"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

lunedì 6 febbraio 2012

Mani pulite... lavate da chi?

Il 17 febbraio ricorre il 20° anniversario dell'inizio dell'inchiesta così detta "mani pulite". Per l'esattezza il 17 febbraio di 20 anni fa fu arrestato il primo grande indagato di mani pulite Mario Chiesa. Quel preciso momento segnò l'inizio della fine di molti personaggi di spicco della politica e dell'imprenditoria italiana.

Questo in apparenza, dal momento che a distanza di 20 anni non sembra cambiato nulla, a parte i pochi indagati che in quel momento di crollo dei loro imperi, optarono per il suicidio, uscendo definitivamente di scena.

Proprio questo aspetto potrebbe essere interessante. Questa sera ho visto la trasmissione di Fabio Fazio, "Che tempo che fa", su RAI3, Uno degli ospiti in studio era l'ex-magistrato di mani pulite Gherardo Colombo. 
Colombo si trovava in trasmissione per presentare un libro intervista, nel quale egli stesso ripercorre le varie tappe dell'inchiesta più famosa degli ultimi 20 anni.

Tra le varie domande a cui Colombo ha risposto, il conduttore Fazio ha chiesto che tipo di impatto ha avuto la stampa e l'informazione TV sull'inchiesta.

Colombo ha risposto che l'attenzione mediatica sui fatti di mani puliti, ha creato non pochi problemi all'inchiesta stessa, dal momento che i magistrati inquirenti non erano più liberi di muoversi senza essere accompagnati da giornalisti e telecamere. 

Una bella intervista, valutata in un quadro generale. Riguardo alla domanda citata però, sia la domanda che la risposta non sono state completamente esaustive. Come lo stesso conduttore ha ricordato, quello di mani pulite è stato il primo procedimento penale seguito a tempo pieno dai media.

Me la ricordo bene l'inchiesta di mani pulite in televisione. Di Pietro divenne il sostituto procuratore più famoso d'Italia: "tu sei Di Pietro e su di te fonderò... (non la mia Chiesa)... la giustizia suprema". 
Tutti i telegiornali iniziarono di punto in bianco a parlare di corruzione e concussione, di tangenti (non dal punto di vista della geometria), di coinvolgimento dei partiti, degli imprenditori, del registro degli indagati e dell'avviso di garanzia. .

Termini nuovi per la maggior parte delle persone che guardavano i telegiornali. Sono sicuro che la maggior parte delle persone fa ancora fatica a definire i concetti di corruzione e concussione. Pochissimi conoscevano il significato dell'informazione di garanzia e del registro delle persone indagate. 

I mass media in quel momento iniziarono a fare nomi e cognomi di persone indagate, arrestate in via cautelare e soprattutto, senza spiegare la differenza che c'è tra un indagato e un condannato, uno iscritto nel registro degli indagati e uno rinviato a giudizio, iniziarono a produrre decine e decine di servizi televisivi e articoli di giornale, sbandierando nomi e cognomi di politici, imprenditori e amministratori pubblici.

In quel momento, per la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica, essere iscritto nel registro degli indagati equivaleva ad essere colpevole, ben prima di arrivare ad un processo.

In quel periodo fu inventato il processo mediatico. Attività che si è specializzata nel corso degli anni, trasformandosi in quello che vediamo oggi. Per molto tempo l'attore principale, il protagonista del processo mediatico è stato Berlusconi, additato come un criminale ogni volta che veniva iscritto nel registro degli indagati, poi dimenticato ogni volta che veniva assolto. 

I nuovi processi mediatici riguardano l'omicidio di Cogne, l'omicidio Scazzi, il caso di Melania Rea, l'omicidio Meredith, tutti fatti che ad oggi fanno odiens e danno ragione di esistere a molti programmi TV. Tutte inchieste dove sembra che i giornalisti siano più in gamba degli inquirenti. Quasi tutti casi che non arrivano ad una conclusione, o nella migliore delle ipotesi si concludono lasciando molti dubbi e molte ombre, almeno nell'opinione pubblica.

Per tornare all'inchiesta mani pulite, l'attenzione spasmodica che i media dedicarono a quei fatti, senza una adeguata informazione sul significato di quell'inchiesta e sui suoi passaggi, fece si che gli indagati eccellenti, fossero additati come ladri e come colpevoli, ben prima che venisse istruito un processo a loro carico. Alcuni degli indagati eccellenti di quel periodo si suicidarono; ma perché si suicidarono? 

Non riuscirono a sopportare il crollo del loro impero e del loro potere? O non riuscirono a sopportare la distruzione mediatica del loro nome, molto prima di essere giudicati in tribunale? (Magari per poi essere assolti?)

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