C'è attesa per la nuova manifestazione di piazza attesa a Tirana per domani 28/01/2010, dopo gli scontri della settimana scorsa dove hanno perso la vita tre manifestanti.
L'attuale Primo Ministro albanese Sali Berisha, rieletto alle elezioni del 2009, considerate regolari, sta affrontando l'opposizione non piu' solo politica ma anche di piazza del suo oppositore principale Edi Rama, leader del Partito Socialista Albanese e Sindaco di Tirana.
Edi Rama è il successore di Fatos Nano, alla guida del Partito Socialista Albanese. Nano che in passato ha rivestito anche la carica di Primo Ministro, dopo essere stato a capo dei servizi di sicurezza albanesi.
Entrambi, ma anche lo stesso Sali Berisha, hanno avuto un ruolo importante nel far uscire l'Albania dal crack finanziario del 1997.
L'attuale crisi albanese presenta similitudini con le proteste attualmente in corso su tutta la costa sud del Mediterraneo solo per la violenza della protesta.
Le motivazioni rimangono profondamente diverse dal momento che i leader dei paesi del Magreb e del Nord Africa sono dittatori o nella migliore delle ipotesi personaggi che detengono il potere da decenni.
In Albania, il Primo Ministro Sali Berisha è stato rieletto con elezioni democratiche che, al tempo in cui hanno avuto luogo, sono state ritenute regolari.
Di conseguenza la violenza nell'ambito del diritto democratico di manifestare, è assolutamente fuori luogo e facilmente assimilabile ad un tentativo di colpo di stato da parte della sinistra, oggi rappresentata da Rama.
Per contro Edi Rama, ex artista, da anni ha dato un forte contributo alla crescita dell'Albania e non sembra proprio essere uno sprovveduto pronto a gettare nuovamente il paese nel baratro della guerra civile.
Al contrario nel 2005, fu proclamato dal Times Magazine come uno degli eroi europei che stanno cambiando il mondo in meglio. .
Quanto succede in Albania dimostra ancora una volta la debolezza di democrazie ancora giovani e quanto sia difficile assimilare paesi simili nell'ambito della Comunità Europea. Le mentalità radicate dai vecchi regimi totalitari, sono ancora presenti in intere generazioni.
I passi avanti fatti da alcuni anni a questa parte in direzione di una integrazione europea, possono facilmente essere vanificati da colpi di testa di opposizioni politiche non propense al rispetto del risultato elettorale, fomentando rivolte di piazza, in folle di persone facilmente influenzabili da promesse di benessere immediato, anziché da richieste di sforzi per un processo di sviluppo del paese.
L'errore da non fare per Governo ed opposizione è quello di abbandonarsi alla violenza o lasciare che le manifestazioni di piazza degenerino in scontri brutali. La posizione migliore da assumere a mio avviso, è quella del dialogo, in modo da trovare una soluzione costruttiva alla crisi istituzionale in corso.
Aspettiamo la manifestazione di domani.........
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