"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 19 gennaio 2011

Sudan - Referendum concluso e aria di secessione


Anche se i risultati non sono ufficiali, sembra che la stragrande maggioranza dei voti siano favorevoli alla secessione del Sud. A Juba, futura capitale del Sud Sudan, starebbe vincendo la scelta secessionista. In generale, secondo i primi parziali dati, 7 stati su 10 del sud sono a favore della separazione.

Il quorum del 60% affinché la consultazione sia valida è stato ampiamente superato: secondo France Presse, circa il 96% dei 3,93 milioni di elettori ha esercitato il proprio diritto di voto. Nello Stato dei Laghi la percentuale dei "si" arriva a oltre il 99%, e così come nelle regioni petrolifere.

I risultati ufficiali sono comunque attesi per la fine del mese di Febbraio 2011.


Sulla spinta della secessione del Sudan, si riaccendono anche le mire indipendestiste del Somaliland, regione della Somalia che nonostante abbia dichiarato la propria indipendenza della Somalia già dal 1991, non ha ottenuto riconoscimenti da parte di altri Stati.

Sull'onda del referendum sudanese anche lo stato somalo del Puntland, starebbe ventilando la possibilità di una secessione indipendentista dal Governo Federale Transitorio somalo. Il Puntland è un'area della Somalia relativamente tranquilla, (almeno rispetto all'area di Mogadiscio), dove gli scontri con gli estremisti islamici di Al-Shabaab non sono il problema principale. Al contrario, il fenomeno della pirateria trova nel Puntland (soprattutto nell'importante porto di Bossaso), la sua base operativa maggiore, infatti è da qui che partono la maggior parte degli attacchi ai mercantili in transito nell'Oceano Indiano.

In Europa, dopo il crollo del Muro di Berlino nel 1989 e la riunificazione della Germania,
si è assistito alla ridefinizione di molti confini e alla rinascita o nascita di nuovi Stati. Per ultimo il Kosovo, ma anche il distacco di tutti i paesi dell'Est europeo dalla ex Unione Sovietica e la scissione della Yugoslavia.

Alcune di queste scissioni o separazioni, sancite al termine di guerre sanguinose (per esempio la guerra di Bosnia che ha ridisegnato i confini di Croazia, Bosnia Herzegovina e la creazione della Republika Srbska), si sono basate su differenze etniche o religiose tra le popolazioni locali.

Anche il Kosovo indipendente vede la sua unica ragione di essere contando in una popolazione al 90% di etnia albanese e religione musulmana al contrario degli altri stati della ex Yugoslavia dove la popolazione è in maggioranza slava ortodossa.  

In Africa orientale, potremmo dover presto assistere a una nuova ridefinizione di confini e paesi, sulla scia del referendum per la creazione del Sud Sudan. In Africa le differenze religiose e soprattutto l'appartenenza tribale, è una discriminante molto sentita tra le popolazioni, forse ancor di piu' che le differenze etniche in Europa.

Non dimentichiamo che altri paese africani come la Republica Democratica del Congo, contano circa 300 tribù separate e distinte dalle loro tradizioni e ognuna di queste ha la propria lingua.

La Nigeria da anni sta vivendo scontri interni e esodi di civili a causa delle battaglie tribali e religiose in larga parte del paese.

Vedremo cosa ci riserva il prossimo futuro, ma sicuramente la Comunità Europea dovrebbe prende una posizione di responsabilità e mediare con tutti questi paese per evitare altre guerre come quelle che in passato hanno scosso l'Europa.

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