"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

domenica 9 ottobre 2011

PeaceReporter - Generale Mini: “Afghanistan: missione fallita”

Nell'articolo seguente pubblicato da Peace Reporter, il Generale Mini traccia il bilancio della missione militare in Afghanistan dall'inizio fino ad ora.
Una missione che ha bruciato milioni di Euro e che è stata (ed è ancora) un completo fallimento, come abbiamo sempre sospettato e sostenuto.

Se poi a decretare il fallimento dell'intervento in Afghanistan è una voce autorevole come quella del Generale Mini, possiamo pensare, a ragion veduta, che sia tutto vero e che anche le nostre teorie sul fallimento in Afghanistan siano corrette.

Ricordiamo brevemente solo alcuni episodi di cui non si fa menzione nell'intervista che segue ma che già da soli potevano dare un'idea dei risultati ottenibili:

  1. - Quella in Afghanistan è stata definita inizialmente "guerra preventiva" (contro il terrorismo) e "missione di pace" (???). 
  2. Barak Obama ha ricevuto il Nobel per la pace nel 2009 per "aver rafforzato la cooperazione tra i popoli e la diplomazia internazionale", solo poche settimane prima di inviare migliaia di soldati in Afghanistan nel tentativo di rovesciare le sorti della missione.
  3. I talebani e Osama Bin Laden erano stati armati e addestrati proprio dagli Stati Uniti a partire dagli ultimi anni '80 per contrastare l'invasione russa.

Osservazioni simili si potrebbero fare anche per altre situazioni difficilmente gestibili militarmente in altre zone del mondo e ancora meno giustificabili come: Kosovo, Iraq, Somalia e recentemente Libya, destinata a trasformarsi in un fallimento analogo.
Max
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PeaceReporter - Generale Mini: “Afghanistan: missione fallita”


L'ex comandante della missione Nato in Kosovo, traccia un bilancio molto negativo della missione afgana ed esprime pessimismo per il futuro

Generale Mini, che bilancio traccia di questi dieci anni di guerra in Afghanistan?
Un bilancio del tutto negativo, visto che non è stato conseguito nessuno dei grandi obiettivi con cui gli Stati Uniti e la comunità internazionale hanno giustificato l'intervento in Afghanistan: dalla sconfitta del terrorismo internazionale, che non è certo morto con Bin Laden, alla democratizzazione e ricostruzione del Paese, al contrasto al narcotraffico. Se la missione Isaf si fosse limitata al suo obiettivo iniziale stabilito a Bonn nel dicembre del 2001, ovvero alla stabilizzazione dell'area di Kabul e al supporto alla creazione di un governo transitorio, le cose sarebbero andate diversamente.

Quando e perché sono cambiati gli scopi della missione afgana?
Il fallimento afgano è iniziato quando nel 2003 gli Stati Uniti, per concentrarsi sull'Iraq, hanno lasciato la missione Isaf in mano alla Nato, che ne ha stravolto gli scopi allargandoli ai suddetti obiettivi di antiterrorismo, nation-building e antidroga, ma che poi non è stata in grado di gestire la situazione. La Nato ha voluto strafare, disperdendo le sue scarse forze su tutto il territorio e finendo così a fare da bersaglio senza riuscire a raggiungere nessuno di quegli ambiziosi convertiti. Il paradosso è che eravamo andati lì per difendere gli afgani, e oggi ci ritroviamo a difendere noi stessi dagli afgani.

Quali sono le sue previsioni sul futuro dell'Afganistan e della missione internazionale?
Riguardo al futuro sono altrettanto pessimista, perché in dieci anni non è stato affrontato nessuno dei problemi sociali e culturali che avrebbe potuto garantire un futuro diverso all'Afghanistan. In tutto questo tempo non abbiamo portato nessun miglioramento dal punto di vista dell'economia, dell'istruzione, delle leggi. Anzi, con la nostra inazione e i nostri errori abbiamo peggiorato le cose, allontanando sempre più la popolazione dal nuovo governo sostenuto dall'Occidente. Per riparare ai nostri danni dovremmo rimanere in Afghanistan per decenni!

Quindi non crede che l'occupazione dell'Afganistan finirà nel 2014?
Noi europei ce ne torneremo a casa nei prossimi anni senza aver risolto niente, ma gli americani rimarranno a tempo indeterminato, lasciando basi e forze speciali: loro non usciranno mai più dall'Afghanistan, esattamente come non usciranno mai più dall'Iraq. E già che ci sono, fanno di necessità virtù: dovendo rimanere per forza, ne approfittano per piantare degli avamposti contro potenziali nemici regionali e globali, Cina in primis, gettando i presupposti per nuove e ben più rischiose guerre globali. E per rimanerci sono prontissimi a scendere a patti con i talebani.

Mantenere i nostri soldati in Afganistan costa a noi italiani 800 milioni l'anno: in tempi di crisi non sarebbe il caso di riportarli a casa subito?
Se si considerano i pessimi risultati che abbiamo ottenuto finora potremmo andarcene anche domani, risparmiando un bel po' di denaro. Ma per ragioni di politica interna italiana e di rapporti con gli alleati Nato, l'Italia non può permettersi un ritiro unilaterale.
Enrico Piovesana

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