"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 7 settembre 2011

Chi è Jibril

Chi è Jibril? 
Moltissimi non avrebbero una risposta a questa domanda posta a bruciapelo. Pochi risponderebbero che si tratta del nuovo leader libico dopo la dichiarata vittoria nella guerra a Gheddafi. In realtà molto pochi sanno qualche cosa su questo Jibril venuto fuori dal nulla, che ha già incontrato anche i nostri governanti, ovviamente dopo a quelli francesi e britannici.

Chi lo conosceva prima della guerra?
In Italia tutti sapevamo chi era Gheddafi, tutti si ricorderanno del missile lanciato verso l'isola di Lampedusa nel 1986 durante il Governo Craxi. 
Tutti ci ricordiamo l'inversione di tendenza di Gheddafi perché era solo nel 2008 che Berlusconi, con tanto di Frecce Tricolore al seguito aveva sottoscritto un trattato di amicizia oltre ad accordi per far fronte all'immigrazione clandestina e vari accordi economici, proprio con il leader libico.
Trattato ratificato dal Parlamento nel 2009 e che per un pò ci ha messo al sicuro dall'immigrazione e dai barconi; trattato calpestato definitivamente nel 2011 con l'appoggio all'aggressione francese e americana proprio nei confronti dell'amico Gheddafi. 

Comunque vada di Gheddafi si era sempre parlato anche in chiave di gossip, per esempio Gheddafi aveva donato ai territori abruzzesi colpiti dal terremoto, molti più soldi dei 50.000 Euro offerti dal "generono" Obama a Berlusconi. 


Chi non conoscevamo affatto era questo tizio... "Jibril" (su cui anche Wikipedia non ha altro che poche righe), con cui adesso stiamo intessendo nuovi rapporti diplomatici come se fosse un vecchio amico e che è destinato a crearci non pochi problemi per gli "accordini sotto banco" che ha già fatto con Francia, Inghilterra e USA.


L'articolo che segue l'ho preso sul blog "MONDOCANE" di Fulvio Grimaldi (fulviogrimaldi.blogspot.com/), sul quale è pubblicato.  Le fonti non le conosco, ma almeno, di questo Jibril si inizia a parlare e a scoprirne gli "altarini".
Max
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Mahmud Jibril, capomafia di Bengasi. Abbiamo visto questo ominicchio da Berlusconi elemosinare, in cambio di qualche litro di benzina, 350 milioni di dollari rubati al popolo libico (mentre nella Commissione Sanzioni dell’ONU solo il Sud Africa è riuscito a stoppare la rapina Usa di 1 miliardo e mezzo di dollari del Fondo Sovrano Libico, congelati dai predatori per trasferirle nelle tasche proprie e in quelle dei mercenari libici e di altri briganti di strada). 
Questo burattino sta guadagnandosi rapidamente il riconoscimento occidentale di partner affidabile, come il narcos Karzai o l’assassino di massa Al Maliki, nella depredazione del proprio popolo. 
Direttore, nel governo libico legittimo, dell’Ufficio Nazionale per lo Sviluppo economico da anni l’infiltrato lavorava alla demolizione delle conquiste sociali, della sovranità e dell’autosufficienza della Libia. 
Addestrato negli Usa a “Pianificazione Strategica e processi decisionali”, corso per rapinatori imperialisti, era diventato l’interlocutore privilegiato di aziende di consulenza internazionali, prevalentemente britanniche e statunitensi, cioè dei paesi che rosicavano per essere tenuti ai margini della greppia libica. Come tale, ha speso le sue migliori energie al servizio di multinazionali e regimi occidentali, ansiosi di ricondurre la Libia renitente, attraverso rapine, liberalizzazioni, privatizzazioni, esclusioni di potenze rivali, soffocamento della strategia gheddafiana di autonomia panafricana, liquidazione di ogni struttura pubblica, all’ordine della globalizzazione neoliberista, cioè alla condizione di stato fallito e di colonia da predare. 
Bloccato e neutralizzato da Gheddafi due anni fa, insieme alla risma di sciacalli riunitasi attorno a lui e impedito dal fare altro danno, ha colto il primo istante del colpo di Stato per precipitarsi a Bengasi e concordare con la teppa alqaidista (scuola Cia) e con i razziatori internazionali la spartizione del bottino. 
Oggi va in giro attuando quanto promesso agli Usa nei cabli del 2008 venuti alla luce: Venite, stiamo cacciando Russi, Cina, India, anche quel po’ d’Europa, non c’è che da investire, anche in infrastrutture, sanità, istruzione, immobili, il petrolio per voi è gratis, e i giovani libici li istruiremo tutti nelle università americane. Quelli che non avremo sgozzati perché parte dei 6 milioni di libici che stanno con Gheddafi, che ancora Gheddafi guida e che con tanti Gheddafi renderanno rovinosi vita e furto dei crociati negli anni a venire.

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