"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

domenica 25 febbraio 2018

Syria: Un po' tardi per cessare il fuoco ?

Ancora una volta sembra di leggere un libro di storie impossibili, fantascianza. Ancora una volta l'ONU si è fatto portavoce di cause perse e nel modo sbagliato.

L'ennesima decisione priva di senso riguarda ancora una volta la Syria.

La Siria ha affrontato negli ultimi anni una rivoluzione interna ad opera di terroristi affiliati ad Al Qaeda e poi dell'ISIS, rivoluzione interna finanziati dall'America di Obama per destabilizzare il medio oriente sciita, in particolare Syria e Iran, fino a quando l'avvento dell'ISIS non ha spaventato gli stessi americani, come del resto era già successo in passato con l'avvento di Saddam Hussein in Iraq e poi con Osama Bin Laden in Afghanistan.  

In aggiunta la presa di potere dell'ISIS e la presa del controllo del territorio in parte del debole Iraq e in zone ribelli della stessa Syria, è stata facilitata proprio da un paese amico degli Stati Uniti come la Turchia che contrariamente all'embargo, acquistava il petrolio caduto nelle mani del califfato, finanziando l'acquisto di risorse belliche che chi sa da dove arrivavano? (Io su questo un'idea ce l'avrei)

Se il piano americano del premio Nobel Barak Obama fosse andato in porto, oggi la Syria sarebbe un altro paese come l'Afghanistan o come la Libya, un luogo in preda a bande rivali in lotta per il potere, succedute ad un governo non allineato alla politica americana e allo stesso tempo non più allineato a niente tranne cha al caos più totale. 

L'intervento russo, e quello iraniano per quanto "sotto traccia",  ha portato poi ad un bilanciamento di forze e ad un ristabilire i ruoli tra buoni e cattivi, con il conseguente obbiettivo di sconfiggere i terroristi dell'ISIS. 
Non dimentichiamo che il primo fronte anti ISIS era stato tenuto eroicamente dai combattenti curdi, ultimo baluardo della resistenza in Iraq, ma anche nemico storico-politico della Turchia. 

Alla fine, le forze della coalizione Curda, Russa, Iraniana, con un appoggio fittizio americano/iraqeno e con la Turchia che sulla carta doveva allinearsi ma in pratica bombardava le truppe siriane e curde favorendo i terroristi, giungiamo finalmente ai giorni nostri; giorni in cui l'ISIS è stato debellato almeno come pseudo stato, la Syria ha quasi debellato la ribellione interna di tribù vendutesi ad Al Qaeda, dietro la promessa di parti del territorio siriano dopo l'auspicata caduta di Assad.

In questi giorni è in corso l'offensiva finale di Assad proprio contro le ultime sacche di ribelli, sono in corso operazioni volte ad eliminare definitivamente il problema e ristabilire l'ordine entro i confini del territorio siriano.
Non solo, in questo stesso periodo, la Turchia sta ancora perseguendo la propria politica di ingerenza nei confronti della popolazione curda, popolo a cui una terra è da sempre stata negata e il cui riconoscimento è fortemente osteggiato proprio dalla turchia. 

Non dimentichiamo che la minoranza curda della Turchia è sempre stata ghettizzata con il silenzio di tutta la comunità internazionale, incluso il paladino dei diritti di tutti, il premio Nobel Barak Obama.

Benissimo in questo scenario in cui la Siria sta normalizzando la propria situazione, eliminando teroristi che si fanno scudo dei loro bambini, arriva l'ONU che esternamente vorrebbe imporre un cessate il fuoco di un mese.

Ma in base a quale criterio? Per far riorganizzare i terroristi e poi continuare ad ammazzare gente civile?
Ma in base a cosa l'ONU s muove adesso e non lo ha fatto in modo incisivo quando era il tempo. Diciamo la verità: ancora una volta il "grande fratello" americano dopo non essere riuscito ad eliminare Assad e smembrare la Syria così come la conosciamo, sta giocando le ultime carte a sua disposizione al tavolo dei diritti umani e dell'ipocrisia, coinvolgendo l'ONU in decisioni che non possono essere imposte dall'ONU stesso, ma che giustificano futuri "interventi armati di pace" ad opera di qualche paese porta bandiera dei diritti umani, dicasi America!

La vera tragedia è che in realtà ci sono civili e bambini che in Syria, in questo momento, muoiono sotto gli attacchi armati di qualcuno. 
Non dimentichiamo però che il sangue di questi bambini, fosse anche uno solo e non centinaia come dice la propaganda mediatica, ricade non solo su Assad che bombarda, ma ricade su tutti quanti fino ad ora, hanno fomentato la guerra siriana.
Parte della colpa per quelle vittime ricade su tutti; su chiunque poteva fare qualche cosa al momento giusto ma non lo ha fatto, aspettando di votare un cessate il fuoco in maniera maldestra e tardiva in tipico stile ONU.
Parte della colpa, davanti a Dio, ricadrà anche su di me che con queste poche righe, sto in qualche modo giustificando le violenze che si consumano in Siria in questi ultimi giorni.

Che Dio ci perdoni.

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