"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

martedì 14 giugno 2011

Il mito rivoluzionario di "Che" Guevara

Oggi, nel 1928, nasceva a Rosario (Argentina) Ernesto"Che" Guevara. In effetti la data di nascita non è certa al cento per cento, secondo alcune fonti potrebbe essere il 14 maggio.

Ernesto Guevara nasce in una famiglia borghese e benestante, prima della laurea in medicina, nel 1951 intraprende il viaggio che cambiò la sua vita con l'amico Alberto Granado, in sella alla motocicletta che Granado aveva soprannominato "la poderosa".

Durante il viaggio Ernesto rimase colpito dello stato di povertà del Sud America e dello sfruttamento del capitalismo straniero a discapito dei paesi sudamericani.

Il "Che" inizio' ad identificare l'America del Sud come un'unica entità e a maturare la sua idea rivoluzionaria e di liberazione dei popoli sudamericani.

Nel 1953, dopo aver completato gli studi in medicina, Ernesto ricominciò a viaggiare nei paesi del sudamerica, stabilendosi per un periodo in Guatemala dove rafforzo il suo ideale anti imperialista e rivoluzionario, volto a ridurre la povertà dei popoli e la disparità tra le classi sociali.

Nel 1956 entrò in contatto con Raul Castro e tramite questo con il fratello Fidel. Nel 1956, partì dal Messico alla volta di Cuba per mettere in atto la rivoluzione e la liberazione del paese dal regime totalitario di Fulgencio Batista. L'intento che riusci dopo anni di guerriglia, nel 1958.

Il nuovo governo cubano vide salire al potere Fidel Castro. Guevara ricoprì ruoli di prestigio, da Ministro della riforma agraria a direttore della banca cubana, a ministro dell'industria. Al "Che" fu data la cittadinanza cubana e fu sempre considerato la persona più importante dell'isola dopo Fidel Castro.

Già nel 1959, Guevara partì alla testa di una delegazione economica che visitò tra gli altri paesi anche la Yugoslavia. Nel 1964 tenne un discorso davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite all'inizio di un altro viaggio che lo portò in Africa, Asia e America..

Lo spirito rivoluzionario del "Che" non ancora appagato, lo portò a lasciare Cuba per portare la Rvoluzione in altri paesi afflitti dal capitalismo. Andò in Congo dove nel 1965 mise in atto le prime azioni di guerriglia a capo di una colonna cubana. Dopo un periodo trascorso in Europa tra Praga e la Repubblica Democratica Tedesca, il "Che" si recò in Bolivia per iniziare la Risoluzione anche in questo paese, dove per prima cosa creò dei campi di addestramento per i guerriglieri rivoluzionari.. 

Catturato nel 1967, fu passato per le armi dall'esercito boliviano. Il corpo del "CHE", mutilato delle mani, fu sepolto in un luogo segreto. Nel 1997, una spedizione cubana, rinvenne le spoglie del "CHE" in una fossa comune a Vallegrande (Bolivia). La notizia fu accolta con gioia a Cuba dove i resti del corpo furono riportati e ad oggi custoditi in un mausoleo costruito appositamente a Santa Clara (Cuba).


La figura del "CHE" rappresenta un mito per i movimenti rivoluzionari di molti paesi del mondo. 
Pur non condividendo il pensiero rivoluzionario in chiave socialista del "CHE", condivido l'esempio di onestà e sacrificio per una causa, la coerenza di credere in un ideale e portarlo avanti in prima persona senza ipocrisia e con sprezzo della morte.

La vittoria del "CHE" non è stata in una battaglia o in una rivoluzione, neppure quella cubana che è andata a buon fine, la vittoria del "CHE" è di aver dato un esempio... l'esempio che si può arrivare a morire se si combatte per una causa che riteniamo giusta.

Al di là del pensiero socialista, oggi giorno anacronistico, il "CHE" ha combattuto ed è morto per la libertà dei popoli e per i diritti degli oppressi e dei poveri del mondo. 

Questo esempio rende grande il "CHE" e assurge il suo nome al mito intramontabile.
"Hasta la victoria siempre"


"In questa lotta fino alla morte non ci sono frontiere. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a quanto accade nel mondo..."

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