"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

martedì 5 giugno 2012

Crisi siriana e disinformazione mediatica

Per nessun uomo al mondo è possibile essere sempre presente ovunque succeda qualche cosa.
Se così fosse non ci sarebbe bisogno di giornali e telegiornali, non ci sarebbe bisogno di "coraggiosi inviati speciali" e cronisti vari.

L'antico e sacrosanto scopo dei media era quello di fornire informazioni veritiere e scevre di opinioni personali, politicamente motivate o mediate da interessi personali.
L'antica informazione si fondava sulla conoscenza dell'argomento trattato, una conoscenza profonda maturata sui libri, non una conoscenza superficiale raccattata su internet o frutto dell'immaginazione. 
Il vecchio scopo dei media è stato distrutto da una generazione di cronisti arrivisti e in cerca di gloria, da gente asservita alla classe politica che produce consenso su cose che non hanno senso, persone il cui unico scopo è indirizzare l'opinione pubblica in base a mode e correnti del momento solo per vendere qualche copia in più. 

Con questo tipo di pseudo informazione, è facile fraintendere, è facile confondere tra ragione e torto, tra buoni e cattivi... ed è altrettanto facile credere ad un sacco di bugie o mezze verità.

La cronaca della crisi siriana è un tipico esempio di informazione superficiale asservita a qualche visione politica e agli interessi di qualche stato che in realtà fomenta la destabilizzazione del paese. La maggior parte delle notizie sulla Syria giungono da fonti che non sono neanche vicine alla crisi e da fonti di dubbia attendibilità.

Noi tendiamo più a ritenere attendibili notizie come quelle dell'articolo che segue, dove le fonti sono citate e vivono a contatto con la realtà siriana. Non a caso non rispecchiano ciò che ci viene propinato dai maggiori media mondiali.
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ASIA/SIRIA

Damasco (Agenzia Fides) - "La pace in Siria potrebbe essere salvata se tutti dicessero la verità. Dopo un anno di conflitto, la realtà sul terreno è lontana dal quadro che impone la disinformazione nei mass media occidentali": lo dice una testimonianza inviata a Fides dal Vescovo francese Philip Tournyol Clos, Archimandrita greco-cattolico melchita, che ha visitato nei giorni scorsi la Siria, recandosi in diverse città, come Damasco, Aleppo e Homs. 
A Homs, definita "città martire", "le forze di opposizione hanno occupato due quartieri, Diwan Al Bustan e Hamidieh, dove vi sono tutte le chiese e vescovadi", racconta a Fides l'Archimandrita. "Lo spettacolo per noi - continua - è la desolazione assoluta: la chiesa di Mar Elian è semi distrutta e quella di Nostra Signora della Pace è ancora occupato dai ribelli. Le case dei cristiani sono gravemente danneggiate dagli scontri e completamente svuotate dai loro abitanti, fuggiti senza prendere nulla. Il quartiere di Hamidieh è ancora rifugio inespugnabile di gruppi armati indipendenti l'uno dall'altro, dotati di armi pesanti e finanziati da Qatar e Arabia Saudita. Tutti i cristiani (138.000) sono fuggiti a Damasco e in Libano, altri si sono rifugiati nelle campagne circostanti. Un sacerdote è stato ucciso e un altro è stato ferito da tre proiettili nell'addome. Ancora un paio vivono lì, ma i cinque vescovi hanno dovuto rifugiarsi a Damasco e in Libano". 
Il leader cristiano continua: "Nella capitale si temono autobombe e attentati di attentatori suicidi islamisti, attratti dal desiderio del paradiso, che cullano il sogno della fine del regime alawita. Attualmente si sta tentando di destabilizzare il paese tramite l'opera sanguinosa di avventurieri che non sono siriani. Anche l'ex ambasciatore di Francia, Eric Chevallier, ha segnalato tali informazioni, che sono state sempre rifiutate, mentre molte informazioni continuano a essere falsificate per alimentare la guerra contro la Siria", denuncia il Vescovo a Fides. A Damasco nelle scorse settimane vi sono stati terribili attentati che si sono conclusi con un bilancio: di 130 morti (di cui 34 cristiani), 400 feriti e molte case danneggiate. "La costernazione era generale, il dolore indescrivibile", nota l'Archimandrita, ricordando che "il popolo siriano è un popolo semplice e giocoso". Sui cristiani il Vescovo dice: "I cristiani vivono in pace, condividendo la sofferenze di tutti, ma sono pronti ad ammettere di non essersi mai sentiti così liberi in passato e a ricordare il pieno riconoscimento dei loro diritti, datogli dal presente governo".
Mons. Philip Tournyol Clos racconta la chiave di lettura di leader cristiani e musulmani siriani, che affermano: "I nemici della Siria hanno arruolato i Fratelli Musulmani al fine di distruggere le relazioni fraterne che esistevano tradizionalmente tra musulmani e cristiani Eppure, ad oggi, non ci riescono: hanno provocato una reazione contraria e le due comunità sono unite più di prima". I soldati siriani infatti, continuano a trovarsi di fronte combattenti stranieri, mercenari libici, libanesi, militanti dei paesi del Golfo, afgani, turchi. "I militanti sunniti salafiti - dice il Vescovo - continuano a compiere crimini sui civili, o a reclutare combattenti con la forza. Gli estremisti fanatici sunniti stanno combattendo orgogliosamente una guerra santa, soprattutto contro gli alawiti. Quando i terroristi vogliono controllare l'identità religiosa di un sospetto, gli chiedono di citare le genealogie risalenti a Mosè. E chiedono di recitare una preghiera che gli alawiti hanno rimosso. Gli alawiti non hanno alcuna possibilità di uscirne vivi". (PA) (Agenzia Fides 4/6/2012)


Source: www.fides.org

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