Cresce la tensione tra serbi e albanesi in Kosovo. Un cittadino serbo di Kosovska Mitrovica è rimasto ucciso e altre tre persone ferite, nel corso di una sparatoria avvenuta nella periferia della città.
Da anni Kosovska Mitrovica è divisa in una zona serba e una albanese. Nello scorso luglio si sono riaccesi gli scontri tra le due etnie, dopo il tentativo della polizia kosovara di prendere il controllo di due posti di frontiera.
“Non so chi abbia sparato”, dice il sindaco del settore serbo, “ma credo siano stati albanesi, forse membri del cosiddetto Rosu, di sicuro dei terroristi. gente che dovrebbe stare in una gabbia, nemmeno in carcere”.
Nonostante la presenza di un contingente Nato, nella ex provincia serba rimangono accesi i focolai dell’intolleranza. Nei giorni scorsi nella zona di Mitrovica sconosciuti avevano lanciato una bomba nel cortile di una stazione di polizia. Solo per un caso l’ordigno non è esploso.
- - - - -
Forse è proprio grazie alla presenza della NATO che i serbi del Kosovo vivono in questa realtà di soprusi e violenze. Grazie alla NATO che non interviene e non fa intervenire, sempre più frequentemente ci sono morti nelle manifestazioni e morti tra i civili uccisi da chi sa quale commando legato alla causa del Kosovo albanese indipendente.
Sono anni che le cose vanno avanti in questo clima di tensione. ONU, Comunità Europea e NATO sguazzano nei problemi del Kosovo. Tutti cercano di trovare una soluzione, ma tutti partono dalla parte sbagliata, considerando il Kosovo indipendente quello che geograficamente è stato deciso dalla NATO e dall'ONU dopo la guerra nel 1999.
Il Nord del Kosovo è popolato da serbi, nel nord del Kosovo non ci sono le fantasiose bandiere del Kosovo indipendente ideate dallo scarso senso estetico americano, Nel nord del Kosovo ci sono invece tante, ma tante bandiere serbe.
I kosovari serbi del Nord del Kosovo resistono e resisteranno alla colonizzazione albanese. Non sarà mai possibile per una minoranza di religione Cristiana Ortodossa, di lingua slava, di farsi governare da una maggioranza musulmana di etnia e lingua albanese, i cui leader sono criminali che uccidevano i serbi.
Il Kosovo geograficamente non è né potrà mai essere quello che vogliamo che sia attualmente. Purtroppo la geografia odierna del Kosovo è stata dettata da una forzatura, è stata creata dall'ingerenza della NATO negli affari interni della Serbia, violazione del diritto internazionale commessa oramai oltre 10 anni fa.
I confini ridisegnati dopo l'invasione della Jugoslavia da parte della NATO, dopo aver fomentato le guerre di Bosnia e Kosovo, si reggono sull'attuale presenza militare della NATO che non è naturale, non appartiene a quei territori, sbilancia i naturali rapporti di forza.
Se la NATO se ne andasse dai Balcani, come naturalmente dovrebbe accadere, sicuramente i rapporti di forza cambierebbero, i confini cambierebbero e le popolazioni deciderebbero da sole con chi stare e sotto quale governo.
I rapporti di forza ristabiliti così come è sempre successo nell'arco della storia, sarebbero destinati a reggere e ad essere duraturi perché stabiliti dalle forze locali, senza ingerenze o aiuti esterni.
Paradossalmente l'ingresso della Serbia nella Comunità Europea potrebbe dare alla NATO una strategia di uscita dal Kosovo, dove ogni stato contribuente spende cifre astronomiche che in momenti di crisi come questo nessuno si può più permettere.
Per questo il processo di adesione della Serbia alla EU è sempre più subordinato al riconoscimento del Kosovo. Ma se Tadic smettesse di fare la corte alla Comunità Europea, anch'essa in crisi, se voltasse le spalle all'Europa Unita e seguisse le indicazioni dei nazionalisti serbi di rivolgere lo sguardo alla vecchia Russia che sembra meno in crisi dell'Europa?
A quel punto quale diventerebbe la strategia della NATO?
Max
Nessun commento:
Posta un commento