"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

venerdì 20 aprile 2012

Sudan: Venti di guerra tra Nord e Sud

Come era facile prevedere, il referendum del 2010 che ha sancito l'indipendenza del Sud Sudan dal resto del paese, ha lasciato alcuni problemi irrisolti. Problemi che erano previsti e prevedibili ma che non sono mai stati affrontati con lungimiranza e in previsione che si potessero trasformare in un conflitto.

La zona di confine tra i due paesi, guardacaso quella più ricca di petrolio, vive ancora in un limbo istituzionale. 

Ci sono zone che per adesso non appartengono né al Nord né al Sud ma sono contese tra i due paesi con l'uso della forza, senza contare la complicare situazione tribale che difficilmente si inquadra in un'ottica di confini statali amministrativi e politici.

Va da se che a farne le spese sono le popolazioni civili che vivono nelle zone contese, ad oggi scenario di bombardamenti aerei e combattimenti terrestri tra le truppe dei due paesi.
Max
- - - -


Juba (Agenzia Fides) - "Rullano i tamburi di guerra tra Sud Sudan e Sudan. Si sta andando verso la guerra, a meno che non vi sia una decisa presa di posizione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per fermare i due contendenti" afferma all'Agenzia Fides una fonte della Chiesa da Malakal, nel Sud Sudan. La tensione tra i due Paesi non fa che aumentare dopo che l'occupazione di Heglig, area petrolifera rivendicata da entrambi gli Stati, da parte delle truppe sud-sudanesi, e le incursioni aeree dell'aviazione di Khartoum su alcune località del Sud Sudan. 
Un altro contenzioso riguarda Abyei, area anch'essa ricca di petrolio al confine tre i due Stati.
"Ieri a Malakal, come in altre città del Sud Sudan, c'è stata una manifestazione della popolazione a favore dell'SPLA (l'esercito sud sudanese) e dell'occupazione da parte delle truppe di Juba di Heglig" riferiscono le fonti di Fides. "La popolazione sembra essere unita e compatta dietro il governo: in quasi tutte le città del Sud Sudan sono state scritte lettere da consegnare ai rappresentanti della Missione ONU in Sudan per protestare contro la richiesta rivolta dal Segretario Generale dell'ONU Ban ki Moon al Presidente sud sudanese, Salva Kiir, di ritirare le truppe da Heglig"
"Non si sentono voci critiche riguardo all'occupazione da parte dell'SPLA di Heglig, ma si tenga presente che il Sud Sudan vive in un regime autoritario, per cui se qualcuno dovesse opporsi a viso aperto alla politica del governo, correrebbe dei rischi. Il regime di Khartoum non è meno oppressivo, ed ha mobilitato la popolazione in vista di un conflitto aperto con il Sud. Solo un deciso intervento della comunità internazionale potrà fermare la guerra" concludono le nostre fonti.
Il governo degli Stati Uniti ha inviato un proprio emissario per cercare di stemperare la tensione tra i due Paesi, mentre l'Unione Africana ha lanciato un appello perché Juba e Khartoum ritirino le rispettive truppe dall'area di Abyei. (L.M.) (Agenzia Fides 18/4/2012


Juba (Agenzia Fides) - Rimane alta la tensione tra Sudan e Sud Sudan, le cui truppe continuano ad occupare l'area di Heglig, rivendicata da entrambi gli Stati. Un portavoce dell'esercito sud sudanese (SPLA) ha annunciato che il 16 aprile i militari di Juba hanno abbattuto un caccia Mig29 sudanese al di sopra di Heglig.
L'aviazione di Khartoum è accusata di aver bombardato diverse località: oltre Heglig (dove secondo i sud sudanesi le locali installazioni petrolifere avrebbero subito seri danni), Bentiu, area petrolifera del sud Sudan, e un campo di rifugiati gestito dall'ONU nei pressi di Mayom, nello Stato sud sudanese di Unità. Secondo le autorità di Juba, in queste due incursioni aeree sono morti almeno nove civili, tra i quali una donna incinta, e ci sono stati altri 22 feriti. 
Ad alimentare la tensione si è aggiunta la risoluzione votata dal Parlamento di Khartoum che qualifica come "nemico" il governo del Sud Sudan mentre i parlamentari invitano a mettere fine al potere del SPLM (l'ex movimento ribelle che governa il Sud Sudan). "Consideriamo il governo del Sud Sudan come nemico e le istituzioni statali sudanesi devono trattarlo come tale" recita il testo della risoluzione. "Affermiamo che affronteremo l'SPLM fino a far cessare il suo governo nel Sud, e lavoriamo per raccogliere le risorse necessarie per conseguire questo fine" ha affermato il Presidente del Parlamento di Khartoum, Ahmed Ibrahim al-Taher.
La risoluzione, che appare come una dichiarazione di guerra, non si sa quale valore possa avere sul piano legale, dato che, secondo la Costituzione, solo il Presidente ha il potere di dichiarare le ostilità. La sua approvazione riflette però la tensione nei vertici istituzionali di Khartoum per la perdita di Heglig. In queste località sono infatti concentrate la maggior parte delle risorse petrolifere rimaste a Khartoum, dopo la secessione del Sud. 
Le autorità di Juba hanno replicato affermando che esse non considerano il Sudan come un nemico. I sud sudanesi hanno inoltre ribadito che le loro truppe abbandoneranno Heglig solo quando il Sudan avrà cessato i bombardamenti aerei ed evacuato Abyei, altra contestata area di confine, ricca di petrolio. (L.M.) (Agenzia Fides 17/4/2012)

Nessun commento:

Posta un commento