"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

venerdì 22 luglio 2011

La nuova faccia del terrorismo e della lotta al terrorismo...

Da un pò di tempo a questa parte molte agenzie che documentano la situazione in Yemen parlano di scontri tra truppe governative e Al-Qaeda con morti da entrambe le parti quasi ogni giorno.

Inoltre è oramai nota la nuova tattica USA di contrasto al terrorismo con l'utilizzo discreto dei così detti "droni", aerei senza pilota che operano interventi chirurgici di basso profilo basati su "intelligence" e il cui obbiettivo principale sono appunto i terroristi di Al-Qaeda.

Al di la del Golfo di Aden, in Somalia, sembra altrettanto nota la notizia di una base operativa della CIA che si procaccia informazioni interrogando i guerriglieri "Shabaab" catturati proprio per dirigere gli interventi dei droni in attacchi mirati in territorio somalo.

Sulla base di queste notizie che oramai non sembrano essere un segreto, visto che ne parlano tutti i giornali, si possono fare alcune considerazioni:

- La prima è che in Yemen si sta combattendo una guerra internazionale contro il terrorismo nell'ambito alla guerra civile scoppiata mesi fa sulla scia delle rivoluzioni partite dal Nord Africa.

In effetti è meglio distinguere tra le battaglie e le dimostrazioni interne contro il governo di Saleh, portate avanti da tribù oppresse o comunque ostili al regime e i bombardamenti americani con i "droni" mirati ad eliminare terroristi di Al-Qaeda individuati chi sa come. 

Va da se che ci sia un collegamento, un dialogo diplomatico sia tra americani e manifestanti, sia tra americani e goveno locale. Obama ha bisogno di informazioni per mandare i droni a bombardare dove serve, il governo Saleh e i manifestanti collaborano separatamente in modo da guadagnarsi l'appoggio della superpotenza USA, probabilmente consapevoli che gli americani alla fine, appoggeranno solo una delle parti in lotta, quella che gli farà più comodo, non necessariamente quella dalla parte della ragione.

- In Somalia la guerra civile dura oramai da 30 anni. Il fallito intervento militare degli Stati Uniti del 1993 ha lasciato sicuramente un amaro ricordo nell'amministrazione USA e ancor più amaro nell'opinione pubblica americana, infatti un intervento militare in Somalia in stile Iraq o Afghanistan non è stato mai più tentato e sembra ad oggi fuori discussione.

Oggi, con l'evoluzione della tecnica e l'avvicendamento di diverse amministrazioni alla "Casa Bianca" si è giunti ad un nuovo tipo di intervento, come in Yemen i "droni" vengono in aiuto alla politica estera di ingerenza con il vantaggio di non richiedere il sacrificio di vite umane.

L'intervento tecnologico e di basso profilo dei "droni" richiede comunque l'intervento umano volto al reperimento delle informazioni necessarie agli attacchi chirurgici. Obama avrebbe quindi aperto una prigione gestita dalla CIA presso l'Aeroporto di Mogadiscio.

Quando questa notizia è apparsa sulle agenzie stampa, abbiamo finalmente capito come fanno a procurarsi le preziose informazioni sull'ubicazione dei terroristi da uccidere. Il ricordo di Guantanamo e dei metodi di interrogatorio utilizzati è ancora troppo recente per essere stato dimenticato. 

C'è anche da dire che ogni tipo di "disturbo" arrecato ai militanti di Al-Shabaab operanti in Somalia, è bene accetto dal Governo Transitorio somalo che di conseguenza lascia libertà di iniziativa agli americani, almeno fino a quando l'obbiettivo non sarà quello di eliminare Al-Shabaab definitivamente.
Opzione che significherebbe dire addio ai fondi internazionali a sostegno del Governo Transitorio finanziati allo scopo di combattere i terroristi e ridare un aspetto democratico alla Somalia.

Infatti, vista la trentennale durata del conflitto civile somalo, sembra plausibile l'ipotesi che per le autorità somale, non ci sia una totale volontà di risolvere il conflitto contro Al-Shabaab, ma di mantenerlo su livelli accettabile per mantenere l'afflusso di denari internazionali che comunque, almeno in parte, vanno ad arricchire la casta dirigenziale.

Chi fa le spese di tali decisioni, sia riguardo alla guerra civile che ai bombardamenti stranieri, è sempre la popolazione civile, già provata da una siccità senza precedenti e recentemente da alluvioni altrettanto devastanti. 

In conclusione si può certo affermare che la politica di aggressione degli Stati Uniti portata avanti per anni da J. W. Bush, adesso ha cambiato aspetto. Obama (Premio Nobel per la Pace), preferisce una tattica di basso profilo. Nel operare militarmente in altri paesi, per prima cosa non si sente obbligato a chiedere il permesso , vedi l'uccisione di Osama Bin Laden operata in Pakistan senza informare il Governo pakistano.

In secondo luogo preferisce fare ma non far sapere o far sapere solo lo stretto necessario che può far aumentare la sua popolarità in previsione di una sua rielezione alla Casa Bianca.
Obama ha capito anche che può fare tutte le guerre che vuole senza che l'opinione pubblica gli si rivolti contro, l'importante è che le guerre non costino vite umane. 

Mentre J.W. Bush preferiva attaccare clamorosamente passando dalla porta e perché no anche dalla finestra, Obama preferisce l'approccio soft di passare dal camino (come la Befana) o di scavare un tunnel che arrivi sotto il pavimento, come una talpa. 

L'aspetto comune è che entrambe le amministrazioni, Bush e Obama, agiscono arbitrariamente dove vogliono nel mondo, soprattutto in paesi del terzo mondo, sentendosi autorizzati a fare quello che vogliono senza considerare le autorità locali. Tutto ciò perché si sono arrogati il titolo di "salvatori del mondo", nella convinzione di essere dalla parte del giusto.

Per contro, a causa della destabilizzazione in atto in Yemen e la guerra civile in Somalia, i terroristi che in Yemen sono chiamati in effetti Al-Qaeda e in Somalia si fanno chiamare Al-Shabaab, si sarebbero organizzati per prendere pieno possesso del territorio. 

In Somalia i combattimenti volti a tale fine vanno avanti da anni, mentre in Yemen i terroristi si sono palesati solo recentemente uscendo dall'ombra e cercando di cogliere l'occasione giusta per affermare la supremazia dell'estremismo islamico sulla scia dei recenti disordini.

Le notizie della cooperazione tra i due movimenti terroristici di Yemen e Somalia sono oramai molte, con somali che vanno a combattere in Yemen e viceversa, campi di addestramento comuni, tattiche comuni e probabilmente una genesi comune. 

L'evoluzione degli ultimi tempi è quella di aver trasformato Al-Qaeda da una entità frazionata e clandestina formata solamente da cellule indipendenti che agiscono d'iniziativa, ad un vero e proprio esercito che agisce in modo esplicito al fine di conquistarsi un territorio che si estende su entrambe le sponde del Golfo di Aden..

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