Era proprio un bel galletto, tutto rosso e impettito, padrone del pollaio e sempre attento al gregge.
Propenso più all'amore che alla guerra, era però sempre attento ad eventuali insidie, se pur rispettoso e docile con gli portava il cibo.
Era un galletto... ma tanto bravo e intelligente; capiva chi gli faceva del bene e stava lontano da chi invece era una minaccia.
Sempre attento e generoso nei doveri coniugali, narciso e vanitoso era il re indiscusso del cortile.
Lontano da pensieri di lotte e di battaglie, fatale a lui fu quella notte sfortunata, quando una bestia furtiva e feroce, la faina assetata di sangue, guadagnò l'ingresso del cortile (eludendo il cane attento, estromesso e inerme per via della recinzione), seminando il panico nell'harem del galletto.
Dura fu l'impari battaglia e di sicuro cara vendette la pelle prima di soccombere all'infausto predatore.
Del suo numeroso gregge poche amate sopravvissero e grazie a lui, che generosamente la pelle sacrificò all'ingrato destino, esse, oggi nel cortile, continuano a beccare.
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