentali a sapere che ci sono stati brogli elettorali in Syria? Da dove arriva questa informazione?
Nel mio Comune, il nuovo Sindaco è stato eletto con oltre l'80% dei voti, eppure le elezioni sono state regolarissime e democratiche.
Diciamo la verità: Assad non piace all'occidente e soprattutto non piace agli Stati Uniti. Soprattutto il fatto che sia stato rieletto dai siriani, vanifica tutte le campagne di ingerenza e democratizzazione di Europa e America.
Vediamo come vanno le elezioni nei nostri paesi: in quale paese le elezioni sono completamente democratiche?
Nonostante tutti i sorridenti e strapagati monitors dell'OSCE e di varie organizzazioni internazionali, in molti paesi balcanici non si riesce a garantire la democraticità delle elezioni. In altri paesi post bellici succede lo stesso, ma il risultato delle urne viene comunque omologato.
Perché quindi ci deve essere questo accanimento contro la Syria?
Prendiamo finalmente atto della legittimità del Governo Assad, anche se la pensa diversamente da noi. Cercando un dialogo tra pari con la Syria, anziché continuare a trafficare armi e guerriglieri jihadisti e fomentare una guerra per destabilizzare lo Stato.
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