Anno nuovo e scontri nuovi alle frontiere del Kosovo. In effetti qualche novità c'è. Adesso non si tratta di scontri tra la minoranza serba del Nord e le prese di posizioni arbitrarie dei governanti albanesi con supporto di NATO e EULEX, in questo momento c'è il movimento politico Vetevendosje, (o autodeterminazione) che pensa a buttare benzina sul fuoco.
Come sempre dovremmo dire, dal momento che le opinioni del movimento capeggiato da Albin Kurti, parlamentare del parlamento kosovaro, sono sempre sfociate in manifestazioni di piazza, vistose e violente, come quelle del 2006 a Pristina che costarono la vita a due manifestanti, come quelle del 2008 con sacchi di spazzatura lanciati dentro il quartier generale della Nazioni Unite a Pristina, come tutti i veicoli pagati dalla Comunità Europea che i manifestanti di Vetevendosje hanno letteralmente distrutto in manifestazioni di piazza o con sistematici atti vandalici.
Il movimento di autodeterminazione chiede cose riconducibili a concetti semplici. Per loro i kosovari albanesi hanno diritto a tutto, dovrebbero poter fare tutto ciò che vogliono senza rendere conto a nessuno. Dovrebbero essere liberi addirittura di dare vita alla così detta "grande Albania", dimenticando che per la maggior parte dei paesi del mondo il Kosovo fa parte della Serbia;
liberi di accusare le Nazioni Unite dei loro problemi attuali, dimenticando che grazie alle Nazioni Unite, per adesso il Kosovo si amministra da solo;
liberi di cacciare la NATO dal territorio del Kosovo, dimenticando che l'attuale, insensata autonomia, è garantita esclusivamente dalla presenza militare internazionale;
liberi di criticare e cacciare le missioni della Comunità Europea, dimenticando che solo grazie all'EU ricevono milioni di Euro che puntualmente finiscono in fumo nel nulla del Kosovo;
liberi di bloccare l'importazione di prodotti dalla Serbia, dimenticando che tutta la popolazione preferisce prodotti serbi a generi alimentari prodotti in Kosovo senza regole o con materie prime scadenti.
Albin Kurti sa parlare di diritti e di autodeterminazione, ma in anni di attività del suo movimento, non l'ho mai sentito parlare di doveri verso la comunità internazionale, verso le minoranze del Kosovo, verso "il prossimo".
Vetevendosje, nato come movimento studentesco di contestazione verso "tutto", ha fatto un passo avanti poiché ad oggi non è più un movimento parapolitico ma una presenza politica effettiva che è rappresentata nel parlamento del Kosovo.
Ciò che gli manca del tutto è la responsabilità politica. Il movimento agisce ancora come un gruppo di teppisti che non porta nulla di buono al Kosovo, né soluzioni costruttive agli infiniti problemi, alimentando le tensioni con scontri e proteste, né credibilità internazionale, anche se con la Comunità Europea tutto sembra possibile o credibile.
Ho letto su qualche articolo, che tratta dei recenti scontri alla frontiera di Merdare tra Kosovo e Serbia, che Vetevendosje (autodeterminazione) è un gruppo parapolitico di estrema destra.
Questo è assolutamente sbagliato. Vetevendosje è un movimento politico dal momento che ha rappresentanti in parlamento, tra cui il proprio leader. Non ha nulla a che vedere con filosofie di "destra" poiché predilige proteste e scioperi al dialogo politico, predilige il protezionismo e l'isolamento al dialogo e alla partecipazione, sventola la bandiera rossa albanese anziché la bandiera blu e gialla del Kosovo indipendente.
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