Con il militare caduto ieri siamo arrivati a 50 morti in Afghanistan tra le nostre truppe che vanno a combattere una guerra che non ci appartiene...
La missione in Afghanistan in supporto della causa americana, una guerra fortemente voluta dagli USA per creare l'ennesimo avamposto sulla Russia e per controllare i flussi energetici, strategici nella zona, sta causando più vittime di quante qualsiasi governo in Italia potesse prevedere.
Perché tutta questa smania di combattere la causa dell'amico alleato americano? Che cosa c'entriamo noi con l'Afghanistan? Siamo forse in grado di controllare almeno una parte del suo territorio in modo da favorire la vita civile locale?
Mi sembra di no!
Ci sono risorse da sfruttare e che ci servono, in stile di Sarkozy in Libya?
A meno che non ci servano delle pietre o qualche tappeto, anche questo aspetto è da escludere.
Ci sono risorse da sfruttare e che ci servono, in stile di Sarkozy in Libya?
A meno che non ci servano delle pietre o qualche tappeto, anche questo aspetto è da escludere.
Stiamo riuscendo a combattere il traffico di eroina verso il nostro paese e verso l'Europa?
No, e l'export di droga dall'Afghanistan non conosce cali, anzi!
Troppe sarebbero le domande le cui risposte sono più che mai scontate. Il fatto vero è che l'Italia... la guerra non la potrebbe fare, così è scritto nella Costituzione. Se poi vogliamo chiamare la guerra... "Missione di pace"... facciamolo pure, ma questa definizione si incastra male con la situazione afghana dove i nostri soldati muoiono davvero...
Come per la guerra, definiamo pure la morte con il nome che più aggrada l'opinione pubblica... ma sempre di morte si tratta...
Max
- - - -Max
Afghanistan, ucciso sergente italiano - CRONACA
Un attacco a colpi di mortaio a una base italiana in Afghanistan che ha provocato un morto e cinque feriti, due dei quali in condizioni critiche, uno in particolare (una soldatessa) gravissimo. La vittima è il sergente Michele Silvestri, 33 anni, originario di Monte di Procida, in provincia di Napoli. Era sposato, e aveva un bambino piccolo. In servizio presso il 21/o reggimento Genio Guastatori di Caserta - era arrivato solo da 10 giorni in Afghanistan. Si trattava della sua sesta missione militare all'estero. Il suo primo impegno oltreconfine fu in Kosovo, successivamente era stato in Iraq e più volte in Afghanistan. Continua...
Article from: www.Lettera43.it
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