E' strano come per alcuni paesi nel mondo si tenda ad inventare conflitti che non ci sono mentre per altri paesi, dove i conflitti ci sono e mietono centinaia di vittime, si tenda a non dire assolutamente nulla e fare finta di niente.

E' chiaro che la campagna mediatica è volta a far passare Gheddafi come l'unico "cattivo" in Libia.
Neppure i piu' noti giornalisti investigativi che solitamente fanno i "conti in tasca" a chiunque, si sono presi la briga di far notare che per 40 anni la politica di Gheddafi è andata bene a tutti.
Da quando Gheddafi si è dedicato al "capitalismo" incassando miliardi dalle risorse energetiche che vende all'Europa (Italia in particolare), è diventato anche uno scudo contro l'immigrazione clandestina verso l'Europa e l'ultimo baluardo a difesa di una invasione dell'estremismo islamico. Ovviamente proteggeva i propri interessi ma indirettamente proteggeva anche la nostra necessità di sicurezza.
Gheddafi è andato talmente bene a tutti i nostri paesi al punto che gli abbiamo fatto investire miliardi di Euro e Dollari ovunque e in molti settori delle nostre economie.
Non riesco a credere che nessuno dei nostri governanti europei e americani sapesse che la popolazione della Libia era afflitta a morte dal dittatore sanguinario Gheddafi!!
Oggi che ci scopriamo e tentiamo di riciclarci come i protettori dei diritti umani e delle popolazioni deboli, siamo pronti, anzi prontissimi a ripudiare Gheddafi e tutti i suoi soldi. Non solo, ci sono paesi che si dichiarano disposti ad armare i gruppi ribelli e altri che si dichiarano pronti a bombardare la Libia.
Rivolgendomi ai nostri imperterriti "giornalisti investigativi" e "reporter dal fronte", mi posso dire sorpreso che nessuno di loro ci dica che il popolo libico aveva un reddito procapite oltre 10 volte superiore a quello di un egiziano o di un tunisino o che la benzina in Libia costa meno che in ogni altra parte del mondo.
La così detta "rivolta del pane" scaturita dall'aumento dei prezzi in Tunisia, non è la motivazione della rivolta libica, dove i prezzi erano addirittura scesi (personalmente vorrei vedere anche in Italia la benzina a pochi centesimi di Euro al litro anziché ai livelli attuali).
Vediamo adesso una guerra vera. Vediamo dove si fa la guerra e dove i giornalisti "cuor di leone" non vanno.

Come noto questa guerra si combatte fra truppe fedeli al Governo Transitorio (oramai a fine mandato) appoggiate dalle truppe dell'Africa Union con mandato ONU e un gruppo di terroristi islamici dichiaratamente legati ad Al-Qaeda che si fa chiamare Al-Shabaab.
Questo conflitto a colpi di mortaio e armi automatiche miete vite umane su base quotidiana tra i militanti e tra i civili.
Ma non è tutto. Uno degli ultimi rapporti dell'Agenzia Fides, dipinge un quadro ancora più drammatico:
"Una persona su tre in Somalia ha bisogno di aiuti umanitari (2.4 milioni di persone su una popolazione di 7.5 milioni) a causa della grave crisi idrica, legata alle inondazioni e alla siccità provocata dal fenomeno La Niña, alle scarse piogge stagionali e ai continui conflitti armati"
"A causa dei conflitti 1,46 milioni di persone delle zone centrali e meridionali del paese sono state sfollate; 940 mila vivono in stato di crisi alimentare acuta; 535 mila sono in stato di emergenza umanitaria; 45 mila pastori sono considerati indigenti, circa il 7%; 241 mila bambini al di sotto dei 5 anni di età sono gravemente malnutriti".
E questi sono solo alcuni dei dati riportati. Si potrebbero citare i dati di "Medici Senza Frontiere" che cura i feriti di guerra ma lo abbiamo già fatto più volte.
La cosa ancora più tragica è che nonostante gli aiuti umanitari delle varie agenzie ONU l'emergenza umanitaria in Somalia si sia aggravata negli ultimi 6 mesi e continui a peggiorare.
"A causa dei conflitti 1,46 milioni di persone delle zone centrali e meridionali del paese sono state sfollate; 940 mila vivono in stato di crisi alimentare acuta; 535 mila sono in stato di emergenza umanitaria; 45 mila pastori sono considerati indigenti, circa il 7%; 241 mila bambini al di sotto dei 5 anni di età sono gravemente malnutriti".
E questi sono solo alcuni dei dati riportati. Si potrebbero citare i dati di "Medici Senza Frontiere" che cura i feriti di guerra ma lo abbiamo già fatto più volte.
La cosa ancora più tragica è che nonostante gli aiuti umanitari delle varie agenzie ONU l'emergenza umanitaria in Somalia si sia aggravata negli ultimi 6 mesi e continui a peggiorare.
La "ciliegina sulla torta" è data dal fenomeno della pirateria, probabilmente uno dei fenomeni criminali più remunerativi al mondo e completamente fuori dal controllo di ogni autorità mondiale.
Concludo ponendo l'accento su un evidente paradosso:
Ad oggi siamo pronti a bombardare Gheddafi che fino ad ora garantiva al popolo libico prezzi bassi e un reddito cospicuo, mentre siamo disposti ad ignorare un governo creato dall'ONU che fa morire di fame e di guerra un terzo del popolo somalo.
Saremo anche dalla parte del giusto.... Boh??
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