"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

sabato 12 marzo 2011

Altro che Libia !!


E' strano come per alcuni paesi nel mondo si tenda ad inventare conflitti che non ci sono mentre per altri paesi, dove i conflitti ci sono e mietono centinaia di vittime, si tenda a non dire assolutamente nulla e fare finta di niente.

La solita storia della Libia è oramai cosa nota, giornalisti che fomentano folle di gente ignorante giusto in tempo per la diretta televisiva, notizie di aerei che bombardano ma di aerei in tv nemmeno l'ombra, enfasi nei racconti in diretta davanti a telecamere accese e bivacco al mare a telecamere spente.

E' chiaro che la campagna mediatica è volta a far passare Gheddafi come l'unico "cattivo" in Libia.
Neppure i piu' noti giornalisti investigativi che solitamente fanno i "conti in tasca" a chiunque, si sono presi la briga di far notare che per 40 anni la politica di Gheddafi è andata bene a tutti.

Da quando Gheddafi si è dedicato al "capitalismo" incassando miliardi dalle risorse energetiche che vende all'Europa (Italia in particolare), è diventato anche uno scudo contro l'immigrazione clandestina verso l'Europa e l'ultimo baluardo a difesa di una invasione dell'estremismo islamico. Ovviamente proteggeva i propri interessi ma indirettamente proteggeva anche la nostra necessità di sicurezza.

Gheddafi è andato talmente bene a tutti i nostri paesi al punto che gli abbiamo fatto investire miliardi di Euro e Dollari ovunque e in molti settori delle nostre economie.

Non riesco a credere che nessuno dei nostri governanti europei e americani sapesse che la popolazione della Libia era afflitta a morte dal dittatore sanguinario Gheddafi!!

Oggi che ci scopriamo e tentiamo di riciclarci come i protettori dei diritti umani e delle popolazioni deboli, siamo pronti, anzi prontissimi a ripudiare Gheddafi e tutti i suoi soldi. Non solo, ci sono paesi che si dichiarano disposti ad armare i gruppi ribelli e altri che si dichiarano pronti a bombardare la Libia.

Rivolgendomi ai nostri imperterriti "giornalisti investigativi" e "reporter dal fronte", mi posso dire sorpreso che nessuno di loro ci dica che il popolo libico aveva un reddito procapite oltre 10 volte superiore a quello di un egiziano o di un tunisino o che la benzina in Libia costa meno che in ogni altra parte del mondo.

La così detta "rivolta del pane" scaturita dall'aumento dei prezzi in Tunisia, non è la motivazione della rivolta libica, dove i prezzi erano addirittura scesi (personalmente vorrei vedere anche in Italia la benzina a pochi centesimi di Euro al litro anziché ai livelli attuali).

Vediamo adesso una guerra vera. Vediamo dove si fa la guerra e dove i giornalisti "cuor di leone" non vanno.

In Somalia, come periodicamente diciamo, si sta svolgendo una guerra a campo aperto per il controllo di Mogadiscio e altre aree del territorio somalo. 

Come noto questa guerra si combatte fra truppe fedeli al Governo Transitorio (oramai a fine mandato) appoggiate dalle truppe dell'Africa Union con mandato ONU e un gruppo di terroristi islamici dichiaratamente legati ad Al-Qaeda che si fa chiamare Al-Shabaab.

Questo conflitto a colpi di mortaio e armi automatiche miete vite umane su base quotidiana tra i militanti e tra i civili. 

Ma non è tutto. Uno degli ultimi rapporti dell'Agenzia Fides, dipinge un quadro ancora più drammatico:

"Una persona su tre in Somalia ha bisogno di aiuti umanitari (2.4 milioni di persone su una popolazione di 7.5 milioni) a causa della grave crisi idrica, legata alle inondazioni e alla siccità provocata dal fenomeno La Niña, alle scarse piogge stagionali e ai continui conflitti armati"

"A causa dei conflitti 1,46 milioni di persone delle zone centrali e meridionali del paese sono state sfollate; 940 mila vivono in stato di crisi alimentare acuta; 535 mila sono in stato di emergenza umanitaria; 45 mila pastori sono considerati indigenti, circa il 7%; 241 mila bambini al di sotto dei 5 anni di età sono gravemente malnutriti".

E questi sono solo alcuni dei dati riportati. Si potrebbero citare i dati di "Medici Senza Frontiere" che cura i feriti di guerra ma lo abbiamo già fatto più volte.

La cosa ancora più tragica è che nonostante gli aiuti umanitari delle varie agenzie ONU l'emergenza umanitaria in Somalia si sia aggravata negli ultimi 6 mesi e continui a peggiorare.

La "ciliegina sulla torta" è data dal fenomeno della pirateria, probabilmente uno dei fenomeni criminali più remunerativi al mondo e completamente fuori dal controllo di ogni autorità mondiale.

Concludo ponendo l'accento su un evidente paradosso:

Ad oggi siamo pronti a bombardare Gheddafi che fino ad ora garantiva al popolo libico prezzi bassi e un reddito cospicuo, mentre siamo disposti ad ignorare un governo creato dall'ONU che fa morire di fame e di guerra un terzo del popolo somalo.

Saremo anche dalla parte del giusto.... Boh?? 

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