Ancora una volta stento a comprendere il nuovo linguaggio della politica internazionale e i comportamenti del Premio Noberl per la Pace Barak Obama...
...O meglio capisco la manovra politica del presidente americano ma non capisco l'enfasi e la rilevanza data dai nostri mass media a tali comportamenti di facciata e a tali prese in giro internazionali.
Sorprendentemente nessun programma in prima serata ha affrontato la visita di Obama in estremo oriente sotto un punto di vista diverso da quello del gossip o della visita pacifista in genere.
Il 22 maggio 2016, il presidente americano, dopo aver ritenuto guarite in patria le ferite rimediate con la guerra del Vietnam, si è recato in visita proprio in Vietnam, luogo strategico per mettere il becco negli affari della Cina (come in passato era strategico per "mettere i bastoni fra le ruote" all'Unione Sovietica).
Fin qui nulla di strano, se non che Obama ha voluto sancire la pace definitiva con il Vietnam siglando accordi, tra l'altro, per la vendita e la fornitura di armi...
Pace con le armi? Armi per la pace?
Armi, ancora armi che arriveranno in estremo oriente ad opera di un presidente democratico. Ricordiamo solo che la famigerata guerra del Vietnam fu iniziata e condotta per anni proprio da altri due presidneti democratici, Kennedy e Johnson (anche se nessuno dei due fu mai insignito del Nobel per la Pace) e terminata da Nixon, un presidente repubblicano succeduto appunto a Johnson.
Successivamente, il 25 maggio 2016, Obama è andato in Giappone per una visita definita storica da tutti i media. Si è recato sui luoghi devastati dalle bombe atomiche americane della Seconda Guerra Mondiale, per rendere omaggio alle vittime di quei disastri.
Di sicuro un gesto degno del Premio Nobel per la Pace e doveroso nei confronti di 140.000 vittime, la metà in pochi secondi e il resto in anni di devastanti conseguenze.
La stranezza è che neanche in questa occasione Obama ha porto le scuse degli USA per quella disgraziata decisione di sganciare le bombe atomiche. Lacrime senza scuse, un gesto di pacificazione realizzato a metà.
Saranno pure gesti che nel gergo diplomatico assumono significati e gesti che assumono significati anche in sede di campagna elettorale interna..... difficile da dire....
Di sicuro non sono gesti che contribuiscono a rendere popolare il presidente americano agli occhi di chi si dedica ad un minimo ragionamento sui fatti storici che ancora pesano sull'america. Gesti simbolici tramite i quali Obama cerca di dare una nuova faccia alla politica americana, ma gesti reaizzati a metà porgendo una lacrima senza scuse al Giappone e una pace sancita con la vendita di armi al Vietnam....
Speriamo che almeno in testa sua, Obama non si autoconvinca di aver fatto veramente un gesto di pace o di aver dato un esempio di pace al resto del mondo, altrimenti oltre a prendere in giro tutti noi, prenderebbe in giro anche se stesso.