"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

sabato 16 aprile 2011

Terroristi o Poveracci

In questi giorni il Kosovo torna a far parlare di se per gli stessi problemi che si ripresentano a distanza di anni.

La forza paramilitare kosovara albanese scaturita dagli avanzi non legalizzati dell'UCK, che oggi si fa chiamare AKSh (Armata Kombetare Shiptare) o all'inglese ANA (Albanian National Army), è tornata a farsi vedere in giro per il Kosovo.

I membri dell'AKSh, gente che va in giro con maschere nere, fino a qualche anno fa si facevano pubblicità mettendo in piedi illegali posti di blocco armati in ore notturne, fermando auto che passavano e presentandosi come il vero esercito del Kosovo libero. Poi rapinavano i mal capitati prendendo loro i soldi, anche se lo facevano a titolo di "obolo per la causa".

Dopo l'indipendenza del Febbraio 2008 l'AKSh aveva perso di interesse e per i nuovi arrivati della Comunità Europea non era altro che un mito, una cosa di cui qualcuno parlava ma che nessuno aveva mai visto. Un pò come "l'uomo nero per i bambini cattivi".

In questi ultimi giorni l'ANA o AKSh è tornata a farsi vedere. Uomini mascherati sono tornati in pubblico e il braccio politico dell'organizzazione, la FBKSh, ha pubblicamente dichiarato quali obbiettivi l'organizzazione si stia prefiggendo.

Immediatamente dopo la guerra, con la smobilitazione dell'UCK voluta dalle Nazioni Unite e implementata tramite UNMIK, il successivo processo di integrazione sociale degli ex paramilitari portò alla creazione del TMK (o KPC, Kosovo Protection Corp), forza di protezione civile disarmata ma militarmente organizzata nella gerarchia e nelle strutture.

Altri paramilitari con sotterfugi vari si sono ritrovati alla guida politica del paese e altri ancora furono integrati nel Kosovo Police Service (KPS), ovvero la nuova forza di Polizia del Kosovo. 

In generale nessuno di questi paramilitari ha realmente abbandonato gli intenti bellicosi nei confronti dell'etnia serba ortodossa, ma la possibilità di avere uno stipendio e uno status ufficiale ha, per così dire, sopito le velleità combattive. 

Gli esclusi da questo lungo processo di integrazione sono rimasti fuori controllo e hanno mantenuto la loro mentalità di lotta senza quartiere che nel 2007 portò anche ad una intervista pubblica trasmessa dalla televisione locale RTK. In generale l'AKSh ha fatto parlare di se fino alla dichiarazione di indipendenza del 2008.

Dal 2008 in poi solo qualche voce, qualche raro avvistamento mai confermato. Evidentemente queste persone rimaste all'interno dell'AKSh si aspettavano un doveroso riconoscimento per il loro patriottismo da parte della nuova dirigenza politica albanese. Riconoscimento sia in termini di reputazione pubblica che economico.

Oggi che questo riconoscimento non c'è stato, i pochi "poveracci", esclusi dai fasti della gloria per la "liberazione" ed esclusi anche dalla spartizione della ricca torta offerta dall'ONU prima e dalla Comunità Europea poi, continuano a darsi una ragione di esistere.

Il loro nuovo obbiettivo, come dichiarato dal rappresentante dell' FBKSh Ismail Bajraktari, è ad oggi l'unificazione dei popoli albanesi. 

Cosa significa "popoli albanesi"? In realtà nulla, dal momento che l'Albania non rivendica a nessun titolo l'annessione del Kosovo o di altri territori. Per l'AKSh i popoli albanesi si identificano in alcune zone geografiche dei balcani dove vive una percentuale rilevante di persone di etnia e lingua albanese.

Queste aree sono l'Albania, il Kosovo liberato fino al fiume Ibar e a Mitrovica Nord, la valle di Presevo che è parte integrante della Serbia e la parte nord dell'attuale Macedonia o FYROM (Former Yugoslav Republic of Macedonia). Non è da escludere che anche la parte meridionale del Montenegro, dal confine albanese sul lago si Skoder fino ad Ulcin, sia considerata zona di rivendicazione per l'AKSh, in quanto popolata da un gran numero di albanesi kosovari di religione musulmana.

Questo quadro non sarebbe allegro se l'AKSh potesse contare su un consistente numero di paramilitari motivati e pronti a combattere in stile talebano o su persone fortemente motivate da una spinta ideologica che prescinde dal bene del singolo appartenente all'organizzazione. 

Fortunatamente sembra che ad oggi si tratti solo di un gruppo di persone che rivendicando l'unificazione dei popoli albanesi, vuole solo prendere parte alla spartizione di tutti i soldi che il Mondo sperpera in Kosovo e di cui, in larga misura non si sa che fine facciano.

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