"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

venerdì 21 ottobre 2011

E' morto Gheddafi...

E' morto Gheddafi, il "demone" al potere in Libia da 42 anni.
E' morto Gheddafi trucidato dai ribelli, dal governo transitorio e dai paesi occidentali che hanno fomentato la ribellione libica.
E' morto Gheddafi durante le operazioni militari per la conquista di Sirte e il suo corpo portato in trionfo in mezzo alla folla.
E' morto Gheddafi e con la sua morte si rivivono scene da altri tempi. Scene dei tempi dei voltagabbana italiani che erano fascisti e il 28 aprile del 1945 sputavano in faccia al cadavere di Mussolini appeso ad una stazione di servizio di milano.
E' morto Gheddafi e la gente ha esultato al passaggio del suo cadavere tra la folla come si esulta per la vittoria di un mondiale di calcio.
E' morto Gheddafi, ma Gheddafi, per quanto male abbia fatto in 42 anni di potere, era un essere umano, l'ennesimo essere umano trucidato da noi popoli civili neocolonialisti e sfruttatori , senza un processo, senza che quella corte penale internazionale, tanto voluta da noi paesi civili, potesse fargli anche una sola domanda.
Gheddafi è stato ucciso senza possibilità di appello.
E' morto Gheddafi e con lui la prosperità della Libya come stato sovrano, come il paese africano con il reddito pro-capite più alto, come il paese più sensibile all'affermazione dell'Africa come entità unitaria.
E' morto Gheddafi e con lui muore il freno all'immigrazione clandestina verso l'Italia e l'Europa, con lui muore la certezza che l'inverno in Italia sia al caldo grazie alle risorse energetiche che ci garantiva.

Addio Gheddafi, dittatore non più sanguinario degli altri dittatori ancora al potere in tutto il mondo.
Addio Gheddafi, dittatore non più cinico dei governanti dei paesi europei che ti hanno sacrificato per un barile di petrolio, per una fornitura di gas.
Addio Gheddafi, nemico di sempre degli Stati Uniti, leader non allineato e antipatico, minaccia perenne e mina vacante per i piani di influenza americana.
Gheddafi il cattivo, il sanguinario, il dittatore, il capro espiatorio di tutti i mali del mondo.
Addio Gheddafi, che prima e dopo aver lasciato questo mondo alimenti sentimenti di vendetta e di annientamento nei dissidenti di Egitto, Yemen, Syria e Iran.

Addio Gheddafi, con la tua morte sembrano finiti tutti i problemi del mondo, anche per chi negli Stati Uniti non ha un'assicurazione sanitaria o un lavoro per pagarla, per chi in Sudan muore nei combattimenti tra nord e sud, per chi in Kosovo continua a morire di fame pur appartenendo alla maggioranza albanese, per chi in sud america vive di stenti ai margini dei profitti e del dominio delle multinazionali, per chi in Somalia scappa da Mogadiscio rischiando di morire di guerra e di fame, per chi in Thailandia tenta di sopravvivere alle alluvioni, per chi in Iraq continua a soffrire anche dopo la liberazione da Saddam Hussein per mano americana.

Ancora mi ritornano in mente le immagini delle Frecce Tricolore sui celi di Tripoli, ancora mi ritornano in mente le immagini di tuo figlio che palleggia un pallone con i giocatori della Juventus, ancora mi ritorni in mente nei tuoi viaggi sfarzosi in Italia e in visita a L'Aquila terremotata durante il G8.

Chi sa se Gheddafi dopo il terremoto in Abruzzo aveva offerto dei soldi per la ricostruzione? Magari erano più dei 50.000 Euro che ci voleva dare il generoso Obama...

Le foto delle agenzie stampa sono eloquenti e tragiche allo stesso tempo.
Non importa quanto grandi e potenti si era in vita, da morti siamo tutti inermi ed innocui.
Da morti non possiamo più nuocere a nessuno.
Non importa chi si era in vita, un cadavere non merita di essere portato in trionfo come un trofeo per essere ulteriormente offeso.
Quando si è cadavere si è già perso e si è già dato tutto. Un cadavere dovrebbe suscitare sentimenti di pena e compassione perché ha già lasciato tutto a tutti noi.
Sevizie, ulteriori insulti e profanazioni sono un eccesso che il popolo civile dei dissidenti e dei nuovi governanti schiavi dei paesi colonizzatori, potevano risparmiarsi, lasciandoci credere di essere gente equilibrata, gente pronta a prendere le redini della Lybia per guidarla ad una svolta, invece...

quali speranze per il futuro, ora che il problema è stato estirpato e la sua personificazione, Gheddafi, ridotta al silenzio ed esposta al pubblico castigo.
Quale amaro destino aspetta gli ignoranti creduloni del popolo libico?
Un destino da schiavi della colonizzazione, un destino da popolo comunque da non elevato al rango dei paesi occidentali, un destino da paese potenzialmente ricco ma comunque da sfruttare.
Questo è valsa la morte di Gheddafi.

May God forgive your sins,
May you rest in peace. 

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