"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

domenica 5 febbraio 2012

EGITTO: All'interno della protesta di Piazza Tahrir si sono infiltrati gruppi violenti

Si complica la situazione in Egitto, adesso diventa difficile capire chi è dalla parte della ragione e chi dalla parte del torto.

La protesta di Piazza Tahir si sta trasformando lentamente da un emblema contro la dittatura ad una protesta violenta senza più ragione di esistere. 

L'entusiasmo e la voglia di protesta per la libertà inscenata in un primo momento, oramai mesi e mesi fa, sta lasciando il posto ad una manifestazione di violenza e a proteste portate avanti da gruppi diversi e per ragioni diverse, che hanno in comune solo il modo violento di manifestare senza fare proposte concrete.

Ci saranno anche gruppi che fomentano la folla, ma il successo di questi gruppi nel creare il caos, è direttamente proporzionale alla mancanza di comprensione dei problemi reali da parte della gente che protesta. 

Con i progressi verso l'elezione di un governo "democratico", l'Egitto inizia a somigliare un po' all'Italia, dove si protesta e si sciopera per i motivi più disparati, con continue infiltrazioni da parte di gruppi anarchici o estremisti, sempre per dire che ciò che viene fatto dalle istituzioni non va bene, ma senza formulare alcuna proposta alternativa, sfociando regolarmente nella violenza.
Max
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AFRICA/EGITTO - All'interno della protesta di Piazza Tahrir si sono infiltrati gruppi violenti

Il Cairo (Agenzia Fides) - "Dopo la preghiera del venerdì si vedrà se vi saranno altri scontri. La sensazione è che purtroppo vi saranno nuovi scontri" dicono all'Agenzia Fides fonti locali dal Cairo, dove ieri ci sono stati degli scontri di fronte al Ministero dell'Interno. Sempre ieri, 2 febbraio, a Suez due manifestanti sono rimasti uccisi e 30 feriti, nel corso della protesta per i 74 morti di due giorni fa a Port Said, al termine di una partita di calcio (vedi Fides 2/2/2012).
"Oggi i giovani di Piazza Tahir non sono più del tutto gli stessi rispetto a quelli che hanno avviato la rivoluzione che ha portato alla caduta di Mubarak, un anno fa" spiegano le fonti di Fides. "Nella protesta di Piazza Tahrir ormai sono associate componenti più violente e disilluse sulle prospettive future del Paese. All'interno dei gruppi che scendono in piazza a protestare vi sono inoltre persone che sono state segnate dalla rivoluzione: chi ha perso dei familiari, altre sono state ferite o hanno subito lesioni gravissime. Si è quindi creata una spirale di vendetta, anche perché coloro che hanno guidato la repressione sono ancora al potere"
"Non si può infine escludere la presenza di provocatori per creare disordine" continuano le fonti. "È un vecchio trucco: più si crea la percezione del caos e più la gente è disponibile ad accettare una restrizione delle libertà civili pur di avere garantita la sicurezza. Questo per permettere l'estensione della legislazione d'emergenza che offre ampi poteri ai militari, che ancora controllano il potere esecutivo".
In questo quadro se i Fratelli Musulmani, che hanno già vinto le elezioni per la Camera Bassa, vinceranno anche al Senato, come probabile, forse vedranno un loro candidato diventare Capo dello Stato, quindi si preparano a governare il Paese. "Guardando il sito dei Fratelli Musulmani - spiega la nostra fonte - si vede che loro si dissociano dalle violenze e tendono di nuovo a riproporre le vecchie interpretazioni secondo le quali i disordini sono provocati da 'mani straniere'. È un modo per dire che chi è contro il governo è un traditore della patria. Comunque la fratellanza, non essendo ancora al governo, si trova in una posizione mediana tra l'esercito e il resto della popolazione" concludono le fonti di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 3/2/2012)


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