"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 23 novembre 2011

EGITTO: Infuria la protesta e aumentano i morti


In Egitto si registrano ancora morti tra i manifestanti di Piazza Tharir, in piazza per chiedere riforme democratiche. Nonostante il clamore suscitato sui media internazionali, il milione di manifestanti non rappresentano che una minima parte della popolazione. Se è vero che in tutto il resto del paese la vita prosegue normalmente, perché il regime militare dovrebbe reprimere nel sangue manifestazioni che possono essere altrimenti controllate?

Quali sono le vere richieste dei manifestanti? Chi c'è dietro l'organizzazione di un così grande movimento di piazza, solidale, unito, perseverante e coordinato ma che non rispecchia il punto di vista di tutte fazioni in causa?

Le manifestazioni di piazza in Egitto non hanno più l'aspetto di una aggregazione spontanea, quanto assumono le sembianze di un teatrino diretto ad arte da qualcuno che per adesso rimane nell'ombra, all'insaputa della folla.

Da parte del regime non sarebbe certo saggio reprimere la manifestazione nel sangue se non si trattasse di una mossa inevitabile. Perché focalizzare sul regime una così negativo clamore da parte dei media internazionali?

Si tratta quindi di una misura estrema, senza possibilità di scelta da parte del regime egiziano o della solita informazione distorta che non riflette la realtà dei fatti?

Informazioni. La cosa più preziosa dell'oro. Informazioni obiettive e non pilotate. Di questo abbiamo bisogno per capire cosa sta realmente accadendo in Egitto. I giornali e i telegiornali non bastano, servono solo a darci la loro versione dei fatti e nel migliore dei casi a farci intravedere che qualche cosa non torna in quello che ci riferiscono.
Appare quindi difficile, in questo momento, prevedere quale sarà il futuro dell'Egitto, stabilire in modo obiettivo chi ha ragione e chi ha torto, conoscere la verità.

Per quanto riguarda le vittime della repressione di piazza, ci dispiace sapere che innocenti e ignari manifestanti perdano la loro vita invano, inconsapevoli di essere pilotati ad arte per motivi diversi da quelli per cui credono di lorrate.
Max
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AFRICA/EGITTO - "Pallottole vere, proiettili di plastica in pieno volto, persone morte per i gas": testimonianza da piazza Tahir

Il Cairo (Agenzia Fides) - "La battaglia a piazza Tahrir sta ancora continuando. È una piccola guerra civile" dice all'Agenzia Fides una fonte della Chiesa dal Cairo, che per motivi di sicurezza non desidera essere citata. "La cosa paradossale è che la maggioranza dell'Egitto va avanti come niente fosse mentre nelle aree coinvolte negli scontri, si vive un clima da guerra civile. Dico questo perché la polizia, che dovrebbe essere una forza neutrale per controllare che la protesta rimanga pacifica, è intervenuta per reprimerla usando per di più metodi veramente brutali" dice la nostra fonte. "La polizia spara sulla folla usando munizioni letali, non solo pallottole di plastica, che comunque, ne sono testimone, sono state sparate sui volti delle persone, diverse delle quali hanno perso uno o entrambi gli occhi. Si nota inoltre un uso di gas lacrimogeni diversi da quelli usati in passato, alcuni di colore bianco, altri di colore blu. Alcune persone sono morte per asfissia provocata da questi gas. Chi è sceso in piazza è il gruppo originario della protesta del 25 gennaio (che poi ha costretto alle dimissioni di Mubarak). I Fratelli Musulmani si sono dissociati dalla protesta. Purtroppo non appare esistere una parte terza, neutrale, che possa mediare tra i dimostranti e il potere militare" conclude la fonte di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 23/11/2011)

English Version: http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=30406&lan=eng

Source: www.fides.org

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