La situazione terribile della Somalia sembra non avere fine. Anni di guerra civile, pirati, rapimenti e riscatti miliardari, terroristi islamici e una siccità senza precedenti.
Se non bastasse si può aggiungere una presenza militare internazionale che riesce a malapena a contenere l'attuale situazione di perenne conflitto senza influire decisivamente nel supporto al Governo Transitorio.
Tutto questo va ad aggravare la situazione della popolazione civile che, in fuga dalla siccità si rifugia a Mogadiscio dove nella migliore delle ipotesi si trovano a vivere di espedienti con il rischio di rimanere coinvolto nel conflitto tra truppe governative e terroristi islamici.
Max ------
2011-07-22
AFRICA/SOMALIA - I bambini troppo deboli abbandonati dalle famiglie per tentare di salvare gli altri figli
Mogadiscio (Agenzia Fides) – Ancora una tragedia si abbatte sulla popolazione somala che sta morendo di fame e che continua a cercare riparo e cibo a Mogadiscio. Molte famiglie, in preda alla disperazione, decidono di lasciare i bambini troppo deboli che non sarebbero in grado di sopportare il lungo viaggio con la speranza di salvare gli altri. Purtroppo sono tanti quelli che muoiono lungo il tragitto, indeboliti dalla fame, dalla sete o dalle malattie. L’atroce sacrificio di abbandonare i propri bambini più deboli, che non sarebbero in grado di muoversi, è dettato dalla speranza di salvare gli altri figli. La Somalia è l’epicentro di una siccità prolungata che ha, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, devastato il Corno d’Africa. Si tratta della peggiore crisi umanitaria degli ultimi 60 anni. Il paese non ha un governo centrale effettivo e viene da due decenni di conflitti civili. L'attuale governo somalo è appoggiato da quasi 10 mila truppe di pace dell'Unione Africana, e controlla solo poco più della metà della capitale Mogadiscio mentre la restante parte è sotto il gruppo islamico insurrezionale Al-Shabaab. I rifugiati continuano a riversarsi nella parte di Mogadiscio sotto il controllo del Governo dopo viaggi pericolosissimi e settimane di cammino a piedi. Arrivano nella città mitragliata dai proiettili, trovano abitazioni deserte e nessuno che possa aiutarli. Nonostante siano diverse le organizzazioni locali ed internazionali impegnate negli aiuti, la situazione non migliora. Alcuni sfollati hanno iniziato a chiedere l’elemosina nelle strade della capitale, mentre altri stanno pensando di spostarsi ancora verso i campi profughi allestiti nei paesi confinanti dove arrivano maggiori aiuti umanitari, che sono tuttavia una goccia nel mare. (AP) (22/7/2011 Agenzia Fides)
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