La Somalia ha oramai un governo suo, eletto non si sa da chi e da quanti cittadini, ma la Comunità Internazionale ha la pretesa di definirlo legittimo.
Legittimo si, ma corrotto e che non ha il controllo sulla propria economia e neppure sul proprio territorio, dove ancora imperversa la presenza del movimento estremista islamico Al-Shabaab.
Come sempre chi ci rimette sono i civili. E non i civili che riescono ad arrangiarsi; a rimetterci sono soprattutto i bambini.
A mio modo di vedere non è sufficiente denunciare la corruzione del Governo. Quello della Somalia è un Governo che è nato corrotto, sin da quando era un Governo transitorio supportato dall'ONU e da milioni di dollari che mai sono stati completamente convertiti in aiuti concreti e che raggiungessero tutti i bisognosi.
E' incredibile come, ogni volta che un paese viene destabilizzato per interessi economici, strategici o religiosi, ogni successiva istituzione creata a forza in quel paese, dall'intervento occidentale e dalle Nazioni Unite (gli esempi sono molti, dall'Afghanistan, al Kosovo), sia affetta da livelli di corruzione altissimi e con un'autorevolezza sul proprio territorio ridotta al minimo.
La storia ovviamente non insegna.
Peccato che a rimetterci in prima persona siano sempre i bambini.
Bambini che in alcuni casi hanno un'aspettativa di vita di circa 5 anni....
Max
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Mogadiscio (Agenzia Fides) – In Somalia la carestia del 2011 è finita, i miliziani sono stati mandati via da Mogadiscio, in politica sono stati fatti grandi progressi. Eppure le Nazioni Unite e il Governo somalo continuano a chiedere ai benefattori internazionali di aiutare il Paese, che sostengono essere in grave crisi. Le associazioni umanitarie, pressate dalle situazioni di emergenza in Somalia degli ultimi anni, non sono state in grado di impiegare tempi e risorse necessarie per la ricostruzione del Paese. Molti sopravvivono in condizioni terribili, la vita di 50 mila bambini è a rischio per malnutrizione severa. I benefattori internazionali, a causa del perdurare della crisi in Siria e delle nuove continue emergenze in Sud Sudan e nella Repubblica Centrafricana, hanno dato meno contributi alla Somalia, anche se gli indicatori sanitari somali sono molto più gravi rispetto a quelli di altri paesi. Destano inoltre preoccupazione i furti di denaro e la corruzione, in un Paese dove il Governo non ha un controllo efficace sull’economia. Un rapporto del gruppo di monitoraggio delle Nazioni Unite sulla Somalia e l’Eritrea aveva già denunciato in passato casi di corruzione tra i ministri del Governo, di appropriazione indebita di generi alimentari destinati agli aiuti, di cattiva amministrazione. Circa il 60% della popolazione, 3milioni e mezzo di persone che vivono nella Somalia centro meridionale, sono sotto il controllo di al-Shabab. L’ONU teme che l’offensiva potrebbe scattare nella stagione della semina proprio in questa regione conosciuta come paniere di beni di consumo e di servizi essenziali del Paese, e potrebbe quindi avere un grave impatto sul prossimo raccolto. (AP) (27/2/2014 Agenzia Fides)
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