"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

domenica 11 marzo 2012

Somalia: si teme una nuova ondata di siccità

La carestia che ha devastato la Somalia fino a qualche mese fa e che ora sembra risolta, potrebbe essere seguita da un nuovo periodo di carestia "pronosticato" sin da ora. Potrebbe verificarsi o no, ma se ne parla come una eventualità plausibile. Non dimentichiamo che il numero di sfollati a causa della carestia (e dei combattimenti tra forze governative, AMISOM e terroristi islamici) è ancora altissimo, nonostante se ne parli molto meno sui media,
Inoltre buona parte degli degli sfollati si trova proprio in zone che potrebbero essere colpite dalla nuova ondata di siccità. 

Visto che già si parla di siccità probabile nel prossimo futuro e che si tratta di un evento probabile, vediamo se tra tutte le ONG e le agenzie ONU che avrebbero come unico scopo quello di aiutare le popolazioni civili colpite da tali fenomeni, riusciranno a non essere presi di sorpresa come al solito e ad essere quel tanto che basta "proactive", in modo da evitare la morte di migliaia di persone (molti dei quali bambini) come di solito succede.
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AFRICA/SOMALIA - Allarme di Caritas Somalia: si tema una nuova ondata di siccità nel Corno d'Africa e un forte afflusso di sfollati dal Corridoio di Afgoye

Mogadiscio (Agenzia Fides) - Secondo i meteorologi, esiste una forte probabilità di una nuova ondata di siccità nel Corno d'Africa. Lo afferma l'ottavo Situational Report di Caritas Somalia, inviato all'Agenzia Fides. I Paesi che potrebbero essere interessati dal fenomeno sono Somalia, Gibuti, il nord del Kenya e la parte sud-orientale e nord-orientale dell'Etiopia. I climatologi dell'IGAD (Intergovernamental Authority on Development) hanno messo in guardia le ONG e i governi locali per iniziare a prepararsi fin da ora ad affrontare la nuova possibile crisi. Tuttavia, altri esperti sostengono che è troppo presto per conoscere l'andamento delle piogge Gu, che cadono da aprile a giugno, e che sono le più importanti al fine di garantire un buon raccolto.
"In questo momento - afferma il rapporto - tutte le aree della Somalia non sono più in situazione di carestia, grazie al miglioramento dei 'raccolti Deyr' (le piogge che cadono da ottobre a novembre). Rimangono ancora in emergenza solo alcune aree incluse le aree fluviali di Juba e del Medio Shabelle". Tuttavia la situazione rimane precaria e qualsiasi cambiamento nei livelli di assistenza umanitaria, l'aumento della siccità o le attività militari può accrescere all'improvviso il numero degli sfollati. Secondo la Caritas, nel solo mese di febbraio 62.000 somali sono stati costretti a sfollare, due terzi dei quali a causa dell'insicurezza. 
Si teme un forte afflusso di sfollati interni dal corridoio di Afgoye a causa dell'aumento dell'insicurezza. Si prevede infatti che gli Al Shabaab e le truppe africane dell'AMISOM e del governo di transizione somalo potrebbero combattere per il controllo di quest'area, che ospita l'insediamento di sfollati più grande all'interno della Somalia. In caso di conflitto più di 270.000 sfollati interni potrebbe fuggire dal corridoio di Afgoye verso la capitale.
La rete della Caritas continua ad operare sia in Somalia che nei Paesi vicini fornendo assistenza alle popolazioni, agli sfollati ed ai rifugiati. Sua Ecc. Mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Gibuti, Amministratore Apostolico di Mogadiscio e Presidente di Caritas Somalia, si è recato negli Stati Uniti dove ha incontrato una delegazione di alto livello del Congresso e i rappresentanti delle Nazioni Unite. Egli ha chiesto un maggiore impegno diplomatico e politico per ricreare uno Stato in Somalia e pervenire ad una pace duratura. Mons. Bertin ha poi preso parte alla riunione a Roma di Caritas Internationalis sull'emergenza nel Corno d'Africa e a Nairobi ad un'incontro di coordinamento tra le Caritas attive nell'area. (L.M.) (Agenzia Fides 9/3/2012)


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