"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

martedì 4 ottobre 2011

LIBIA - Il dramma di Sirte

Non contenti di aver bombardato la Libya per accaparrarsi le risorse energetiche e non paghi di aver distrutto un paese che aveva il reddito pro-capite più alto di tutta l'Africa, adesso i paesi che hanno fomentato la guerra non si prendono neanche la briga di aiutare i feriti che rischiano di morire negli ospedali libici che, proprio a causa della guerra non funzionano più.

Solo l'Italia, come al solito, si offre cure mediche a chi non può essere curato in Libya. Alla faccia della crisi l'Italia, la solita brava e generosa Italia, si è messa una mano sulla coscienza e come ha sempre fatto in guerra, dalla Campagna di Russia durante la II Guerra Mondiale, fino al Kosovo a partire dal 1999, si occupa anche di portare soccorso alle vittime della guerra.

Cosa fanno gli altri paesi aggressori della Libya, in particolare la Francia? Sia per una questione di puro amor proprio, che in un'ottica di cooperazione in chiave europea, sarebbe doveroso da parte di Sarkozy, di prestare soccorso a chi muore negli ospedali libici che non funzionano a causa sua e che traboccano di feriti, sempre a causa sua.

Oppure farà finta di niente, visto che dal "curare gli ammalati" non si guadagna niente ma si spende solamente?

Apriamo gli occhi e rendiamoci conto che oggigiorno il prezzo di una vita umana si è abbassato parecchio, anzi è sceso quasi a zero. Oltre alla crisi economica adesso c'è anche una forte crisi di principi morali.

Per il resto a parte la Francia, c'è sempre la solita "tiritra" della Croce Rossa Internazionale che lamenta una situazione tragica. 
Ricordiamo doverosamente, e lo diciamo a chi non lo sa, che la Croce Rossa Internazionale è accettata in tutto il mondo (salvo pochi casi particolari) ed è immune da attacchi, rappresaglie e da barriere, al fine globalmente riconosciuto, di prestare soccorso e assistenza alle vittime della guerra.

Non si capisce perché, ovunque vada la Croce Rossa Internazionale (come molte altre organizzazione internazionale finalizzata al medesimo scopo), non si riesca ad offrire assistenza a tutti quelli che ne hanno bisogno ma solo ad alcuni fortunati.
Max
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AFRICA/LIBIA - Il dramma di Sirte; Mons. Martinelli auspica che "altri Paesi, oltre all'Italia, soccorrano i feriti"

Tripoli (Agenzia Fides)- "Ringrazio il governo italiano per i feriti accolti negli ospedali italiani. Anche altri Paesi dovrebbero compiere simili gesti umanitari" dice all'Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario Apostolico di Tripoli. La scorsa settimana 25 feriti, vittime degli scontri ancora in corso in Libia, sono stati imbarcati su aerei dell'aeronautica italiana per essere ricoverati in strutture ospedaliere romane.
La Croce Rossa Internazionale definisce "disperata" la situazione di Sirte, la città natale di Gheddafi, dove si concentrano i combattimenti tra le forze del Consiglio Nazionale di Transizione e i fedeli del deposto leader libico. Secondo la Croce Rossa, oltre ad acqua, luce e cibo, nella città cominciano a scarseggiare le medicine. Fino ad oggi circa 10 mila persone hanno lasciato Sirte, che contava 70 mila abitanti. Di questi 10 mila, almeno un terzo ha deciso di allestire accampamenti nelle aree desertiche a pochi chilometri dalla città, così da non allontanarsi troppo dalle proprie case. Intanto si aggrava la situazione negli ospedali dove i malati continuano a morire per mancanza di ossigeno e carburante per i gruppi elettrogeni.
"Il fatto che si continui a combattere mi rattrista molto" prosegue Mons. Martinelli. "Qui a Tripoli sono ottimisti sulla rapida conclusione dell'assedio a Sirte e a Beni Walid, ma di fatto esiste una resistenza che non dorme. Il nostro auspicio è che si trovi al più presto una soluzione pacifica che eviti altre vittime".
Per quanto riguarda Tripoli, Mons. Martinelli afferma che "i servizi essenziali sono bene o male garantiti. Siamo inoltre felici che sia stato annunciato entro i primi di novembre il riprestino dei collegamenti aerei dall'aeroporto di Tripoli".
"La vita della Chiesa prosegue, e abbiamo la gioia di aver qui con noi Sua Ecc. Mons. Tommaso Caputo, Nunzio Apostolico a Malta e in Libia, in visita a Tripoli per contatti con le nuove autorità" conclude Mons. Martinelli. (L.M.) (Agenzia Fides 3/10/2011)


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