"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

lunedì 8 novembre 2010

Terremoto a Kraljevo (Serbia)

Il 3 Novembre scorso c'è stato un terremoto che ha interessato il centro e il Sud della Serbia, compreso il Kosovo.

La città Kraljevo, che sorge nella Serbia centrale, sulle sponde del fiume Ibar, è risultata particolarmente provata dal terremoto di magnitudo 5.3. Molte case sono risultate seriamente lesionate e danneggiate.

La zona di Kraljevo, nel distretto di Raska, ospita campi di accoglienza per molti profughi Kosovari-Serbi, che furono costretti a lasciare il Kosovo a causa dei bombardamenti della NATO nel 1999 e la conseguente offensiva delle milizie kosovare albanesi dell'UCK.

Questi profughi, circa 300.000 persone, di cui circa 20.000 vivono ad oggi nella zona di Kraljevo, vivono in condizioni precarie da circa 10 anni, aspettando la possibilità di tornare a casa, e soffrendo la carenza di aiuti da parte della Serbia, a causa della crisi finanziaria globale.

Ci sono ancora alcune NGO, per fortuna, che portano avanti programmi di aiuti per profughi della guerra del kosovo, cercando, nei limiti delle loro possibilità, di alleviare i disagi delle singole famiglie. Purtroppo non basta....

Vorrei sapere esattamente cosa fanno le istituzioni internazionali come l'UNHCR, il cui scopo è quello di occuparsi dei profughi e rifugiati, sia a livello umanitario e di aiuti, sia a livello politico istituzionale, per risolvere i problemi di 300.000 profughi kosovari serbi, cacciati da casa oramai 10 anni fa.... ma questo non centra niente con il terremoto.... 

Il terremoto del 3 Novembre 2010, è andato a peggiorare ulteriormente, come se ce ne fosse stato bisogno, le condizioni di vita di queste persone, che in alcuni casi si troveranno senza un tetto sulla testa e con l'inverno balcanico in arrivo. 

Concludendo, è ogni volta piu' sorprendente, la quasi totale mancanza di notizie relative a questi fatti che avvengono a due passi da casa nostra, sui mass-media italiani.


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