Recentemente a Valencia in Spagna, ho avuto modo di spostarmi con i trasporti pubblici; taxi, metro e sopratutto autobus.
Anche non volendo, salta subito all'occhio la differenza che c'è tra i mezzi nuovissimi di Valencia e gli autobus che cadono a pezzi della maggior parte delle nostre città.
Non è poi la sola differenza. I mezzi pubblici a Valencia sono frequenti e in orario. Da noi passano raramente e l'orario delle corse è solo una poco attendibile indicazione.
Il taxi ha dei prezzi ottimi e ti porta ovunque senza la necessità di fare un mutuo.
A Valencia, città di oltre 850 mila abitanti, oltre un milione e 400 mila con l'interland, nei momenti di massima affluenza i passeggieri degli autobus sono tutti seduti o solo pochi rimangono in piendi.
A Roma, quando finalmente l'autobus passa, devi fare a pugni per salire e guardarti da zingarelli che rubanio portafogli.
Non è retorica. A Roma ho aspettato varie volte il 280 per 45 minuti e non è passato, solo per fare un esempio.
In molte città itaiane, per prendere un autobus, devi quasi sempre chiedere a qualcuno del luogo quale autobus fa al caso tuo perché le indicazioni sono approssimative. Non sai mai se prendere il 7 o il 7 barrato, da quale parte della strada, e non sai mai se fa la fermata che ti interessa.
A Valencia l'orario e l'itinerario dell'autobus è chiarissimo e affisso ad ogni fermata, non puoi proprio sbagliare.
Alla fine va anche detto che con mia sorpresa in vari giorni a Valencia, non ho mai visto nessuno viaggiare senza biglietto, nessuno!
Da noi al contrario, sembra una moda non fare il biglietto, soprattutto per gli stranieri e non solo nelle grandi città. Non fare il biglietto è una moda ovunque, in città grandi e piccole, come è una moda saltare i tornelli della metro, sia al nord che al sud d'Italia.
A Valencia i tornelli sono più diffici da saltare perché sono ben protetti da ampie e alte barriere, inoltre il biglietto si passa sia all'entrata della metro che all'uscita.
Sempre in tema di biglietto, da noi si compra dai così detti rivenditori autorizzati o presso le stazioni della metro, se poi si tratta di autobus, la cosa si coplica, il bigietto si trova solo dal rivenditore autorizzato, sempre che ne sia provvisto, o presso gli sportelli della compagnia dei trasporti, coda permettendo,
A Valencia il biglietto si fa anche a bordo dell'autobus. Ci pensa l'autista che verifica anche, che i passeggeri ne siano muniti, all'atto di salire. Strano ma vero, ma questo sistema non provoca alcun ritarso e fa si che tutti viaggino con il biglietto.
Da noi al contrario abbiamo autisti che guidano incuranti di sapere se chi viaggia ne abbia titolo e controllori ( o verificatori) che ogni tanto salgono a bordo e controllano i biglietti, con le consuete litigate con stranieri senza titolo di viaggio che si rifiutano di farsi identificare e ai quali vengono date multe che non pagheranno mai.
Non riesco ad immaginare un autista di autobus in Italia che oltre a guidare debba custodire anche la cassa con i soldi dei biglietti. Sarebbe il miglior obbiettivo per una rapina da parte del primo tossico o migrante clandestino che sale a bordo.
Detto ciò, una domanda sorge spontanea:
perché in Spagna il servizio di
trasporto pubblico lo pagano tutti, passa in orario e dispone di un confort invidiabile, mentre in Italia gli autobus fanno schifo nella maggior parte delle città, chiunque ritenga opportuno farlo viaggia senza biglietto e gli orari dei trasporti sono poco affidabili? Perché?
Sarebbe forse il caso di andare a Valencia e chiedere agli spagnoli come fanno? Poi visto che andiamo a Valncia ad imparare come gestire il trasporto pubblico, domandiamo anche come fanno a mantenere la città pulitissima e tutti i parchi e le aree verdi curatissime.
Cari sindaci, se quell'unica volta che prendete l'autobus durante il vostro mandato, vi accorgete che la situazione è quella che dico io, andate qualche giorno a Valencia e prendete esempio. Fare le cose per bene è possibile, basta chiedere come fare a chi le fa già.
P.S.: oltre al trasporto pubblico, Valencia è la terza città della Spagna in grandezza e numero di abitanti. Ha un centro storico bellissimo, una spiaggia altrettatno bella, un museo oceanografico immenso e un modernissimo museo della scienza e della tecnica e un costo della vita a misura di stipendio.
Dopo tutti questi elogi, mi chiedrete perché non vado a vivere a Valencia?
Perché sono italiano, pago le tasse in Italia e anche se mi vergogno di come il mio paese viene amministrato e trattato, a tutti i livelli, dall'attuale "branco di buffoni" ipocriti, non solo per quanto riguarda i trasporti, continuo a sperare in un miracolo, prima che sia troppo tarsi.
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