La storia del piu' grande trafficante di cocaina del mondo, raccontata da suo figlio, sopravvissuto alla vendetta dei nemici di suo padre e portatore di una pesante eredita' di discriminazione e estacoli legati al suo nome.
Una storia di dollari, lusso ma anche di fughe, paura, nascondigli; responsabilita' di massacri e guerre tra narcotrafficanti; governi e autorita' corrotte, pregiudizi e ingiustizie.
Ancora una volta un esempio di come il bene e il male non siano separati da confini netti ma tendano a ritrovarsi uno nell'altro.
Sempre che si usi un punto di vista disinteressato nel riconoscerli...
Una considerazione viene comunque alla luce tirando le somme della lettura:
In nessun modo l'operato di Escobar puo' essere giustificato o viene giustificato dall'autore. E' pero' altrettanto vero che Pablo Escobar vendeva tonnellate e tonnellate di cocaina a trafficanti e spacciatori che la rivendevano a migliaia di viziosi idioti che ne facevano e ne fanno uso, rovinandosi la salute e consapevolmente finanziando il crimine organizzato.
Va anche detto che al pari di Escobar, e' difficile trovare giustificazioni al livello di corruzione e connivenza nelle attivita' illecite, da parte di istituzioni, autorita' e addirittura governi che non fanno altro che far prosperare traffici illeciti e criminalita'.
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