"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 29 giugno 2011

L'avevamo già detto e ora ci siamo

Non serve a nulla dire che lo avevamo già detto, ma se lo avevamo detto noi, chi sa perchè non ci hanno pensato anche gli addetti ai lavori...

In Egitto sono riesplose le manifestazioni contro l'attuale giunta militare in carica, che è salita al potere dopo la cacciata di Moubarak.

I motivi sono gli stessi che chiedevano la caduta del regime: riforme. E le riforme non arrivano, addirittura sembra che l'attuale leader, ex Ministro della Difesa di Moubarak, Mohammed Hussein Tantawi, stia ostacolando il processo di riforma.

Con tutto ciò la repressione contro i manifestanti sembra addirittura più violenta di quella che aveva messo in atto Moubarak, alcune fonti riferiscono di oltre 1000 feriti, 180 solo nella giornata di oggi. 

Come avevamo anticipato (rivoluzioni-proteste-e-guerrela-solita-storia-di-sempre) nell'ultimo mezzo secolo in Egitto ha sempre comandato un regime militare. Cacciare il dittatore, Moubarak, per accoglierne un altro militare dietro la promessa di riforme in 6 mesi, non garantisce alcun passo avanti verso nessuna forma di democrazia. 

Adesso la piazza si trova a dover combattere di nuovo per gli stessi motivi per cui combatteva alcuni mesi fa, si tratta di una amara presa di coscienza che ancora una volta viene pagata con il sangue dei manifestanti.

Comunque il processo di riforma in Egitto non si limita alla transizione da un regime militare ad una nuova forma di governo, l'Egitto è un paese sensibile a livello internazionale sia per il suo coinvolgimento nel processo di pace in Medioriente per i suoi confini con lo stato di Israele, sia per la sua tendenza a produrre un gran numero di fondamentalisti islamici. 

Soprattutto per questi motivi l'attenzione sul processo di transizione deve rimanere alta da parte di chi governa e la transizione deve essere gestita da chi fa parte di quel paese e lo conosce bene, per evitare che l'Egitto cada nelle mani di Al Qaeda e del fondamentalismo.

Per questo è bene che l'Egitto gestisca gli accadimenti di questi ultimi giorni senza retorica e senza intromissioni esterne o da parte di pacifisti di turno.

1 commento:

  1. c'era da aspettarsi una ripresa degli scontri. i manifestanti non hanno mai abbandonato la piazza

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