Sono poche le fonti informative aperte relative alla Somalia ma le poche a disposizione disegnano un quadro a dir poco tragico.
In Somalia le truppe filo-governative affiancate dalla Missione ONU dell'Africa Union combattono quotidianamente contro il gruppo estremista islamico che si fa chiamare Al-Shabaab, asseritamente legato ad Al-Qaeda.
Il conflitto in corso per il controllo della capitale somala Mogadiscio, miete vittime su base giornaliera. Solo ieri ci sono stati 17 morti e 46 feriti in scontri armati che hanno avuto luogo nella capitale.
In base ad un rapporto dell'OMS, Organizzazione Mondiale per la Sanità, circa la metà dei feriti negli scontri armati di Mogadiscio sarebbero bambini.
Solo nel mese di Maggio 2011 il numero dei feriti ricoverati in ospedali e strutture di soccorso sarebbe di 1590 persone. Di queste il 46% ovvero 735, sarebbero bambini.
L'OMS spiega inoltre che le principali cause di morte tra i bambini di Mogadiscio di età inferiore ai 5 anni, sarebbero emorragie interne e ustioni dovute ad esplosioni, oltre che proiettili vaganti.
Un quadro agghiacciante dove si può affermare che la guerra sia l'unica certezza e l'unica cosa conosciuta dai bambini di Mogadiscio, soprattutto considerando che la metà della popolazione somala attuale è nata dopo la caduta del regime di Siad Barre nel 1991.
Ci sono generazioni intere che non conoscono altro che guerre e che vivono nella continua incertezza tra la vita e la morte.
Generazioni intere di bambini senza prospettive per il futuro che, nella più rosea delle ipotesi, li vedrà sfollati dalle loro case a morire di fame o a combattere da una parte o dall'altra oppure vittime innocenti della guerra.
C'è il dovere morale da parte di tutto il mondo così detto "evoluto" di fermare quanto sta accadendo in Somalia. Non si può rimanere con le mani in mano, si deve fare qualche cosa e se qualche cosa si sta già facendo si deve fare di più e magari farlo anche meglio.
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