"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

domenica 22 gennaio 2012

Yemen, al-Qaeda occupa la città di Radda

Non sono sicuro che l'epilogo della primavera araba porti a qualcosa di positivo.

Quello a cui stiamo assistendo è caratterizzato dalla caduta di molti regimi: Gheddafi ucciso in Libya, Saleh cacciato dallo Yemen, Mubarak destituito in Egitto, Bashar Al-Assad che vacilla in Syria, Ben Ali spodestato in Tunisia. 

La caduta dei regimi, che poteva segnare un periodo di riforme in chiave democratica, si sta rivelando più complicata del previsto.

In Egitto ad esempio, solo il mantenimento del potere da parte dei militari sta frenando l'avvento dell'estremismo islamico. Lo stesso succede in Syria dove il regime di Bashar Al-Assad non è ancora caduto (e non ha intenzione di farlo), negli altri paesi protagonisti della "primavera araba", nonostante la creazione di governi transitori, le fazioni islamiche più estremiste pretendono quantomeno di avere un ruolo negli aspetti decisionali. 

In Yemen assistiamo addirittura al definitivo abbandono del leader Saleh e alla quasi contemporanea ascesa di un gruppo integralista islamico legato ad Al-Qaeda che si fa chiamare Ansar Al-Sharia che con la forza e l'uso delle armi, tenta di instaurare la Sharia in varie zone dello Yemen.
Max

Yemen, al-Qaeda occupa la città di Radda

La scorsa settimana circa duecento miliziani di al-Qaeda, al comando dello sceicco Tareq al-Dhahab, hanno preso il controllo della città di Radda (Rida), nello Yemen, instaurando la sharia. La cittadina si trova a circa cento chilometri dalla capitale San’a’.

Lo ha annunciato lo stesso leader fondamentalista con un videomessaggio suYoutube, in cui promette l’instaurazione di “un nuovo califfato islamico” su tutta la penisola arabica. Al giornale Al-Masadr, riporta AdnKronos, il capo islamista ha raccontato che “la nostra avventura” è partita con un’azione per riaprire una moschea e una madrasa nela cittadina, chiuse 14 anni fa dal governo. La popolazione avrebbe accolto i miliziani, che chiedono il rilascio di 400 detenuti.

Da mesi lo Yemen è scosso dalle proteste popolari, come accaduto in altri paesi arabi, che hanno portato alle dimissioni e alla fuga a Riyad dell’autoritario presidente Ali Abdullah Saleh. Nella situazione di forte instabilità politica che sta vivendo il Paese, si fanno strada anche i gruppi dell’integralismo islamico. Questi guerriglieri, che si fanno chiamare genericamente Ansar al-Sharia (partigiani dellasharia), avevano tra l’altro occupato l’estate scorsa la città di Zinjibar.

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