"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

martedì 8 novembre 2011

SOMALIA - Dopo la siccità, la pioggia colpisce i rifugiati somali... | Agenzia FIDES

Il fatto che ultimamente ne abbiamo parlato meno non significa che le cose vadano migliorando. Ci sono cose che cambiano, adesso non è più la siccità a fare paura quanto le inondazioni, altre cose non cambiano affatto, ad esempio i combattimenti contro i militanti di Al-Shabaab, il gruppo terroristico islamico che imperversa in Somalia e non solo anche grazie all'incapacità dell'ONU di trovare una soluzione al problema.
La Somalia e soprattutto la grande maggioranza della popolazione somala continua soffrire fame e malattie.

Un piccolo cambiamento c'è a dire il vero, negli ultimi mesi anche il Kenya ha iniziato la propria offensiva contro i terroristi di Al.Shabaab per proteggere le proprie frontiere. Ciò significa che adesso il fronte si è allargato. Non solo le truppe dell'AMISOM combattono i terroristi in territorio somalo, ma anche il Kenya combatte contro gli stessi terroristi sulla propria linea di confine per evitare infiltrazioni terroristiche importanti in territorio keniano, che già ospita il più grande campo di accoglienza per i rifugiati somali a Dadaab.

Pur considerando legittime le operazioni militari keniane a salvaguardia della propria sicurezza, visto lo stallo delle missioni internazionali preposte a ristabilire l'ordine in Somalia, va detto che un nuovo fronte ostacola ancora di più l'operato delle organizzazioni umanitarie dal momento che la sicurezza del personale addetto agli aiuti non può essere garantita.

Come al solito chi fa le spese di tutta questa situazione sono i civili e soprattutto i bambini. Generazioni intere di bambini che nella migliore delle ipotesi, se sopravvivono a guerra e malattie non potranno mai avere un'infanzia normale, ma sarano destinati a vivere di stenti in un campo per rifugiati, in balia degli eventi.
Max
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AFRICA/SOMALIA - Dopo la siccità, la pioggia colpisce i rifugiati somali; "le operazioni militari keniane rendono ancora più complessa la situazione" dice la Caritas

Mogadiscio (Agenzia Fides) - Dopo la siccità, le piogge torrenziali stanno aggravando la situazione dei rifugiati somali, in patria e all'estero. Secondo quanto riferisce l'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNCHR), nel complesso dei campi profughi presso Dadaab (in Kenya, al confine con la Somalia), circa 5.000 rifugiati hanno perso le loro abitazioni a causa delle inondazioni.
"La situazione umanitaria risente inoltre dell'offensiva militare avviata dal Kenya in Somalia contro gli Shabab. Le nostre operazioni ne risentono, perché la sicurezza non è ancora pienamente garantita" dice all'Agenzia Fides Suzanna Tkalec, operatrice del Catholic Relief Services (CRS), responsabile di Caritas Somalia.
"Il 1° novembre abbiamo partecipato a Nairobi ad una riunione organizzata dall'UNHCR allo scopo di fare il punto della situazione a Dadaab" continua Suzanna Tkalec. "A causa delle operazioni militari, al momento rimangono a Dadaab l'UNHCR e le autorità keniane, che però sono in grado di assicurare solo le attività essenziali: distribuzione di cibo e di acqua, assistenza medica di base. La prevista apertura di nuovi campi è al momento sospesa. Entro 2 o 3 settimana si potranno avere maggiori informazioni sulla sicurezza a Dadaab, mentre i nostri operatori sono sul posto per vedere come riprendere le nostre attività di assistenza, al di là di quelle che stiamo attuando".
Per quanto riguarda l'interno della Somalia, la rappresentante della Caritas afferma che "le operazioni militari hanno aggravato la situazione umanitaria. Il governo del Kenya si dimostra fiducioso su una rapida conclusione dell'intervento della proprie truppe in Somalia. Da parte nostra stiamo valutando come organizzarci per rispondere alle attese della popolazione somala".
La signora Tkalec aggiunge che "nel corso della riunione con le organizzazione umanitarie, i rappresentanti keniani hanno affermato che il governo di Nairobi, insieme al governo di transizione somalo, sta cercando di creare nel sud della Somalia delle 'zone cuscinetto', protette dall'AMISOM (la missione dell'Unione Africana in Somalia). Quando il livello di sicurezza in queste zone sarà sufficiente da garantire le operazioni umanitarie, l'UNHCR e le altre Ong vi si trasferiranno per assicurare i servizi di assistenza alla popolazione".
"Il 9 novembre a Nairobi si terrà un incontro di tutte le diverse Caritas che operano a favore dei somali, per vedere come aumentare le nostre attività di assistenza, pur in una situazione così difficile e complessa" conclude Suzanna Tkalec. (L.M.) (Agenzia Fides 5/11/2011)


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