Ho riletto "Il Fu Mattia Pascal" dopo anni.
L'ho letto sul Kindle mentre mi trovavo in viaggio.
E' strano come lo stesso libro riesca a suscitare emozioni diverse, che variano in base a momenti diversi della nostra vita.
Treno, aereo e autobus. Un viaggio tra luoghi geograficamente abbastanza vicini ma estremamente lontani a causa dei collegamenti.
Nelle dodici ore trascorse tra l'inizio e la fine del mio viaggio, anche io mi sono trasformato da una specie di Mattia Pascal inserito nella mia realtà naturale, nel mio mondo dove sono nato, con cui ho familiarità e dove mi muovo a mio agio, ad una specie di Adriano Meis che vive inserito in una realtà con cui ha familiarizzato volentieri e che per un periodo ha fortemente cercato e voluto.
Anche io, come Adriano Meis, ho maturato la convinzione che la mia avventura debba giungere ad un epilogo. E' ora di tornare a casa, tornare a vestire i panni di Mattia Pascal...
...il fu Mattia Pascal, perché quando si ha la fortuna di tornare in luoghi che ci appartengono e a cui apparteniamo, non si torna mai ad essere uguali a quelli di una volta... altrimenti l'esperienza fatta sarebbe stata solo una perdita di tempo.
(@)
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