Sembra difficile da credere ma è assolutamente possibile. Il cyber-spazio come campo di battaglia per le nuove guerre tecnologiche.
Non si tratta più di film di fantascienza ma di cruda realtà.
L'articolo che segue pubblicato su net1news entra nel merito di un mondo virtuale ma dai risvolti estremamente reali.
- - - -Virus Stuxnet: India nel "fuoco" incrociato di Usa e Iran
Tra gli esperti di cyber-sicurezza, Stuxnet è ritenuto come il virus informatico più sofisticato e la prima arma virtuale di distruzione di massa. «Stuxnet è come un missile intelligente. Rispetto a esso, la vecchia generazione di virus e di trojan, i programmi pirata, sembrano bombe grezze», dice Shantanu Ghosh, esponente di Symantec, una società di sicurezza informatica. «E’ in grado di provocare enormi danni alle infrastrutture digitali». La ragione che spiega il motivo per cui Stuxnet, catturato dai ricercatori di sicurezza informatica nel 2010, ha acquistato, da almeno un anno, questa temibile reputazione, è che la società di cyber-sicurezza Kaspersky crede che Stuxnet sia il prodotto non di alcuni singoli, ma di centri di ricerca che fanno capo a stati. Offrono motivi plausibili di aver progettato questo virus sia gli Stati Uniti sia Israele, perché il malware sembra essere stato realizzato con l’obiettivo di disabilitare e provocare confusione all’interno del programma nucleare iraniano, prendendo di mira diversi componenti prodotti da Siemens, usati dalle macchine all’interno dei centri di ricerca dove viene portato avanti il programma. Anche se né gli Stati Uniti né Israele non hanno ammesso la propria responsabilità nella progettazione e nella diffusione del virus, i rapporti sostengono che Stuxnet ha colpito al fine di far deragliare il cammino iraniano verso il nucleare. Questo attacco è stato seguito da Duqu, un virus rintracciato l’anno scorso, che era stato progettato per carpire informazioni da computer in Iran e in molti altri paesi del Medio Oriente. Qualche mese fa l’Iran è stato colpito da Flame, che si ritiene, quasi certamente, essere frutto del lavoro di agenzie statali.
Stuxnet, Duqu e Flame hanno agito come, appunto, eccellenti missili guidati. Come è solito in ogni attacco portato con armi "intelligenti", puntuali sono gli “effetti collaterali”: e, infatti, sembra che siano in circolazione altre armi virtuali difficili da controllare e governare. Gli esperti di sicurezza informatica ritengono che ci sono diverse versioni di questi programmi dannosi, e, sfortunatamente, non tutti sono sotto il controllo dei soggetti che li hanno creati. Recentemente, il Pakistan ha respinto le accuse dell’India, che lo accusava, attraverso i suoi funzionari, di aver attuato un attacco informatico contro Mumbai. Senza voler entrare nella questione, che è molto complessa e richiederebbe un altro contesto, qui ci limitiamo a rilevare che il 19 luglio 2011 il Computer Emergency Response Team for India aveva segnalato la prima infezione di Stuxnet in India. Ma era troppo tardi. Kaspersky calcola che a settembre dello stesso anno, Stuxnet avevainfettato più di 80.000 computer in India. Un’altra società di sicurezza informatica, ESET, riporta la notizia che il virus ha infettato anche alcuni computer degli Stati Uniti. «A fine dell’anno, l’India è risultato il terzo paese più infettato da Stuxnet, dopo l’Iran e l’Indonesia. L’India è, anche, l’ottavo paese più colpito da Duqu. Abbiamo anche trovato un server di comando e di controllo per Duqu in Mumbai», afferma Shantanu Ghosh. In estrema sintesi: verosimilmente è in atto una cyber-war tra l’Iran e altri paesi e l’India è stata presa nel fuoco incrociato.
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