"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 7 dicembre 2011

Il Petrolio del Sudan

Sembrava destinata ad un epilogo pacifico la separazione tra Nord e Sud Sudan dopo il referendum del 2010. Paradossalmente lo sarebbe stato se la zona di confine non fosse ricca di petrolio. 

Il petrolio è quindi il nodo della questione. 
Non le popolazioni che vivono nelle regioni contese, bensì il petrolio con tutti i suoi aspetti economici.

La Cina che è il paese principalmente coinvolto nello sfruttamento dei giacimenti sudanesi, ha avuto un ruolo fondamentale nel non far degenerare il contenzioso tra Nord e Sud Sudan in una vera e propria guerra. La Cina fino a questo momento, non tanto per spirito umanitario o pacifista ma per garantirsi lo sfruttamento del greggio, ha fatto in modo di assicurarsi la continuità nella gestione dei pozzi di petrolio e del trasporto del greggio fino ai centri di stoccaggio di Port Sudan.

Per interesse economico, la Cina ha svolto praticamente quella funzione di "pacere" e "mediatore" che in teoria sarebbe attribuita alle Nazioni Unite.
Alla luce di questi fatti si può ben sperare che il conflitto tra Nord e Sud Sudan non degenererà in una guerra, almeno fino a quando la Cina avrà un interesse economico nelle zone contese, o almeno fino a quando questo interesse cinese sarà economicamente vantaggioso.
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AFRICA/SUD SUDAN - Il Sud Sudan denuncia incursioni di militari del nord sul suo territorio

Juba (Agenzia Fides) - Cresce la tensione tra Nord e Sud Sudan: quest'ultimo accusa le truppe di Khartoum di aver sconfinato sul suo territorio per dare la caccia ai ribelli che operano nelle regioni di confine tra i due Stati. Secondo il quotidiano "Sudan Tribune", truppe delle Sudan Armed Forces (SAF, l'esercito di Khartoum) hanno occupato per breve tempo la cittadina di Jaw, nello Stato dell'Unione. I militari di Khartoum stavano dando la caccia ai membri del Sudan People Liberation Movement North (SPLM-N), il gruppo di guerriglia attivo nel sud Kordofan e nel Nilo Blu (stati appartenente al Sudan che si trovano al confine con il Sud Sudan). Le truppe sud sudanesi hanno ingaggiato con i militari del nord duri scontri tra il 3 e il 4 dicembre, costringendo i soldati di Khartoum ad abbandonare l'area.
Il Sud Kordofan ed il Nilo Blu, ai confini del Sudan con il Sud Sudan, ospitano etnie che hanno combattuto al fianco del sud Sudan nella guerra civile terminata nel 2005 con un accordo di pace che ha aperto la strada per l'indipendenza del meridione, sancita a luglio di quest'anno.
In precedenza il Ministro dell'Informazione dell'Alto Nilo aveva dichiarato all'emittente cattolica Bakhita Radio che i militari delle SAF avevano attaccato la mattina del 1° dicembre il villaggio di Dandar. Gli attaccanti erano stati respinti dai militari sud sudanesi. Il Ministro aveva sottolineato che era la prima volta che il governo di Khartoum conduceva un attacco con propri militari invece di utilizzare delle milizie irregolari alleate. Il Ministro ha aggiunto che il Sudan potrebbe tentare di annettersi alcune zone ricche di petrolio, contese dai due Paesi, prima che il loro confine sia marcato definitivamente. 
La tensione è accresciuta dalla minaccia di Khartoum di impedire l'esportazione di petrolio sud sudanese attraverso i propri porti (il greggio infatti viene inviato tramite oleodotto a Port Sudan per poi essere imbarcato su petroliere). L'intervento della Cina (principale acquirente del petrolio sudanese) ha finora scongiurato l'applicazione di questa misura.(L.M.) (Agenzia Fides 5/12/2011)


Source: www.fides.org

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