"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

giovedì 29 settembre 2011

LIBIA: "troppi feriti negli ospedali, la situazione è tragica"

E' strano, eppure i governanti europei e il Premio Nobel per la Pace Obama avevano dichiarato conclusa la guerra in Libia già alcune settimane fa.
Leggendo testimonianze dirette come quella che segue si capisce invece il contrario. La guerra in Libia continua a mietere vittime sia direttamente sul campo che negli ospedali.

Ne avevamo già parlato degli ospedali sovraffollati e della necessità di aiuti. Ci aspettavamo una comunità internazionale sollecita nel portare aiuti umanitari e assistenza medica almeno quanto è stata solerte nel fare la guerra, ma evidentemente non è così. 

La macchina della guerra è stata velocissima (anche se non altrettanto efficace), un giorno è bastato per interpretare (o meglio per fraintendere) la Risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, prima di iniziare i bombardamenti e il massacro di migliaia di persone.
Ad oggi, nonostante gli appelli di organizzazioni umanitarie e della Chiesa, gli aiuti umanitari e l'assistenza medica ancora non soddisfano i bisogni minimi, rivelando la vera natura e la vera ragione dell'intervento in Libia, non rivolto al benessere della popolazione che muore in ospedali abbandonati da tutti (anche e soprattutto dai mass media), ma rivolto ad accaparrarsi le risorse energetiche del paese.

Le poche scuse accampate dai governanti europei per giustificare il bombardamento della Libia non reggono più, non c'è nessuno scopo umanitario che giustifichi tanta violenza. C'è solo il petrolio, c'è solo prepotenza ma nessuno lo ammette, oltre a gente che muore in ciò che rimane degli ospedali libici, senza che nessuno lo sappia.
Max
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AFRICA/LIBIA - "Ci sono troppi feriti negli ospedali, la situazione è tragica": appello di Mons. Martinelli

Tripoli (Agenzia Fides) - "La situazione degli ospedali è tragica, perché ci sono ancora numerosi feriti e il personale non riesce a seguire tutte le emergenze" dice all'Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario Apostolico di Tripoli, in Libia dove continuano i combattimenti attorno alle roccaforti rimaste in mano agli uomini di Gheddafi.
"Ci sono diversi feriti nell'interno, come a Sirte, che poi vengono trasportati a Misurata" afferma Mons. Martinelli facendo riferimento ad una delle città dove sono ancora in corso violenti combattimenti tra le forze del Consiglio Nazionale di Transizione libico e i combattenti rimasti fedeli a Gheddafi. "La stessa cosa succede per i feriti di Ben Walid, che devono essere trasportati in altri centri perché nell'area non ci sono ospedali in grado di accoglierli" prosegue il Vicario Apostolico di Tripoli. "C'è bisogno di assistenza sotto forma di medici, infermieri e medicinali. Sto lanciando appelli in tutte le direzioni non solo perché vengano inviati aiuti ma anche perché i feriti più gravi siano ricoverati in Italia o altrove" conclude Mons. Martinelli. (L.M.) (Agenzia Fides 29/9/2011)


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