Il semplice fatto che non se ne parli più e non si senta dire più nulla sui giornali e telegiornali, non significa che in Libya le cose stiano andando bene.
In Libya si spara ancora. Non sono più Sarkozy & C. (NATO inclusa) a far sparare addosso ai libici di Gheddafi, adesso sono gli ex "amici" di Sarkozy & C. e delle truppe speciali inglesi, a spararsi a vicenda.
Lotte di potere tra tribù rivali, tra gruppi armati alla ricerca della propria fetta di potere.
Cose già viste... già sentite e anche già vissute in altre parti del mondo, ovunque tutti noi occidentali, a rimorchio dei più determinati americani, abbiamo deciso di importare la nostra tanto celebrata democrazia.
Dopo Vietnam, Afghanistan, Kosovo, Iraq... esperienze che evidentemente non hanno insegnato niente, adesso anche in Libya sta succedendo la stessa cosa, ovvero si sta passando da ingerenze militari azzardate e senza speranza, ad un ritiro tattico, alla guerra civile tra i gruppi che noi stessi abbiamo fomentato e armato.
Sarebbe veramente interessante se i cronisti, eroi della cronaca dalla Libya durante la guerra, in Libya ci tornassero adesso a chiedere alla povera gente civile che ne pensa di tutto questo sparare e soffrire.
Ma forse il fatto di conoscere e dover mettere a nudo i nostri sbagli non fa sufficienti ascolti...
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Tripoli (Agenzia Fides) - Crescono le tensioni in diverse parti della Libia a seguito di attentati e scontri tra milizie. A Misurata, un ordigno ha colpito la sede locale della Croce Rossa Internazionale, provocando il ferimento di un passante. L'11 giugno un convoglio che trasportava l'Ambasciatore britannico in Libia è stato colpito con razzi a Bengasi, la capitale della Cirenaica (est). Solo qualche giorno prima una bomba era esplosa nei pressi del Consolato statunitense di Bengasi. A questo proposito Sua Ecc. Mons. Sylvester Carmel Magro, Vicario Apostolico di Bengasi, dice all'Agenzia Fides che "la popolazione della città vuole pace e tranquillità, dopo tanti lutti dovuti alla guerra dell'anno scorso. Alla superficie sembra tutto normale, i negozi sono aperti, la gente va al lavoro ma sotto si avverte una tensione. La comunità straniera è senza dubbio scossa dagli ultimi avvenimenti".
Anche a Tripoli, riferiscono a Fides fonti locali, di giorno sembra prevalere la calma, ma di notte si odono spesso sparatorie. La presenza di diverse milizie armate può sfociare in combattimenti come quelli scoppiati nella regione di Mezda (sud-ovest di Tripoli) tra membri della tribù di Machachia à quelli della tribù de Gontrar e della città di Zenten. In questa località sono detenuti 4 membri della Corte Penale Internazionale (CPI) giunti in Libia per incontrare il figlio di Gheddafi, Seif al-Islam, detenuto dalle milizie locali. (L.M.) (Agenzia Fides 13/6/2012)