"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 7 settembre 2011

Nigeria: nuove violenze

Violenze e nuovi possibili fronti per il terrorismo islamico, la Nigeria potrebbe essere un candidato ideale ad una deriva estremista islamica senza una particolare attenzione da parte delle autorità governative a questa eventualità.

La Nigeria è un territorio molto vasto composto da varie etnie e tribù e da una popolazione divisa anche sotto il profiloa religioso tra islamici e cristiani. In entrambi i gruppi religiosi ci sono fazioni più o meno estremiste che prediligono la lotta armata al dialogo.
Max  
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AFRICA/NIGERIA - Nuove violenze in Nigeria, mentre si staglia l'ombra del terrorismo internazionale; "lo stato deve intervenire e siamo fiduciosi che lo farà" dice l'Arcivescovo di Jos

Jos (Agenzia Fides) - Almeno 14 persone sono morte nei dintorni di Jos, capitale dello Stato di Plateau, nella Nigeria centrale, negli ultimi 3 giorni. "Alcune famiglie sono state attaccate da un gruppo di pastori che in precedenza avevano subito il furto del loro bestiame" dice all'Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di Jos. "Si è trattato di una sorta di ritorsione nei confronti di coloro che erano sospettati di aver commesso il furto. Il fatto che la maggior parte degli allevatori della zona sia musulmana, aggiunge una componente religiosa a questi episodi, che però non è l'unica componente del problema" sottolinea Mons. Kaigama.
In precedenza un gruppo di musulmani che si era radunato in un'area abbandonata nel 2001 per celebrare la fine del Ramadan è stato attaccato da un gruppo autodefinitosi di cristiani (vedi Fides 30 e 31/8/2011). "Non so chi sia questa gente e a quale confessione appartenga" precisa Mons. Kaigama.
La situazione della sicurezza in Nigeria si è di recente aggravata anche per l'attentato contro la sede della Nazioni Unite nella capitale federale, Abuja, che ha provocato la morte di 23 persone (vedi Fides 27/8/2011). L'attentato è stato rivendicato dalla setta Boko Haram, attiva nel nord-est della Nigeria, ma che, finora, non aveva mai colpito in altre zone del Paese.
"Siamo ottimisti sul fatto che il governo nigeriano sarà in grado di far fronte al terrorismo" dice l'Arcivescovo di Jos. Secondo diversi esperti nell'attentato da Abuja vi sarebbe stato l'intervento di terroristi stranieri. "Mi sembra che le connessioni esterne siano evidenti, anche se siamo ancora nel campo delle speculazioni" dice Mons. Kaigama. "Qui non siamo di fronte ad appartenenti ai Boko Haram armati di archi e frecce, ma ad un livello più sofisticato di violenza. Attaccare la sede dell'ONU nel centro di Abuja non è un atto che i gruppi locali ai quali eravamo abituati possano fare". "È compito del governo e delle agenzia di sicurezza scoprire chi vi sia dietro a questi attentati e fino a dove si estendono le connessioni di chi li ha commessi" conclude Mons. Kaigama. (L.M.) (Agenzia Fides 6/9/2011)


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