"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

giovedì 7 luglio 2016

FOIBE

Solitamente la Seconda Guerra Mondiale si studia più nei dettagli rispetto alla Grande Guerra.
Ci sono comunque episodi, periodi e vicende che rimangono misteriosi e taciuti. Uno di questi episodi è il grande mistero che avvolge le stragi delle foibe.
Tra il '43 e il '45, dopo l'ascesa delle organizzazioni partigiane della Jugoslavia e della Venezia Giulia, prima e soprattutto dopo l'avvento di Tito al potere nei Balcani, con il relativo disinteresse alleato, si è consumata una strage di italiani, alcuni di loro additati come fascisti, altri come anti comunisti, altri solo per vendette private e altri ancora proprio perché italiani.

In un momento storico, dopo la sconfitta dei tedeschi nazisti, dove i confini tra i blocchi occidentale e sovietico erano in piena fase di definizione, con un equilibrio politico internazionale da definire, gli italiani della Venezia Giulia e dell'Istria, uccisi dopo processi sommari o senza alcun processo e poi gettati nelle foibe, non sono mai veramente interessati a nessuna delle parti in causa.

I morti delle foibe sono interessati nei limiti del possibile alla Repubblica Sociale, nel tentativo di inscenare una propaganda anti jugoslava e anti comunista. Non sono invece interessati agli alleati, più orientati al futuro scenario internazionae e alla spartizione della Germania. 
Non sono interessati alla Jugoslavia neanche dopo la guerra e nonostante la politica espansionistica di Tito verso Trieste, sia stata la vera causa di quei morti.
Ciò che è peggio è che i morti delle foibe non sono interessati neanche alla politica italiana. 

Sarebbe sconveniente soprattutto per alcune fazioni politiche, riconoscere che dopo l'armistizio, per la leadership comunista, Togliatti in testa, era più importante affermare l'internazionalità del partito comunista e la sua influenza verso ovest in base alla strategia dell'Unione Sovietica (volta a riunire tutti i partiti e movimenti comunisti europei, in un unico grande coordinamento internazionale), anziché fare gli interessi degli italiani che vivevano nell'Istria e nella Venezia Giulia, massacrati e fatti sparire, forse per sempre, nelle foibe.

Questo libro presenta un quadro completo degli avvenimenti delle foibe, della situazione bellica e politica dell'Italia e dell'Europa negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale e del primo dopoguerra.

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